Hatchet 3

Violentissimo, divertente e old school, ma solo per fan del cinema splatter anni 80.

Il cattivo Victor Crowley (Kane Hodder) sembra morto e la bella Marybeth è arrestata dalla polizia con l’accusa di essere lei la killer della palude. Quando una squadra di teste di cuoio viene mandata però a raccogliere i cadaveri trucidati dei primi due film, il mostro si rigenera per continuare la sua carneficina. Riuscirà Marybeth a mettere fine alle gesta dell’assassino?

Il primo Hatchet fu per il mondo del cinema splatter una ventata d’aria fresca, un horror anni 80 dalla fattura artigianale, un ritorno culturale alle origini del genere slasher, lo stesso che aveva dato fama a Venerdì 13 e ai trucchi di Tom Savini. Lo spettatore del 2006 venne travolto letteralmente da una festa vintage di lattice e di sangue artificiale, un modo di fare spettacolo morto e sepolto sotto valanghe di tecnologia avanguardistica.

Adam Green nel mettere insieme il suo personale vaffanculo al cinema horror moderno chiamò come effettista John Carl Buechler, lo storico creatore dei vari mostriciattoli anni 80, i vari Ghoulies o Troll, come a precisare che il suo film non aveva bisogno di computer grafica per essere efficace. Hatchet era (e doveva essere) per forza, date le premesse, irripetibile, ma il suo autore azzardò, spinto dalle lusinghiere critiche, un secondo capitolo: ovvio che il disastro annunciato era pronto ad essere servito. Hatchet 2 risultò un clone sbiadito del precedente lavoro: più splatter, ma soprattutto noiosissimo. Hatchet 3 non nasce quindi con le migliori premesse (Green si limita a scriverlo) ma riesce nella missione impossibile di riportare la serie ai fasti del primo film: il sangue, l’umorismo massiccio ma non cretino e una sceneggiatura perfetta nella sua banalità ricercata fanno di questo ultimo capitolo un gioellino naif. Le regole basilari dell’horror movie vengono azzerate: impossibile capire chi vivrà o meno, tutti incontrando il killer Victor Crowley possono andare incontro ad una morte rovinosa, anche i probabili protagonisti.

Dopo la presenza, nei primi due capitoli, di Robert Englund (il Freddy di Nightmare) e Tony Todd (il Candyman barkeriano), il terzo episodio annovera, nel cast, altre leggende del cinema horror: Zach Galligan (Gremlins), Caroline Williams  (Non aprite quella porta 2), Danielle Harris (Halloween 4 e 5) e Sig Haig (La casa dei mille corpi). Ad interpretare poi il killer immortale è ancora Ken Hodden, storico assassino dei primi Venerdì 13: delizioso quindi vederlo uccidere il suo sostituto moderno, Derek Mears, nuovo Jason nel remake di Nispel, qui nei panni di un esaltato militare. D’altronde Hatchet è un film principalmente rivolto agli appassionati, una pellicola di nicchia che neanche ci prova a fare presa sul pubblico giovane. Se la regia di BJ McDonnel, alla sua prima prova dopo una lunga gavetta nei reparti tecnici, risulta prevedibilmente insapore, il meglio lo danno gli effetti speciali, grezzi e sanguinosi come non mai con teste frantumate, ossa estirpate e arti amputati in un geyser di sangue e frattaglie tra i più copiosi degli ultimi anni. Se si è nell’animo ragazzi, pur con i capelli bianchi, il divertimento è assicurato, per tutti gli altri c’è sempre Michael Bay.

Altri articoli: