Non bello, non riuscito, ma folle.
Come il predecessore Cabin Fever, il film tratta ancora di esseri umani contagiati dal virus che provoca la fascite necrotizzante. Nel primo film, Paul, uno dei protagonisti infetti finiva in un lago infettandolo. Cabin Fever 2 si apre con Paul ormai consumato dal virus che emerge dalle acque del lago e corre a cercare aiuto. Muore però subito investito da uno scuolabus. Nel frattempo l’acqua del lago contagiata da Paul arriva fino a uno stabilimento per l’imbottigliamento dell’acqua e finisce in un carico di bottiglie infette consegnate ad un college americano. Il virus viene così ingerito inconsapevolevolmente da molti studenti e dopo un periodo di incubazione, durante il ballo annuale inizia la tragedia tra vomito, bolle di sangue, e profonde lacerazioni… Nel frattempo arrivano i federali che mettono in quarantena l’intera zona e iniziano la “sterilizzazione” uccidendo chiunque vedano. John e Cassie, due studenti non infetti, dovranno vedersela sia col pericolo di contagio del virus sia con i soldati che uccidono chiunque sia rimasto in vita.

Una coppia si trasferisce in una casa conosciuta nel vicinato come “House of Blood”. Inizieranno ad accadere cose strane… Una divertente horror-comedy che con poche trovate riesce a strappare qualche risata.


Vampiri dal sapore anni ’90. Tra morsi, sesso e adolescenti, un film con un tema centrale interessante.
Un thriller “on the road” che strizza l’occhio a Duel (1971), primo lungometraggio di Steven Spielberg.
Un mockumentary che non ha nulla di nuovo da dire. Alcune idee interessanti per un risultato insufficiente che tuttavia si lascia guardare.



