Cinema Sotto il vestito niente. O la mondanità degli anni Ottanta

Sotto il vestito niente. O la mondanità degli anni Ottanta

«Che cos’è una modella? Un corpo, un volto, un po’ di trucco, un bel vestito, e sotto il vestito… niente»

Nell’era della “Milano da bere” che ha regnato per tutta la seconda metà degli anni Ottanta, ecco che un regista come Carlo Vanzina sforna uno dei film più interessanti dell’epoca, al punto che risulta quasi strano pensare che, oggi, il suo nome sia collegato unicamente (o quasi) al “cinepanettone” natalizio.

Sì, perché Sotto il vestito niente (girato tra gli Stati Uniti e l’Italia nel 1985) è un thriller vecchio stampo, dai registri classici, cadenzato da una punteggiatura filmica da manuale, con effetti visivi e musicali che ricorderebbero da vicino perfino un giovane Dario Argento.

Elegante, raffinato, come la moda che gli fa da contorno, Sotto il vestito niente colpisce, com’è sempre stato, per la regia pulita, priva di fronzoli e orpelli (che sarebbero stati ridondanti, in questo caso) particolari, ma con una forte tensione emotiva che culmina in un finale tanto forte quanto inaspettato. Sì, fa ancora strano pensare che si parli di Carlo Vanzina.

Ma è altrettanto evidente, tuttavia, che Sotto il vestito niente attinga dai grandi classici del cinema: per le strategie della tensione che utilizza, per i falsi raccordi su cui spesso si puntualizza, per le false piste che inserisce a mo’ di inserto per le scene di maggior empatìa (la stessa empatìa che, guarda caso, “colpisce” il fratello di Jessica (la protagonista scomparsa del film).

Di tutt’altra pasta, ma non meno degno di nota, è il suo sequel, Sotto il vestito niente 2, diretto da Dario Piana nel 1988.

Seppur a soli 3 anni di distanza dal primo film, il “vestito macchiato di sangue” di (e da) Piana è molto più morboso del suo predecessore, basti pensare alla scena dello stupro nella vasca, che oltre ad essere altamente suggestiva carica lo spettatore di quel pathos sufficiente ad affrontare l’intero film con uno spirito totalmente differente, certo meno “sussurrato”, ma non per questo con meno impatto.

Già il passaggio ideale dal mondo della moda a quello dei videoclip musicale avverte lo spettatore sul cambio di registro con cui il regista affronterà la pellicola: sarà tutto molto più rapido, molto più ritmato, molto più cadenzato, quasi come se il film stesso, in certi momenti, fosse un lungo videoclip.

Il ritmo, dunque. Decisamente più incisivo. Ci si sofferma maggiormente sulle scene di sesso, a volte, meno su quelle di pathos, ma l’atmosfera, tuttavia, sembra volere, in ogni caso, regalare allo spettatore le patinature tipiche del mondo della moda e dello spettacolo.

Pur scadendo, talvolta, nei classici clichè comuni a taluni slasher movie (la vittima che esclama “Tu” guardando negli occhi l’assassino sarebbe, in casi come questo, da evitare come la peste, ma tant’è…), in ogni caso Sotto il vestito niente 2 si rivela essere, nel senso più positivo e genuino del termine, il più classico dei thriller, con i più classici startle effect e gli agguati più comuni (strade buie, teatri di posa abbandonati, vasche da bagno…).

Provando a definirlo una sorta di proto-slasher, con tanto di “cazzutissime” scream queens, Sotto il vestito niente 2 è molto più orrorifico del precedente, ed ha il pregio di non scadere mai nello splatter gratuito (che in un film come questo sarebbe risultato certamente fuori luogo).

Sotto il vestito niente

di Carlo Vanzina
Italia, Usa 1985

Sotto il vestito niente 2

di Dario Piana
Italia 1988

 

About Luna Saracino
Appassionata, maniacale, artisticamente onnivora, anche se l’horror in ogni sua forma e sostanza è entrato a far parte della sua vita fin dalla più tenera età e oggi cinema e letteratura (horror e non solo) più che una passione, forse, sono diventati una vera e propria ragione di vita.

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Comments

Posted On
mar 27, 2011
Posted By
Montebello Francesca

E’ incredibile pensare a Vanzina dal punto di vista del thriller….in effetti quando si nomina Vanzina si pensa ad un cinema allegro.
Grazie per l’ informazione che effettivamente mi ha stupito !!!!!

Posted On
mar 27, 2011
Posted By
paolopiazza

visto a suo tempo al cinema, mi stupisce (ma in effetti non dovrebbe più di tanto) questa rivalutazione del capostipite. si scimiottava (e non omaggiava) il cinema di argento e depalma con la solita insipienza e superficialità tipica dei fratelli vanzina.
eleganza? raffinatezza? sotto la pellicola (e la critica) niente di niente.

Posted On
mar 29, 2011
Posted By
Andrea Lanza

Che Vanzina abbia girato dagli anni 90 in poi prodotti discutibili se non nauseabondi è vero (ma per esempio Quello che le ragazze non dicono è una commedia dolce amara non disprezzabile), ma sarebbe assurdo negare tutto il buono che ha fatto negli anni 80 a cominciare dal meraviglioso Sapore di mare passando per spaccati sociali come Via Monteapoleone fino ai suoi thriller al cardiopalma. Sotto il vestito niente, grande successo commerciale e giallo bene congegnato, è la dimostrazione che Vanzina poteva fare di meglio di commedie scoreggione. Purtroppo il futuro per lui non è stato tanto roseo.

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