Cinema A Horrible Way To Die

A Horrible Way To Die

Un orribile modo di morire: quello delle vittime, tutte giovani donne, del serial killer del momento Garrick Turrell.

Fortuna volle che l’uomo fu assicurato alla giustizia, sfortuna vuole che durante un trasferimento, Turrell (AJ Bowen, Signal) riesca ad eludere le tonte guardie e a darsi alla fuga. L’assassino, che durante la sua detenzione è diventato un’icona del male e un eroe per molti perversi ammiratori, si cammuffa così così e torna al vizietto. Ma la sua missione principale, sangue a parte, è un’altra. Trovare un appiglio, l’unico, della sua vecchia vita.

Nel frattempo, in una piccola cittadina, la giovane Sarah (Amy Seimetz) sta faticosamente uscendo dal tunnel dell’alcolismo, anche grazie al dolce e pacato Kevin (Joe Swanberg), conosciuto durante le sedute del gruppo di sostegno e probabilmente suo futuro fidanzato. Tutt’altra pasta, rispetto al precedente uomo di Sarah. La cui ombra si allunga minacciosamente sulla precaria nuova vita della donna, che dovrà guardarsi da vecchie e nuove minacce, confuse in un mosaico di menti disturbate. E’ proprio partendo dalla fine dei giochi, con allegata raffica di sorpresine e sorpresone finali che si può cercare l’ancora di salvataggio di A Horrible Way To Die, senza la quale staremmo a parlare esclusivamente di un film mortalmente noioso e a tratti irritante.

Già perché il racconto del killer a piede libero e della donna chissàcomemai nel mirino del suddetto non è nuova e per chi sperasse in un novello e carismatico Cape Fear, doccia fredda e brusco risveglio arrivano dopo una manciata di minuti. Sia a livello tecnico (l’abuso di riprese fuori fuoco è scriteriato e controproducente) che a livello artistico. In AHWTD l’intensità e la paura non esistono. Pure il gore rimane eccessivamente fuori campo, anche per un blando thriller come questo, così a farne le spese è la figura di Turrell, che vorrebbe essere il male fatto uomo e invece risulta un uomo fatto (e caratterizzato) male, che alterna brutalità invisibile a momenti di pianto e sofferenza.

Un po’ meglio la figura di Sarah, segnata dal passato e vulnerabile nei confronti di chiunque. Non sarò io a salvare dall’infamia il regista Adam Wingard e lo sceneggiatore Simon Barrett (Frankenfish); e pur non accodandomi agli scontati giochini di parole alla “A Horrible Way To Make A Movie” (di cui la rete è zeppa), non basta aggrapparsi forte ad una svolta che per una volta lascia davvero un po’ spiazzati. Se la prima ora è da sbadigli, i restanti trenta minuti filano un po’ meglio. Ma per quanti anni ancora si affiderà la decenza di un titolo all’epilogo palpitante? Una brutta serata che culmina con un coito decente vale davvero la pena di essere? Chi scrive risponde no, chi legge decida. Ma se la risposta dovesse essere negativa, sarà durissima trovare un motivo valido per voler bene A Horrible Way To Die.

A Horrible Way To Die

Regia di: Adam Wingard
Scritto da: Simon Barrett
Interpreti: AJ Bowen, Amy Seimetz, Joe Swanberg
Durata: 87 min.
Anno: 2010
Inedito in Italia

About Luca Zanovello

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Comments

Posted On
gen 17, 2014
Posted By
Napoleone Wilson

Beato te che puoi permetterti di scartare un coito. Voglio frequentare anch’io il tipo di serate che frequenti tu, visto che in quei posti si trovano tanto facilmente, coiti banali e frustranti ma ehi ragazzi, pur sempre coiti!

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