La prima metà è andata. In crescendo, in maniera apocalittica, come doveva andare. Bissando il finale della seconda stagione.
Kirkman e soci hanno finalmente premuto il piede sull’acceleratore regalandoci una puntata che, seppur non priva di sbavature, difficilmente potremo dimenticare. La prigione è finalmente caduta, lo scontro Rick-Governatore ha toccato il punto di non ritorno, abbiamo perso alcuni dei personaggi principali, i protagonisti sono di nuovo per strada, persi tra zombie e paesaggi apocalittici.

Dopo tante puntate, tutto sembra tornare al punto di partenza: Rick vs Il Governatore.
Nonostante l’andamento altalenante delle ultime stagioni, The Walking Dead non finisce di essere considerato un prodotto di punta della televisione del futuro.
Il Governatore è tornato, d’accordo, ma riservargli un intero episodio è stato un po’ azzardato.
Una puntata in salendo con il coup de théâtre finale da molti atteso (e sperato): è questo, in poche parole, il succo del quinto episodio della quarta stagione di The Walking Dead.
Piccoli passi. Sembra questa la strada scelta dagli autori della quarta stagione di The Walking Dead che puntata dopo puntata stanno facendo progredire la storia lentamente, cercando di mantenere equilibrato il ritmo dei vari episodi ed evitando gli alti e bassi che hanno caratterizzato le precedenti stagioni.
La quarta stagione prosegue in attesa di promesse ancora non mantenute.
Il più grande conoscitore dell’universo di Stephen King approda in Italia con Stephen King: Uncollected, Unpublished.
E si ricomincia. Dopo tanta attesa, la quarta stagione di The Walking Dead è partita, ma in maniera differente rispetto al passato.
Dopo oltre dieci anni torna in fumetteria (e non più in edicola) Splatter, storica rivista che dal 1989 al 1991 è stata un punto di riferimento per gli appassionati.



