Cinema Il Corvo

Il Corvo

Quando un film – dopo vent’anni – è ancora un culto generazionale.

Ci sono pochi film che riescono ad entrare nell’Olimpo dei “tormentoni” cinematografici mondiali come Il Corvo. Chiunque, almeno una volta nella vita, ha sentito parlare delle avventure di Eric Draven che torna in vita dall’aldilà per regolare i conti con gli assassini suoi e della sua amata. Quasi tutti hanno visto il film di Alex Proyas almeno una volta nella vita (se non più d’una, ovviamente). In tanti, tantissimi, hanno pianto la morte prematura di un grande talento come Brandon Lee, venuto a mancare proprio durante le riprese. E nessuno, forse, può contestare in alcun modo il fatto che, a quasi vent’anni di distanza, Il Corvo è ancora un film di culto, un manifesto generazionale, una splendida storia d’amore, ma anche – e soprattutto – uno degli horror meglio riusciti degli ultimi 20 anni, per ambientazioni, musiche, messinscena e, perché no, interpretazioni.

Il film di Alex Proyas (oltre a dei chiari riferimenti alla splendida poesia The Raven di Edgar Allan Poe) prende spunto da una graphic novel di James O’Barr, edita a cavallo tra il 1988 e il 1989 per conto di Caliber Comics.

L’autore aveva cominciato a lavorare alle sue tavole, però, già nel 1981, anno in cui era arruolato nel corpo dei Marines a Berlino e veniva fuori da una grave perdita a lui vicina. Mentre disegnava le prime tavole del suo “corvo”, però, venne a conoscenza di un terribile fatto di cronaca nera: una coppia di giovani innamorati era stata uccisa per un anello di fidanzamento di soli 30 euro. O’Barr decise, così, di fondere l’annunciata tragedia con la sua storia e di stendere nero su bianco, china su cellulosa, quello che alcuni anni dopo sarebbe diventato un fumetto di culto: Il Corvo, appunto. Perché proprio il corvo, vi chiederete? Ebbene tradizione vorrebbe che il corvo sia un famoso psicopompo, ovvero una sorta di traghettatore di anime con il compito di guidare gli spiriti dei defunti nell’aldilà: si dice, tuttavia, che sia anche in grado di risvegliare le anime tormentate per aiutarle a regolare i conti con la vita terrena e poter, dunque, guadagnare la pace in quella ultraterrena. Da questo assunto fondamentale prende vita anche il film di Proyas che, nonostante alcune differenze con le chine di O’Barr, in realtà ne è la sua completa e fedele trasposizione cinematografica.

Servendosi di uno dei migliori piani sequenza della storia del cinema, Alex Proyas apre il suo film mostrando allo spettatore la scena del crimine, ponendolo subito in medias res, specificando fin dalle prime battute quale sarà il mood del film. Quasi come un corvo che si destreggia abilmente tra i grattacieli di una città cupa, grigia, triste e logora, la macchina da presa guida lo spettatore fino alla finestra dell’appartamento di Eric e della sua amata Shelly, lì, sul luogo del delitto, agganciando, così, il flashback che ricostruirà il tragico avvenimento che ha provocato la loro morte. Un anno dopo, un corvo si poserà sulla lapide di Draven (da “raven”, ovvero uno dei nomi inglesi per “corvo”), facendolo risvegliare: la vendetta sta finalmente per compiersi. Guidato dal volatile e protetto dalla sua aura quasi invincibile, Eric cercherà un travestimento (a mo’ di supereroe/giustiziere), così da poter consumare la sua vendetta senza rischiare di essere riconosciuto.

Costato più di 15 milioni di dollari – rispetto ai preventivati 8 milioni – a causa della morte prematura dell’allora giovane e promettente Brandon Lee (ucciso, come è noto, da un colpo di pistola proprio durante le riprese del film), Il Corvo è ancora oggi uno dei film più citati della storia del cinema. Con una fotografia volutamente sporca in certi punti e assolutamente fredda in certi altri, ambientazioni ricercate, malinconiche, cupe e ispirate a certi racconti e romanzi ottocenteschi di matrice gotica – come, appunto, la poesia di Poe – il film di Proyas è il commovente manifesto di una generazione cresciuta a pane, Cure e Joy Division, ma anche una delle più strazianti storie d’amore così forte da poter superare qualsiasi barriera, qualsiasi confine, qualsiasi dolore.

Da The Raven, di Edgar Allan Poe:

… And the raven, never flitting, still is sitting, still is sitting
On the pallid bust of Pallas just above my chamber door;
And his eyes have all the seeming of a demon’s that is dreaming,
And the lamp-light o’er him streaming throws his shadow on the floor;
And my soul from out that shadow that lies floating on the floor
Shall be lifted – nevermore!

Il Corvo - The Crow - VOTO: 4/5

Anno: 1994 - Nazione: USA - Durata: 102 min.
Regia di: Alex Proyas
Scritto da: David J. Schow, John Shirley
Cast: Brandon Lee - Ernie Hudson - Bai Ling - David Patrick Kelly -
Uscita in Italia: 1994 - Disponibile in DVD:

About Luna Saracino
Appassionata, maniacale, artisticamente onnivora, anche se l’horror in ogni sua forma e sostanza è entrato a far parte della sua vita fin dalla più tenera età e oggi cinema e letteratura (horror e non solo) più che una passione, forse, sono diventati una vera e propria ragione di vita.

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