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Ost: Dark Skies

Dark-Skies-SoundtrackDark Skies OST è minimale, profondo, tagliente, compatto come un innesto alieno su di un tavolo chirurgico.

Dark Skies – Oscure Presenze è il quarto film di Scott Stewart, regista dal gusto non sempre sopraffino che, dopo i pessimi Legion e Priest, si riscatta in pieno con Dark Skies, low budget efficace nel giocare intimamente per sottrazione, lungometraggio lineare, limpido nella narrazione pur nel suo essere improntato su atmosfere  scure come la pece, film che unisce il tema dell’abduction a quello altamente trendy della casa infestata,  recentemente riportato all’antico splendore da pellicole come L’Evocazione, Insidious o Sinister.

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Cabin Fever 3 – Patient Zero: anteprima

coverRitorna il virus più letale della storia dell’horror.

Il primo capitolo di Cabin Fever del 2002 fu nei fatti l’esordio indie e squattrinato di Eli Roth, uno dei futuri capisaldi dell’horror moderno, director brutale e beffardo destinato a individuarsi come uno dei  nomi principali del movimento splat pack. E a buon titolo nel clan dei genietti dell’orrore contemporaneo ci sta pure Ti west, regista non sempre costante ma dai colpi di macchina geniale e autore del secondo capitolo dela saga di Cabin Fever nel 2009 (Cabin Fever 2- Spring Fever). Del primo film c’è poco da aggiungere perchè tanto si è già detto. Film intenso, cattivo, vibrante, claustrofobico e  cult ma non “instant” cult.

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All Cheerleaders Die: anteprima

coverTorna Lucky Mckee, il talento indie esploso con The Woman. Al suo fianco Chris Siverston, amico di lungo trascorso e regista di The Lost e de Il Nome dell’Assassino.

All Cheerleaders Die altro non è che la riproposizione modernizzata, ricca e credibile(!) della prima opera giovanile del duo McKee-Siverston che, da quel lontano 2001, ha intrapreso una scalata nel mondo della settima arte dall’alterna andatura. Mc Kee per esempio, ha fatto gridare al miracolo con The Woman (2011), forse il più bel film di quell’annata ed aveva fatto già bene con May (2002) per poi partorire nel mezzo l’evanescente tentativo mainstream di Red (2008). Siverston, se vogliamo, è stato ancora più discontinuo,  con The Lost (2006) gradevole, I Know Who Killed Me (2007) mediocre e Brawler (2011) pessimo. 

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Skinwalker Ranch: anteprima

cover alieniTratto da fatti realmente accaduti, Skinwalker Ranch è un’ inquietante storia di rapimenti alieni che sta incuriosendo non poco pubblico e critica americana.

Uscito tre giorni fa in alcune sale selezionate negli States e disponibile in forma DOV su i Tunes, Skinwalker Ranch sta nel complesso mettendo d’accordo pubblico e critica grazie a un ritmo serrato, effetti speciali efficaci e d’impatto  e per via di un certo mestiere nell’uso della macchina da presa del buon Devin McGinn, esordiente director e faccia da sberle in numerose serie TV, qui nel duplice ruolo di attore-regista. Siamo dalle parti di Paranormal Activity e succedanei, found footage a basso costo adattato agli alieni un pò come già sperimentato nel più che discreto Il Quarto Tipo (2009, Olatunde Osunsanmi).

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Wer: anteprima

 wer_xlg-posterI creatori di The Devil’s Inside riportano l’uomo lupo  al cinema dopo le deludenti apparizioni degli ultimi anni.

Le leggende dell’uomo lupo e del licantropo (meglio non confonderli, tecnicamente non sono la stessa cosa, il primo si trasforma contro la propria volontà perdendo la ragione, il secondo si trasforma a piacimento e mantiene l’umana ratio) hanno origini antichissime e  spettro geografico molto esteso. Laddove l’uomo è entrato in contatto col lupo (e con altri canidi come lo sciacallo in Nord Africa) li si sono sviluppati miti molto affini fra loro.

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The Strange Colour of Your Body Tears: anteprima

the strange colourRitorna la premiata ditta Bruno Forzani- Helene Cattet, osannati dopo il cadeau per giallisti all’italiana Amer, qui alla prova più dura, la riconferma dopo l’elogio.

