Antologie Tutto è Fatidico – Stephen King

Tutto è Fatidico – Stephen King

Dopo A volte ritornano, Scheletri e Incubi&Deliri, ecco la quarta raccolta di racconti del Re: Tutto è Fatidico (Everything’s Eventual). L’antologia, uscita nel 2002, contiene quattordici racconti.

Quattordici storie nere che toccano gli argomenti più disparati, spaziando dall’horror al fantasy, fino a vicende di una quotidianità disarmante. Ma dietro a tante storie così diverse sembra quasi esserci un unico filo conduttore, che le attraversa tutte e le tiene in qualche modo unite: lo spettro della morte (e il suo conseguente riflesso nel dramma umano).

Molti di questi racconti sono già apparsi in altre pubblicazioni, per la gran parte esclusivamente in America. Da segnalare, comunque: L’uomo vestito di nero (The Man in the Black Suit) che, dopo essere apparso su The New Yorker ha vinto il premio letterario O. Henry come miglior racconto nel 1996; l’ormai famosissimo 1408, apparso per la prima volta nell’audio book Blood and Smoke; e infine Riding the Bullet uscito come e-book per la Scribner (poi pubblicato anche in Italia con cd allegato).

Ma passiamo ai racconti. Sotto il titolo di ognuno troverete un breve trafiletto che ne riporta la storia e qualche curiosità. Ho cercato di svelare il meno possibile delle trame, per non rovinarne la lettura (che, tra l’altro, consiglio a tutti).

 

I RACCONTI – 14 STORIE NERE

Autopsia 4 (Autopsy Room Four)

In seguito al morso di un serpente molto raro, Howard Cottrel rimane completamente paralizzato e viene ritenuto morto. Quello strano stato di paralisi, però, non offusca la sua coscienza e non gli impedisce di comprendere cosa sta per accadere: si trova in una sala d’autopsia e sta per essere fatto a pezzi. Come potrà far capire ai medici che è ancora vivo?

 

L’uomo vestito di nero (The Man in the Black Suit)

Gary, un bambino di nove anni, si reca un giorno al Castle Stream, un torrente in cui abbondano le trote. Ma la pesca non sarà la sua unica preoccupazione. Chi è infatti il misterioso uomo che incontra sulle rive del fiume? Si tratta di un individuo vestito di nero e con gli occhi arancioni, che emana un disgustoso odore di zolfo. Un uomo che sembra l’incarnazione del male… un uomo che forse è il male.

 

Tutto ciò che ami ti sarà portato via (All That You Love Will Be Carried Away)

Struggente, profondo, introspettivo, Tutto ciò che ami ti sarà portato via è la storia di un commesso viaggiatore con un’insolita passione: collezionare le scritte (annotandole su di un taccuino) trovate durante i suoi lunghi viaggi nei bagni dei motel in cui alberga. Ma c’è qualcosa che non va nella sua vita, qualcosa che quelle scritte sembrano esprimere meglio di chiunque altro, come se fossero intimi amici. E forse è arrivata l’ora di farla finita.

 

La morte di Jack Hamilton (The Death of Jack Hamilton)

Narrato in prima persona, il racconto è ispirato a fatti realmente accaduti, anche se stravolti dal genio kinghiano. Il protagonista è il gangster Johnnie Dillinger, capo della banda Dillingher, braccata dai federali. Uno dei componenti della banda, Jack “Red” Hamilton è gravemente ferito: una pallottola lo ha centrato ad un polmone. La fuga (e il conseguente abbandono di Hamilton) sembra l’unica scelta razionale, ma non è da Johnnie Dillinger abbandonare un amico morente.

 

La camera della morte (In the Deathroom)

Fletcher, un cittadino statunitense, viene condotto in una “camera della morte”, una stanza adibita agli interrogatori situata nel seminterrato del Ministero dell’Informazione, per essere interrogato da dei funzionari di un’organizzazione governativa senza scrupoli. La stanza dove si svolge l’azione è, per citare le parole del Re, “una versione centro-sudamericana dell’Inferno”.

 

Le piccole sorelle di Eluria (The Little Sisters of Eluria)

Ecco qua una storia “della Torre”, pienamente godibile per gli appassionati dell’universo di Roland Deschain, il pistolero protagonista della saga di sette volumi firmata King. Una piccola precisazione cronologica: gli eventi narrati precedono quelli de L’ultimo cavaliere (il primo volume della saga) ma avvengono dopo le vicende di Roland a Mejis (descritte ne La sfera del buio). Roland è già sulle tracce dell’Uomo in Nero. E’ proprio il suo inseguimento, la sua ricerca, a portarlo in un villaggio isolato nel deserto. Qui fa la conoscenza delle “piccole sorelle”, una sorta di strane suore-infermiere che operano all’interno di un singolare ospedale. Ma ben presto Roland si accorge che quel gruppo di donne, all’apparenza gentili e premurose, altro non sono che dei vampiri spietati, che curano i pazienti con il solo scopo di berne il sangue…

 

Tutto è fatidico (Everything’s Eventual)

La storia che dà il titolo all’intera raccolta racconta le vicende di Dinky Earnshaw, un giovane che ha abbandonato gli studi per lavorare in un supermercato e dedicarsi all’attività di fattorino. Ma è una vita che non ama, una vita che lo fa sentire un perdente. E allora quando Mr Sharpton, un ombroso ed enigmatico individuo, gli comunica di avere un lavoro per lui, Dinky coglie al volo l’occasione. La paga è ottima e, soprattutto, lo sono i benefits. Ma in cosa consiste veramente il lavoro sarà per il lettore, come per Dinky, una scoperta terribile…

 

La teoria degli animali di L.T. (L.T.’s Theory Pets)

Regalare un animale è sempre una buona idea? Una singolare risposta la offre questo racconto, a tratti divertente e a tratti inquietante, nel quale una coppia di sposi si rigala rispettivamente un animale. Ma cosa accade se l’animale si affeziona all’altro coniuge e non a quello a cui è stato regalato? Nella breve introduzione che precede il racconto, King lo indica come il suo preferito della raccolta.

 

Il Virus della Strada va a nord (The Road Virus Heads North)

Richard Kinnell, uno scrittore di successo, si ritrova a partecipare a un’asta casalinga. Tra i tanti oggetti esposti viene colpito da un quadro con un inquietante soggetto. Lo acquista e lo portà con sè nel viaggio verso casa. Ma non ha la minima idea di cosa abbia scatenato…

Nell’introduzione King afferma di possedere realmente il quadro descritto nel racconto. L’ha ricevuto come dono dalla moglie… un dono, però, che ai figli non è mai piaciuto.

 

Pranzo al Gotham Cafè (Lunch at the Gotham Cafè)

Un matrimonio miseramente fallito, una terribile astinenza da nicotina, un mâitre colto da un feroce raptus omicida: ecco gli ingredienti di questo pranzo al Gotham Cafè. Ma la vera chiave di lettura di questo racconto è meno esplicita e ben più inquietante della storia stessa, e invita a profonde riflessioni sulla follia che si annida spesso nella vita coniugale.

 

Quella sensazione che puoi dire soltanto in francese (That Feeling, You Can Only Say What It Is in French)

Carol, la protagonista, è costretta a rivivere continuamente gli stessi avvenimenti, con delle piccolissime varianti. Non posso dire di più su questo bellissimo racconto senza rovinarne le sorprese e i colpi di scena. Lettura consigliatissima.

 

1408

Si è già detto tanto di questo racconto, dopo l’uscita del film. Mi limiterò a riportarne la trama. Mike Enslin, uno scrittore che si dedica principalmente ad argomenti macabri (i suoi libri sono più o meno guide a luoghi infestati dai fantasmi) decide di passare una notte nella stanza 1408 dell’Hotel Dolphin, a New York, che si dice sia posseduta da spiriti. Olin, il direttore dell’albergo, tenta in tutti i modi di far desistere Mike… ma senza alcun risultato. (Non ci sono fantasmi nella 1408 e non ce ne sono mai stati. Ma c’è qualcosa là dentro, l’ho sentito io stesso, e non si tratta della presenza di uno spirito. In una casa abbandonata oppure nel torrione di un vecchio castello, il suo scetticismo può servirle da protezione. Nella camera 1408 invece la renderà solo più vulnerabile. Non lo faccia, Mr Enslin.) Ben presto Mike si pentirà di non aver dato ascolto a quelle parole.

 

Riding the Bullet – Passaggio per il nulla

Più di una volta King ha definito questo racconto come “la classica storia da raccontare davanti ad un focolare”. Probabilmente, invece, è il più intenso e struggente dell’intera raccolta. Alan Parker, studente universitario, si ritrova a fare l’autostop per raggiungere la madre ricoverata in un ospedale di un’altra città. La notte cala e la luna giallognola che lo osserva dal cielo non sembra promettere nulla di buono. Dopo aver percorso un tratto di strada insieme a uno stravagante e a suo modo inquietante vecchio, Alan viene caricato da un ragazzo di nome George Staub. Un ragazzo giovane, di bell’aspetto, spiritoso e… morto.

