Cinema Grimm Love

Grimm Love

Psicoanalisi e anamnesi di un amore che più “carnale” non si può: la storia del famigerato Armin Meiwes rivive sotto mentite spoglie.

Era il 2001 quando Armin Meiwes salì agli “onori” della cronaca per avere amputato, cucinato e mangiato il pene (e poi tutto il resto) di un individuo conosciuto tramite Internet; strano ma vero, il particolare più surreale non era questo, ma il fatto che la vittima fosse consenziente e avesse volontariamente risposto al cannibalistico appello di Meiwes.

La faccenda fu manna dal cielo per i giornali ma anche per il cinema horror: Grimm Love non è infatti nè il primo nè l’ultimo titolo ad ispirarsi al “cannibale di Rotenburg“, vista la “citazione” in Feed (2005) e la trama di Cannibal (2007), palesemente debitrice.
Nel mezzo, dicevamo, Grimm Love. Diretto da Martin Weisz (remake de Le Colline Hanno Gli Occhi 2), il film riporta le ricerche accademiche di Katie Armstrong (Keri Russell, Mission Impossible 3), studentessa attratta dalla materia antropofagica al punto da dedicarci una tesi di laurea; Katie vola in Germania per esplorare i luoghi natii di Oliver Hartwin, cannibale, tentando di studiarne indirettamente la psiche e le motivazioni più recondite.
Oliver (Thomas Kretschmann, La Caduta, Resident Evil: Apocalypse) è ovviamente Meiwes, per la cui storia passata Katie inizierà a nutrire una crescente e incontenibile ossessione.
In un’oscura e anglofona Germania, si dipana il parallelo tra il cammino di Katie e la ricostruzione della vita di Oliver, segnata dalla morte del padre e dalla possessività della madre.

La favola di Hansel e Gretel, antesignana opera dei fratelli Grimm (da cui il titolo), riecheggia vagamente in un’ora emmezza senza sensazionalismi o scene di horror gratuito: il “taglio” (ehm) del film è puramente drammatico e nella parte dedicata a Katie (in realtà sempre più stringata a favore del crescendo di follia di Oliver), e nel cammino che porta i due uomini alla “cena” conclusiva.
Questa è la scommessa del regista, vinta solo in parte in quanto se da un lato ci risparmia un’inopportuna rivisitazione “romanzata” di una storia che romanzo non è, dall’altro fallisce quando cerca di farci provare empatia, quella che Katie prova effettivamente per la mente alterata del cannibale sulla base di un’umanità e di background filo-psicologici opinabili. Sparsa qua e là, la voce narrante della protagonista prova a costruire congetture sulle motivazioni dell’insana vicenda e a dare profondità in una direzione che sa tanto di terreno minato: “l’importante è ciò che ci rende simili a loro”, riflette Katie. La compassione, però, non può sorgere.

La tensione sì, grazie al bravissimo Kretschmann che dà vita a un Oliver terrificante e fragile al tempo stesso e a un’atmosfera nerissima dal primo all’ultimo secondo.
C’è anche spazio per qualche momento d’umorismo (per quanto possibile), come quando Hartwin serve carne umana – della madre appena trapassata! – ai colleghi di lavoro e nega di divulgare la ricetta perchè “è un segreto di famiglia”, o ancora durante l’inventario per allestire l’attrezzatura del perfetto macellaio di carne umana.
Intenso il finale, tutto cronaca quindi non linciatemi per spoiler, dove va in scena l’unica cena dove il commensale è anche la mensa, dove si ricongiungono i due piani della narrazione e dove sarà impossibile non pensare al famoso gatto che, leccandosi il sedere, suggerisce che i gusti sono gusti.
Il film è coraggioso e solido, ma per la paura vera meglio digitare “Armin Meiwes” su Wikipedia.

Grimm Love

Regia di: Martin Weisz
Scritto da:
T. S. Faull
Interpreti:
Keri Russell, Thomas Kretschmann, Thomas Huber
Durata:
87 min.

About Luca Zanovello

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo!

Altri articoli:

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.

Horror Community

[captain-sign-up text="Partecipa al gioco"]

Focus on

Categorie degli articoli

ebook gratis


    Ai lettori di Horror.it, regaliamo una ghost story inedita di Andrea G. Colombo. Buona lettura!
  • RSS
  • Twitter
  • Facebook
%d blogger cliccano Mi Piace per questo: