Cinema You can’t kill Stephen King

You can’t kill Stephen King

MV5BMTQ4MTQ3NzU2MV5BMl5BanBnXkFtZTcwNzcxNTcxNw@@._V1_SX214_Una black comedy che scherza col genere slasher e con l’immaginario horror creato dal maestro Stephen King senza però divertire abbastanza

Un gruppo di sei amici è in viaggio nel Maine per una vacanza nella casa dei nonni di due loro in riva ad un lago: lo scopo del viaggio è anche quello di cercare di scoprire dove abiti lo scrittore horror più famoso del mondo, ovvero Stephen King. Arrivati sul posto scopriranno che gli abitanti sono piuttosto ostili e nella notte un killer inizierà a far fuori i nostri protagonisti seguendo alcune morti descritte nei racconti di King. Un titolo che, come si dice, è tutto un programma per una comedy horror che non si prende decisamente sul serio e che va a scomodare niente di meno che il re dell’horror in una operazione che ricorda il recente The Raven, in chiave qui demenziale. Sotto alcuni punti di vista però il progetto sembra più riuscito nelle intenzioni che nel risultato; in effetti non si ride poi molto e soprattutto non tutti i riferimenti alle opere dello scrittore sono chiari, almeno non per un appassionato di medio livello.

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La comicità è legata in gran parte alla presa in giro degli stereotipi dello slasher-movie: i protagonisti sono i classici ragazzi bellocci e stupidi (molto) tra cui la gnocca supersexy, il tamarro di colore, lo sfigato amante di King, la depressa, il reduce dall’iraq e la sua ex. Nel film è un continuo scherzare sui ruoli rivestiti, cercando la battuta in ogni momento (Lamont che si definisce “the only black guy in Maine”), facendoli risultare ancora più fastidiosi del necessario. Stereotipati anch’essi, ma più funzionali nel ricreare il tipico ambiente di provincia della narrazione di King, sono gli abitanti del posto: strani, silenziosi e ambigui, una su tutti la proprietaria del diner dove i nostri si fermano a mangiare che ricorda non troppo lontanamente la Kathy Bates protagonista di Misery. Per quanto riguarda i riferimenti all’opera dello scrittore va detto che in alcuni casi sono lampanti, come la suddetta signora o la barca affittata per il giro sul lago chiamata Christine, o anche solo nelle musiche che richiamano in gran parte quelle di Shining (e in alcuni casi anche quelle di Venerdì 13 ma qui siamo fuori tema). In altri casi il riferimento è meno immediato, come negli omicidi che riprendono scene raccontate nei racconti della raccolta “A volte Ritornano” e de “L’ombra dello Scorpione” o nel personaggio dell’affitta-barche che richiama un personaggio interpretato da King stesso nel film Creepshow.

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Uno dei momenti più divertenti è proprio quando Ronnie, lo sfigato e pervertito fan di King che si sogna It e la donna nella vasca di Shining, ricostruisce gli omicidi cogliendo i riferimenti e definendo il loro grado di pericolo come un livello di “Stephen King danger”, aiutando anche il pubblico a capirci qualcosa. Per quanto riguarda la parte più squisitamente slasher invece, a causa di un budget limitato, non abbiamo troppa efferatezza o violente morti esplicite, ma non se ne sente la mancanza data la confezione pulita e tutto sommato gradevole, anche grazie ad un finale gustoso che risolleva le sorti demenziali della pellicola. Un’idea di partenza quindi intrigante che fallisce però nel risultato, poco King (lo scrittore ha rifiutato di comparire nel film), poco slasher, poche risate non bastano a regalare qualcosa di memorabile, se non il titolo.

You can't kill Stephen King - VOTO: 1.5/5

Anno: 2012 - Nazione: USA - Durata: 86 min.
Regia di: Ronnie Khalil, Monroe Mann, Jorge Valdes-Iga
Scritto da: Ronnie Khalil, Monroe Mann
Cast: Monroe Mann - Ronnie Khalil - Crystal Arnette - Kayle Blogna -
Uscita in Italia: INEDITO - Disponibile in DVD: NO

About Alessandro Cruciani
Cresciuto nella provincia di Viterbo a pane e film, tra notti horror e combattimenti alla Van Damme, ha coltivato questa passione arrivando a creare gruppi di folli appassionati di cinema su facebook e a collaborare con alcune recensioni su www.bizzarrocinema.it e wwww.horror.it. Al di fuori del lavoro ama leggere, ascoltare musica e divorare serie tv.

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