 

La moneta portafortuna (Luckey Quarter)

Darlene è una donna abbandonata dal marito, con due figli da crescere e un impiego da cameriera in un motel. I soldi non bastano mai. Così, quando una mattina trova solo un quarto di dollaro di mancia nella stanza di un cliente, si sente sorpresa e indispettita. Poi, però, nota un biglietto che dice: questa è una moneta fortunata! Lo sarà davvero?

Difficile non vedere, dietro al ritratto che King fa della protagonista, il profilo di sua madre, la tanto amata e più volte ricordata Ruth.

 

Tirando le somme, ci troviamo davanti a un’ottima antologia, che è all’altezza del nome del suo autore e che, a mio avviso, regge perfettamente il confronto con le tre precedenti. Certo, siamo di fronte a un King completamente diverso. Se quello che maggiormente vi aveva colpito in A volte ritornano, Scheletri e Incubi&Deliri erano i ritmi frenetici e le idee originalissime, forse resterete un pochino delusi. Qui i ritmi non sono frenetici e le idee spesso sono (per usare un termine del Re) delle “minestre riscaldate”. Ma ci troviamo di fronte a uno scrittore più maturo, che affronta molti temi a lui già cari da una prospettiva diversa, da un’angolazione completamente differente. Mi viene in mente un’immagine che il grande autore del Maine ci regala in Quattro dopo mezzanotte. Nell’introduzione di Finestra segreta, giardino segreto, scrive di aver notato, un giorno, una piccola finestra posta all’altezza del pavimento, nella lavanderia di casa. Dalla finestra si poteva vedere una nicchia pavimentata in mattonelle tra la casa e la veranda. Era un posto che Zio Steve vedeva tutti i giorni… ma che non aveva mai osservato da quell’angolazione. Da lì tutto sembrava nuovo, tutto sembrava diverso.

Lo stesso vale per questi racconti. La morte non è più vista con gli occhi di un bimbo terrorizzato dal baubau o da un essere multiforme chiamato It. E’ osservata con quelli pieni di lacrime di Alan Parker, o con tutta la disperazione e la rassegnazione del protagonista di Tutto ciò che ami ti sarà portato via.

E se quella che viene definita nell’introduzione “un’arte quasi perduta” è mutata nel corso degli anni, non ha di certo perso valore e spessore. King non scrive più racconti come li scriveva vent’anni fa, ora guarda fuori da un’altra finestra… ma quello che vede è ugualmente affascinante.

Tutto è fatidico

Stephen King
Sperling&Kupfer, Collana Superbestseller
2002/2005
pp. 535, € 11,90

Molti di questi racconti sono già apparsi in altre pubblicazioni, per la gran parte esclusivamente in America. Da segnalare, comunque: L’uomo vestito di nero (The Man in the Black Suit) che, dopo essere apparso su The New Yorker ha vinto il premio letterario O. Henry come miglior racconto nel 1996; l’ormai famosissimo 1408, apparso per la prima volta nell’audio book Blood and Smoke; e infine Riding the Bullet uscito come e-book per la Scribner (poi pubblicato anche in Italia con cd allegato).
Ma passiamo ai racconti. Sotto il titolo di ognuno troverete un breve trafiletto che ne riporta la storia e qualche curiosità. Ho cercato di svelare il meno possibile delle trame, per non rovinarne la lettura (che, tra l’altro, consiglio a tutti).

I RACCONTI – 14 STORIE NERE

Autopsia 4 (Autopsy Room Four)
In seguito al morso di un serpente molto raro, Howard Cottrel rimane completamente paralizzato e viene ritenuto morto. Quello strano stato di paralisi, però, non offusca la sua coscienza e non gli impedisce di comprendere cosa sta per accadere: si trova in una sala d’autopsia e sta per essere fatto a pezzi. Come potrà far capire ai medici che è ancora vivo?

L’uomo vestito di nero (The Man in the Black Suit)
Gary, un bambino di nove anni, si reca un giorno al Castle Stream, un torrente in cui abbondano le trote. Ma la pesca non sarà la sua unica preoccupazione. Chi è infatti il misterioso uomo che incontra sulle rive del fiume? Si tratta di un individuo vestito di nero e con gli occhi arancioni, che emana un disgustoso odore di zolfo. Un uomo che sembra l’incarnazione del male… un uomo che forse è il male.

Tutto ciò che ami ti sarà portato via (All That You Love Will Be Carried Away)
Struggente, profondo, introspettivo, Tutto ciò che ami ti sarà portato via è la storia di un commesso viaggiatore con un’insolita passione: collezionare le scritte (annotandole su di un taccuino) trovate durante i suoi lunghi viaggi nei bagni dei motel in cui alberga. Ma c’è qualcosa che non va nella sua vita, qualcosa che quelle scritte sembrano esprimere meglio di chiunque altro, come se fossero intimi amici. E forse è arrivata l’ora di farla finita.

La morte di Jack Hamilton (The Death of Jack Hamilton)
Narrato in prima persona, il racconto è ispirato a fatti realmente accaduti, anche se stravolti dal genio kinghiano. Il protagonista è il gangster Johnnie Dillinger, capo della banda Dillingher, braccata dai federali. Uno dei componenti della banda, Jack “Red” Hamilton è gravemente ferito: una pallottola lo ha centrato ad un polmone. La fuga (e il conseguente abbandono di Hamilton) sembra l’unica scelta razionale, ma non è da Johnnie Dillinger abbandonare un amico morente.

La camera della morte (In the Deathroom)
Fletcher, un cittadino statunitense, viene condotto in una “camera della morte”, una stanza adibita agli interrogatori situata nel seminterrato del Ministero dell’Informazione, per essere interrogato da dei funzionari di un’organizzazione governativa senza scrupoli. La stanza dove si svolge l’azione è, per citare le parole del Re, “una versione centro-sudamericana dell’Inferno”.

Le piccole sorelle di Eluria (The Little Sisters of Eluria)
Ecco qua una storia “della Torre”, pienamente godibile per gli appassionati dell’universo di Roland Deschain, il pistolero protagonista della saga di sette volumi firmata King. Una piccola precisazione cronologica: gli eventi narrati precedono quelli de L’ultimo cavaliere (il primo volume della saga) ma avvengono dopo le vicende di Roland a Mejis (descritte ne La sfera del buio). Roland è già sulle tracce dell’Uomo in Nero. E’ proprio il suo inseguimento, la sua ricerca, a portarlo in un villaggio isolato nel deserto. Qui fa la conoscenza delle “piccole sorelle”, una sorta di strane suore-infermiere che operano all’interno di un singolare ospedale. Ma ben presto Roland si accorge che quel gruppo di donne, all’apparenza gentili e premurose, altro non sono che dei vampiri spietati, che curano i pazienti con il solo scopo di berne il sangue…

Tutto è fatidico (Everything’s Eventual)
La storia che dà il titolo all’intera raccolta racconta le vicende di Dinky Earnshaw, un giovane che ha abbandonato gli studi per lavorare in un supermercato e dedicarsi all’attività di fattorino. Ma è una vita che non ama, una vita che lo fa sentire un perdente. E allora quando Mr Sharpton, un ombroso ed enigmatico individuo, gli comunica di avere un lavoro per lui, Dinky coglie al volo l’occasione. La paga è ottima e, soprattutto, lo sono i benefits. Ma in cosa consiste veramente il lavoro sarà per il lettore, come per Dinky, una scoperta terribile…

La teoria degli animali di L.T. (L.T.’s Theory Pets)
Regalare un animale è sempre una buona idea? Una singolare risposta la offre questo racconto, a tratti divertente e a tratti inquietante, nel quale una coppia di sposi si rigala rispettivamente un animale. Ma cosa accade se l’animale si affeziona all’altro coniuge e non a quello a cui è stato regalato? Nella breve introduzione che precede il racconto, King lo indica come il suo preferito della raccolta.

Il Virus della Strada va a nord (The Road Virus Heads North)
Richard Kinnell, uno scrittore di successo, si ritrova a partecipare a un’asta casalinga. Tra i tanti oggetti esposti viene colpito da un quadro con un inquietante soggetto. Lo acquista e lo portà con sè nel viaggio verso casa. Ma non ha la minima idea di cosa abbia scatenato…
Nell’introduzione King afferma di possedere realmente il quadro descritto nel racconto. L’ha ricevuto come dono dalla moglie… un dono, però, che ai figli non è mai piaciuto.

Pranzo al Gotham Cafè (Lunch at the Gotham Cafè)
Un matrimonio miseramente fallito, una terribile astinenza da nicotina, un mâitre colto da un feroce raptus omicida: ecco gli ingredienti di questo pranzo al Gotham Cafè. Ma la vera chiave di lettura di questo racconto è meno esplicita e ben più inquietante della storia stessa, e invita a profonde riflessioni sulla follia che si annida spesso nella vita coniugale.

