Libro Vampiri Gli Archivi Di Dracula – Raymond Rudorff

Gli Archivi Di Dracula – Raymond Rudorff

Immortale come nessun altro vampiro, il Dracula di Stoker ha conosciuto, dal 1897 ad oggi, una fortuna ininterrotta e assolutamente eccezionale.

E’ entrato a far parte dell’immaginario collettivo come sinonimo di fascino e mistero e influenzando un numero pressoché incalcolabile di opere. Ma è soprattutto negli anni Settanta del Novecento che il Principe delle Tenebre per antonomasia è stato fonte d’ispirazione per altri scrittori: Leonard Wolf (A Dream of Dracula: In Search of the Living Dead, 1972), Raymond T. McNally e Radu Florescu (In Search of Dracula. The History of Dracula and Vampires, 1972; in italiano nel 1973 per la Sugar Edizioni con il titolo In cerca di Dracula).
In questo filone, che filone non è (considerata soprattutto l’eterogeneità delle opere; basti pensare che lo stesso King pubblicò il suo Salem’s Lot nel ’75, indicando proprio nel romanzo di Stoker la gemma creatrice) s’inserisce anche Gli archivi di Dracula (The Dracula Archives, 1971) del giornalista e scrittore inglese Raymond Rudorff, finalmente in Italia grazie all’edizione Gargoyle.

La “mano sconosciuta” che introduce agli eventi, metodica nello scartabellare “tra le ombre e la polvere di archivi dimenticati e di cripte ammuffite per mettere insieme i tasselli di questa storia”, sembra farsi intangibile e diafana, furtiva e clandestina, apparentemente destinata a restare inesorabilmente anonima: ma questa è solo una piccola frode, un suggestivo tranello. Chi infatti, se non Rudorff – debitamente trasfigurato dalla lente narrativa, alla stregua delle stesse ombre che va indagando – si presta a dettarne i movimenti? Difficile sopravvalutare l’importanza di questo indizio iniziale. Conciliando l’analisi storica con la sua abilità creativa, traducendo la ricerca folklorica in una rinnovata forza ispiratrice, lo scrittore inglese raccoglie la sfida lanciata dal mito (da ogni mito): quella di annullare le distanze temporali e continuare a confrontarsi con esso.
Come sottolinea a ragione Gianfranco Franchi nella sua postfazione al volume, “Rudorff gioca la carta della credibilità storica (…) Chi ha un’inclinazione autentica per il gotico e per il macabro, può divertirsi a collezionare le fonti e a scoprire quanto poco abbia inventato a loro proposito. (…) Quanto altro ha inventato, allora, lo storico Raymond Rudorff, in questa sua prima incursione narrativa? A questa domanda devono rispondere non la vostra intelligenza, non la vostra coscienza, ma la vostra fantasia e la vostra capacità di credere nei sogni, e naturalmente negli incubi”.
Un lungo, inquieto sguardo sul passato del sanguinario Vlad, raccontato attraverso lettere e stralci di diari.

«Io, nel frattempo, sghignazzavo di fronte al miserabile autocompiacimento di Van Helsing e dei suoi amici, e mi rendevo conto di come le loro scoperte fossero appena la punta di un iceberg, e la loro missione assolta solo per metà…»

Quali misteri nasconde il castello dove la crudele contessa Bathory trascorse gli ultimi anni della sua vita? Cosa, insieme a inestimabili tesori, nell’oscurità giace, e nel silenzio attende di essere trovato?

«Le nostre ombre danzavano impazzite sulle ruvide mura alla luce delle lanterne che oscillavano nelle nostre mani. Improvvisamente ebbi la sensazione, anzi la certezza, che non fossimo più soli in quella stanza. Non era tanto una presenza che i miei sensi al massimo della tensione avevano intercettato, quanto semmai un’eco, il ricordo di un’antica entità».

Cosa sta accadendo alla bella Adelaide? A cosa è dovuto il suo improvviso cambio di atteggiamento, la salute cagionevole, l’apparente sonnambulismo? I terribili, sconcertanti sospetti di Conrad, suo marito, possono essere fondati?

«Allo stato attuale delle cose, è cruciale che venga fatta luce in merito alle supposte conversazioni notturne tra Adelaide e questa misteriosa, invisibile intrusa. Nessuno di noi ha visto alcuno sconosciuto aggirarsi nei paraggi, e io ho perlustrato personalmente la casa da cima a fondo: che un’estranea possa essersi introdotta senza che nessuno si sia accorto di nulla, e che si possa essere dileguata all’istante dopo essere stata sorpresa in camera di Adelaide, è assolutamente impossibile. Eppure… nella stanza da letto con lei, qualcuno c’era».

Infine, perché nel piccolo Stephen, oppresso da una deficienza mentale, comincia a mostrarsi una vitalità intellettuale assolutamente fuori dal comune? Per quale ragione la sua attenzione – il cui fervore sarà eguagliato, in seguito, solo dall’interesse per la mano della giovane Elizabeth Sandor, già promessa in sposa ad un altro uomo – si concentra sugli alberi genealogici dei più antichi casati dell’Impero austro-ungarico, nonché sui lati più oscuri della storia dell’Europa centro-orientale?

Non solo abile mistificatore e metodico tessitore, voce che sussurra e ammalia; Rudorff stesso rappresenta, nelle duecentocinquanta pagine di questo libro, l’oscuro e polveroso archivio in cui trovare (appunto “scartabellando” e “mettendo assieme i tasselli”) le risposte.
Tenete d’occhio gli scaffali con particolare attenzione, dunque: tra un romanzo della Meyer e uno della Smith, potreste trovare una piccola (neanche troppo), graditissima (il superlativo è esplicativo di per sé) sorpresa.

L'INCIPIT

Lasciate che il mondo pensi che io sia pazzo o eccentrico, questo genere di cose mi lascia indifferente. Ciò che i medici possono chiamare follia è in realtà solamente una mia personale forma di ossessione, iniziata dopo che ho letto per la prima volta il libro che avrebbe poi segnato il corso della mia vita, e cioè Dracula di Bram Stoker, uscito nel 1897 e successivamente ristampato innumerevoli volte in tutto il mondo. Dal mio primo incontro con il terrificante personaggio del Conte Dracula, lentamente, insidiosamente e silenziosamente s’è sviluppata in me quest’ossessione, dalla quale è finita per scaturire la ragione principale della mia vita. L’oscura figura del Conte ha da allora infestato le mie notti e i miei sogni.

L’AUTORE

Giornalista e scrittore inglese, Raymond Rudorff (1933-1992) si è laureato alla London University, ed è stato traduttore dall’italiano e dal francese, vivendo a lungo in Francia, e per qualche tempo a Roma. Ha pubblicato romanzi – The Dracula Archives (1971, Gli archivi di Dracula, Gargoyle 2010), The house of the Brandersons: a novel of possession (1973, La dimora dei Brandersons, Sonzogno, 1975), The Venice Plot (1976, Complotto a Venezia, Sonzogno 1977) – e saggi – Art treasures of the world assieme a Eleanor Munro (1964), Studies in ferocity: a book of human monsters (1969), The Paris Spy (1969, Guida ai piaceri di Parigi, Sugar 1970), The Myth of France (1970), The Belle Epoque. Paris in the Nineties (1972), The Knights and their world (1974), War to the death: the sieges of Saragossa, 1808-1809 (1974). Nel 1965, ha curato la traduzione inglese del celebre saggio Il vampiro di Ornella Volta.

Gli Archivi Di Dracula

di Raymond Rudorff
Traduzione di Simone De Crescenzo
Postfazione di Gianfranco Franchi
Gargoyle Books
Pagine: 252
Euro 13,50

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