Cinema Le Streghe di Salem: Parla Rob Zombie!

Le Streghe di Salem: Parla Rob Zombie!

rob-zombie_bannerNon posso negare che la visione di The Shining in sala quand’ero ragazzo segnò profondamente il mio immaginario“.

Nel pieno del tourbillon relativo alla fresca uscita dell’ultima, alquanto discussa fatica di Rob Zombie, il regista americano si è sottoposto al fuoco di fila delle domande dei colleghi di Bloody Disgusting, nel tentativo di mettere un po’ più a fuoco quello che senza dubbio il lavoro più ermetico della sua carriera…

Ciò che più mi ha colpito del tuo lavoro è il suo comparto estetico, per quanto mi sia limitato alla visione di uno screener. E’ indubbiamente un film che va visto in sala.

Qualcuno ha trovato diverse analogie tra l’estetica de Le Streghe di Salem e The Shining. Beh, non posso negare che la visione di The Shining in sala quand’ero ragazzo segnò profondamente il mio immaginario. E tutte le volte che l’ho rivisto dopo quella prima volta, è stato su schermi decisamente più piccoli, televisioni o schermi di computer, finchè poco tempo fa ho avuto l’occasione di rivederlo su un grande schermo. L’impatto è stato devastante tanto quanto lo è stato quella prima volta. Le Streghe di Salem è un film da vedere più che da ragionare, quindi le sue immagini meritano il giusto spazio per scatenarsi.

Partendo dall’inizio, qual’è stato il momento zero nella creazione della vicenda?

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Io sono del Massachusetts, quindi la leggenda delle streghe di Salem mi è sempre stata nota, per quanto non l’abbia mai approfondita. Questo fino a sette anni fa, quando nella hall di un albergo un libercolo chiamato Hunting Witches attirò la mia attenzione. Lo lessi e iniziai a scriverne un adattamento, diciamo un terzo di script, che poi ho riposto in un cassetto, dimenticandomene. Qualche anno dopo venni poi contattato dalla Blumhouse, che mi propose una pellicola low budget su cui avrei avuto il totale controllo. Unica condizione, che si trattasse di qualcosa di sovrannaturale e che preferisse la componente psicologica a quella violenta. A quel punto ricominciai dove mi ero interrotto.

Quant’è stato difficile concretizzare qualcosa di così allucinatorio e onirico?

E’ curioso, perché nel momento in cui scrivo una scena contemporaneamente ho già tutto costruito nella mia testa, anche a livello visuale. E’ una sorta di processo inverso in cui mi ritrovo a spiegare a qualcun altro un film già girato. In fase di ripresa è successo più di una volta che davanti a un monitor i miei collaboratori esclamassero: “Oh, è questo ciò di cui parlavi!”

9-the-lords-of-salemQuanto il montaggio finale è fedele a ciò che avevi in mente?

Dipende. In alcuni casi è fedele al 100%: dall’interpretazione alle inquadrature tutto è esattamente al proprio posto. In altri invece è differente, anche perché alcune idee – e un’intera scena – non erano comprese nella sceneggiatura e abbiamo decisamente improvvisato. Eravamo in enorme ritardo, quindi alcune scene abbiamo dovuto sacrificarle, sostituirle o riscriverle. “Non avere più tempo” è stato il leitmotiv di questa produzione.

La vicenda ha uno sviluppo piuttosto veloce. Cosa c’è dietro questa scelta?

Inizialmente ho pensato di dare al ritmo del film un accento un po’ più epico, ma i tempi di produzione e il budget non mi hanno permesso di realizzare a pieno ciò che avevo in mente.  Con quello che avevamo a disposizione avremmo potuto girare un film con una manciata di personaggi in un unico ambiente chiuso. Ma non volevo che la pellicola sembrasse un horror low budget: volevo mettere sul piatto un sacco di personaggi e altrettante idee. Lo stesso prologo ambientato nel 1697 inizialmente era una storia decisamente più estesa, i cui personaggi tessevano trame e collegamenti molto più fitti  con i protagonisti di ciò che avviene ai giorni nostri. C’erano scene che spiegavano molto più esplicitamente certe dinamiche: ho dovuto tagliarle per mancanza di tempo. A quel punto l’effetto domino è stato inevitabile: in mancanza delle dovute spiegazioni, intere sezioni erano prive di senso. Contemporaneamente ci siamo resi conto che quanto più avremmo cercato di spiegare, tanto più confusione avremmo creato. Quindi abbiamo fatto un passo indietro e credo che ora tutto funzioni molto meglio, non riuscirei a immaginarmelo diverso da com’è.

 

About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

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