Cinema The victim

The victim

Un film orribile, a dir poco.

Annie e Marie si ritrovano in una situazione di grave pericolo. Annie è stata testimone di un crimine commesso da due vice sceriffo, che le stanno dando la caccia. In fuga dai suoi persecutori, Annie bussa alla porta di Kyle, in una casa in mezzo ai boschi. Solitario e affascinante, Kyle ha da sempre vissuto lontano dal caos della civiltà, preferendogli la tranquillità della natura. Da quel momento, però, due differenti mondi, costretti a convivere dalle circostanze, si scontreranno in maniera violenta in un susseguirsi di eventi che ridiscutono in continuazione i ruoli di vittima e carnefice.

The victim è l’ennesimo atto di hubris di un attore, il voler essere dietro e davanti la macchina da presa con la stessa bravura. Non tutti però sono Clint Eastwood o John Cassateves, la regola d’altronde è semplice: ad ognuno il proprio lavoro. Come se, per assurdo, il nostro salumiere di fiducia si improvvisasse chirurgo solo perchè spettatore attento di “Operazioni da incubo” su Real time… No non va, anche se, come detto, le eccezioni esistono e non si limitano a quei due nomi decantati, d’altronde Balla coi lupi o Braveheart sono qui a testimoniare la fallacità dell’assunto, ma diciamo che per una buona fetta di attori con velleità registiche il concetto calza a pennello.

The victim è, senza dubbio, il peggio del peggio: non una sola idea di come si posizioni la macchina da presa, non un guizzo nella messa in scena, tanti momenti inutili e ridondanti, ma, cosa imperdonabile, almeno per il suo autore, un nutrito gruppo di interpreti che recita così male da far sembrare il film una parodia. Michael Biehn è un attore cresciuto sotto l’ala di James Cameron, ha interpretato opere importantissime come Terminator, The abyss o Aliens scontro finale, vantanto una recitazione sempre e comunque impeccabile. Quindi stupisce che, proprio in un film autodiretto, Biehn abbia dato il peggio con una recitazione alla Jack Nicholson di quart’ordine, occhi strabuzzati, viso folle, risatina trattenuta, qualcosa di così imbarazzante che potrebbe far rivalutare qualsiasi Nicholas Cage alimentare. Non che il resto del cast lo aiuti, anche se si parla di prezzemoline dell’horror come la bellissima Danielle Harris, ex bambina prodigio nei capitoli dimenticati della saga di Halloween, caduta chissà come, da grande, in  filmacci senza arte nè parte. Si capisce subito che a Biehn, più che girare, interessa solo di mostrare le grazie di Jennifer Blanc, popputa starlette di poco conto, ma con il vanto di essere sua moglie.

Eccolo allora che l’ex marine spaziale ammazza alieni diventa il Tinto Brass più porcone: non perde occasione di spogliare la compagna con momenti gratuiti di totale imbarazzo, come nella ridicolissima scena di sesso tra i due, quasi come se godesse nel mostrare al mondo che uomo fortunato sia. Oh yeah, oh fuck me bitch, neanche fossimo nell’angolo horror del canale per gli scambisti di youporn, sharing my wife. The victim sulla carta poteva anche essere buono, l’idea di confondere lo spettatore in un intreccio che volutamente ambigua i vari personaggi non era male, ma avrebbe meritato più nerbo e una vera regia. A questo poi aggiungiamo che il passaggio da attore a regista (anche se nel 2010 Biehn ci aveva giù provato con scarsi risultati) è colpa di quel bischero di Robert Rodriguez al quale il film è dedicato. Se nelle intenzioni c’era l’idea di fare un altro film Grindhouse alla Planet terror, il risultato è sconfortante e non si capisce neppure dove stia il gusto scellerato per il vintage degenere come in altre pellicole tipo Machete. Comunque The Victim, quaunque fosse la sua dimensione o le ambizioni, fa pietà, non riuscendo neanche a divertire come tanti brutti film che ci restano nel cuore.

The victim - VOTO: 1/5

Anno: 2011 - Nazione: USA - Durata: 90 min.
Regia di: Michael Biehn
Scritto da: Michael Biehn, Reed Lackey
Cast: Michael Biehn - Jennifer Blanc - Danielle Harris - Ryan Honey - Denny Kirkwood
Uscita in Italia: - Disponibile in DVD:

 

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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