Quando circa tre anni fa assistetti alla visione di Amer rimasi folgorato dal fulmine dell’amarcord e gridai al miracolo, come un bambino ebete e bisognoso di strumenti odontoiatrici correttivi di fronte al giocattolo della vita nella notte di Natale più povera che ci fosse mai stata. Amer fu un miracoloso e, forse miracolato, tuffo nella piscina di Cocoon, un bagno caldo e rigenerante dopo tanto faticare nell’impervia ricerca del decente.

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Brando: Carcassa Integrazione

download (1)Quando un operaio viene licenziato dal proprio capo, non gli rimane che lavorare per la propria vendetta…

Questa la tag di Facebook per Carcassa Integrazione, 23 minuti di slasher comedy che merita davvero un encomio speciale. Già, perché è metacinema allo stato puro, storia nella storia di chi prova a fare qualcosa di buono con pochi mezzi in un’epoca, senza falsa retorica, in cui il vero working class hero, è chi ci prova, chi con furbizia e mestiere sfrutta piattaforme gratuite e possibilità di pubblicità sempre più virali per tentare di fare della propria passione un mestiere, chi insomma, combatte le contraddizioni della legge Fornero, i sogni capovolti e vomitati, l’incertezza e la rinuncia con prodotti come questo Brando – Carcassa Integrazione. Quindi, prima ancora che di arte cinematografica, prima ancora che di corto al  netto del giudizio, qui si deve parlare di coraggio, di vita vera.

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Nothing left to fear: anteprima

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Non ci bastava quell’ irsuto e barbuto di Rob Zombie,in vero raffinato genio postmoderno, a rinnovare lo storico intreccio fra Metallo Pesante e Cinema dello spavento.

Dopo le comparsate Eighties di Alice Cooper, Gwar, Kiss e Ozzy, le recenti e improbabili apparizioni degli storici, italianissimi e nerissimi Death SS nel coraggioso Precognizioni di Sergio Zanetti o ancora le autoreferenziali mossette vasmpiresche di Dani Filth in Cradle of Fear ( 2001, Alex Sahandon) ecco il ritorno alla ribalta di Slash, icona “gibsoniana” dei Guns n’Roses, alle prese con Nothing left To Fear, dove, oltre a curare la colonna sonora, si cimenterà nelle insolite vesti del produttore coadiuvato dai giganti Anchor Bay Film e Upload Films. è un pò come se una nuova tendenza sia li li per nascere: metallari attempati e  forse all’ultimo riff sul palco del sunset blvd dietro la macchina da presa a glorificare il male.

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Machete Kills: anteprima

machete kills coverEra il 1992 quando un giovanotto poco più che ventenne sbarcava a Hollywood con El Mariachi , prodotto poco più che artigianale, a bassissimo costo, destinato a divenire primo mattone dell’epopea cult di Robert Rodriguez.

Sono passati due decenni e più, e Rodriguez, ancor oggi troppo sbrigativamente etichettato come il più nobile dei figliocci della “Tarantino pulp generation”, è uno degli autori postmoderni più amati, talvolta odiati, certamente discussi del mondo. Ne ha fatta di strada Robert, mex-tex apolide e nomade anche nel suo Cinema, infarcito di personaggi incompiuti, irrisolti, votati alla resistenza nella linea narrativa per eccellenza della vita e, per osmosi, nell’arte del racconto, quella linea che passa dalla crisi, dal conflitto e dalla soluzione del conflitto stesso.

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Killer In Viaggio

cover kill. in. viaggioDue novelli fidanzati, un’Inghilterra da scoprire e tanta exploitation: la terza perla di Ben Wheatley, autore che è sempre più certezza piu che promessa.

Talvolta risulta molto difficile recensire con occhio critico obiettivo il lavoro di uno dei tuoi cineasti preferiti. Ben Wheatley non è Hitchcock e nemmeno Refn o Laugier, ma è bravo. Davvero bravo. è l’uomo della gavetta, quello che per arrivare a far emergere il proprio talento le prova tutte, colui che parte decisamente dal basso per giungere alla semi consacrazione ben oltre i quaranta.

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