Apocalittico Resident evil Retribution

Resident evil Retribution

L’ennesimo capitolo di Resident Evil risulta meno peggio del previsto.

Il mortale T-virus dell’Umbrella Corporation continua a devastare la Terra, trasformando la popolazione mondiale in eserciti di non-morti affamati di carne umana. L’ultima ed unica speranza per la razza umana, Alice, si risveglia nel cuore della struttura per le operazioni più clandestine dell’Umbrella e scopre altri dettagli riguardanti il suo misterioso passato mentre si addentra sempre di più all’interno del complesso segreto.

Ormai la serie di Resident Evil ha totalmente abbandonato le ambizioni da horror romeriano, com’era agli albori, per concentrarsi sui binari dell’action testosteronico. E’ in fondo lo stesso identico percorso che ha affrontato il videogame ispiratorio, nei suoi molti capitoli, passando da survival horror claustrofobico a sparatutto dai toni velatamente macabri. Abbiamo avuto un paio d’anni fa il ritorno del creatore Paul W. S. Anderson dietro la macchina da presa con un irrisolto Resident evil Afterlife, micidiale action di rara cretineria salvato solo dal mestiere del regista.

Tute di latex, fibbie e pistolone…

Quindi, in questa nuova opera, ci si aspettava il peggio, ma fortunatamente il film, pur non essendo un capolavoro, riesce a divertire, ad appassionare cercando di creare una storia non solo di spari e botti, ma con un minimo di costruzione narrativa. Che Anderson si sia un po’ rimbecillito in questi ultimi tempi è cosa risaputa e visibile agli occhi di tutti: come soltanto pensare che lo stesso autore di un’opera bellissima e a suo modo definitiva della scifi horror come Event horizon sia lo stesso che ha commesso il crimine de I tre moschettieri? Sarà stato il matrimonio con la bella Jovovich, l’innamoramento che strappa i capelli, ma davvero il nostro W. S. preferito ha scelto da anni la strada dell’estetica fine a se stessa, confezionando film orribili a livello narrativo eppure ineccepibili in quello visivo, la corrispondente di un videoclip dilatato a un’ora e mezza. Eppure non dimentichiamolo, Anderson è il mago che agli esordi riuscì a rendere oro la materia meno pregiata, ovvero fare un film di Mortal Kombat discreto, quasi un miracolo se si pensa allo sfracelo di Van Damme e del suo Streetfighter.

Ogni scusa è buona per vedere Milla mezza nuda…

In Resident evil: retribution il regista aggiusta il tiro del precedente capitolo e, pur mantenendo l’acceleratore dell’azione al massimo, riesce a portare a casa un sano divertimento scacciapensieri che stavolta non rinuncia alla dimensione macabra e orrorifica. Se si accetta di spendere i soldi al cinema per un fracassone film di morti viventi ed esplosioni, glorificato dalla potenza del 3D, ci si può anche divertire, ma di certo l’idea di Resident Evil come capitolo spurio della (allora) trilogia romeriana (La notte dei morti viventi, Zombi, Il giorno degli zombi) è discorso chiuso senza possibilità di appello. D’altronde l’opera di Anderson è un onestissimo prodotto d’intrattenimento, girato come si deve e per nulla (a differenza del precedente episodio) noioso: chiedere altro sarebbe davvero volere l’America. Tra le molte scene di grande impatto spettacolare si ricorda l’arrivo di un gruppo di gargantuelici mostri armati di grosse spade, e una tesa scena d’inseguimento in auto con palazzi pronti a crollare e morti viventi armati di fucile. L’idea di un’armata bolscevica di non morti poi strizza l’occhio (rivoluzionandone la concezione nel cambio di nazionalità) sia al sottogenere dei nazi zombi, piacere infimo per ogni buon amante del cinema folle, sia al mondo dei videogiochi, dove Resident evil trae le sue origini, nel capolavoro sparatutto Wolfestein. Divertente e imprevista l’idea di far resuscitare gli attori defunti delle precedenti opere sancendo un legame con il primo capitolo che si era perso negli ultimi film della serie. Così anche l’intuizione di far muovere i personaggi di scenario in scenario (Giappone, Russia, Racoon city) come fossero schemi da videogame è un modo sotterraneo per ribadire le origini videoludiche, molto meno plateale dell’introduzione, anche inutile, di personaggi storici, finora dimenticati, del Resident Evil videogioco come Barry Burton . Gli attori di sicuro non sembra stiano recitando Shakespeare però la loro prova è comunque di discreto livello, tanto basta ed è richiesto per un film dove contano più le sparatorie o le scene d’azione delle mille sfaccettature dell’anima. Inutile dire che il finale è aperto, ma l’introduzione di un nuovo scenario da opera fantasy, con tanto di draghi volanti, potrebbe portare intuizioni innovative alla serie che, come detto, non sembra più molto interessata all’horror nudo e crudo.

Resident evil: retribution - VOTO: 3/5

Anno: 2012 - Nazione: USA, Canada, Germania - Durata: 96 min.
Regia di: Paul W. S. Anderson
Scritto da: Paul W. S. Anderson
Cast: Milla Jovovich - Michelle Rodriguez - Sienna Guillory - Oded Fehr - Li Bingbing
Uscita in Italia: 28 settembre 2012 - Disponibile in DVD:

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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