Quella sensazione che puoi dire soltanto in francese (That Feeling, You Can Only Say What It Is in French)
Carol, la protagonista, è costretta a rivivere continuamente gli stessi avvenimenti, con delle piccolissime varianti. Non posso dire di più su questo bellissimo racconto senza rovinarne le sorprese e i colpi di scena. Lettura consigliatissima.

1408
Si è già detto tanto di questo racconto, dopo l’uscita del film. Mi limiterò a riportarne la trama. Mike Enslin, uno scrittore che si dedica principalmente ad argomenti macabri (i suoi libri sono più o meno guide a luoghi infestati dai fantasmi) decide di passare una notte nella stanza 1408 dell’Hotel Dolphin, a New York, che si dice sia posseduta da spiriti. Olin, il direttore dell’albergo, tenta in tutti i modi di far desistere Mike… ma senza alcun risultato. (Non ci sono fantasmi nella 1408 e non ce ne sono mai stati. Ma c’è qualcosa là dentro, l’ho sentito io stesso, e non si tratta della presenza di uno spirito. In una casa abbandonata oppure nel torrione di un vecchio castello, il suo scetticismo può servirle da protezione. Nella camera 1408 invece la renderà solo più vulnerabile. Non lo faccia, Mr Enslin.) Ben presto Mike si pentirà di non aver dato ascolto a quelle parole.

Riding the Bullet – Passaggio per il nulla
Più di una volta King ha definito questo racconto come “la classica storia da raccontare davanti ad un focolare”. Probabilmente, invece, è il più intenso e struggente dell’intera raccolta. Alan Parker, studente universitario, si ritrova a fare l’autostop per raggiungere la madre ricoverata in un ospedale di un’altra città. La notte cala e la luna giallognola che lo osserva dal cielo non sembra promettere nulla di buono. Dopo aver percorso un tratto di strada insieme a uno stravagante e a suo modo inquietante vecchio, Alan viene caricato da un ragazzo di nome George Staub. Un ragazzo giovane, di bell’aspetto, spiritoso e… morto.

La moneta portafortuna (Luckey Quarter)
Darlene è una donna abbandonata dal marito, con due figli da crescere e un impiego da cameriera in un motel. I soldi non bastano mai. Così, quando una mattina trova solo un quarto di dollaro di mancia nella stanza di un cliente, si sente sorpresa e indispettita. Poi, però, nota un biglietto che dice: questa è una moneta fortunata! Lo sarà davvero?
Difficile non vedere, dietro al ritratto che King fa della protagonista, il profilo di sua madre, la tanto amata e più volte ricordata Ruth.

Tirando le somme, ci troviamo davanti a un’ottima antologia, che è all’altezza del nome del suo autore e che, a mio avviso, regge perfettamente il confronto con le tre precedenti. Certo, siamo di fronte a un King completamente diverso. Se quello che maggiormente vi aveva colpito in A volte ritornano, Scheletri e Incubi&Deliri erano i ritmi frenetici e le idee originalissime, forse resterete un pochino delusi. Qui i ritmi non sono frenetici e le idee spesso sono (per usare un termine del Re) delle “minestre riscaldate”. Ma ci troviamo di fronte a uno scrittore più maturo, che affronta molti temi a lui già cari da una prospettiva diversa, da un’angolazione completamente differente. Mi viene in mente un’immagine che il grande autore del Maine ci regala in Quattro dopo mezzanotte. Nell’introduzione di Finestra segreta, giardino segreto, scrive di aver notato, un giorno, una piccola finestra posta all’altezza del pavimento, nella lavanderia di casa. Dalla finestra si poteva vedere una nicchia pavimentata in mattonelle tra la casa e la veranda. Era un posto che Zio Steve vedeva tutti i giorni… ma che non aveva mai osservato da quell’angolazione. Da lì tutto sembrava nuovo, tutto sembrava diverso.

Lo stesso vale per questi racconti. La morte non è più vista con gli occhi di un bimbo terrorizzato dal baubau o da un essere multiforme chiamato It. E’ osservata con quelli pieni di lacrime di Alan Parker, o con tutta la disperazione e la rassegnazione del protagonista di Tutto ciò che ami ti sarà portato via.
E se quella che viene definita nell’introduzione “un’arte quasi perduta” è mutata nel corso degli anni, non ha di certo perso valore e spessore. King non scrive più racconti come li scriveva vent’anni fa, ora guarda fuori da un’altra finestra… ma quello che vede è ugualmente affascinante.

Tutto è fatidico
Stephen King
Sperling&Kupfer, 2002
pp. 535,
€ 18,00

Edizione economica
Sperling&Kupfer, Collana Superbestseller
€ 9,20

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