Eros & Thanatos EROS & THANATOS #3 – Félicien Rops

EROS & THANATOS #3 – Félicien Rops

Rops, un artista completo che prefigura l’universo pornografico e sadico in cui siamo immersi…

Dominata da un erotismo sfrenato che confina col demoniaco: così viene descritta dall’enciclopedia Arcana (SugarCo, 1969) l’opera di Félicien Rops.

Artista multiforme e completo (fu disegnatore, illustratore, incisore, pittore e scrittore, nonché appassionato di storia naturale e di botanica) Rops nasce a Namur, in Belgio, nel luglio del 1833, figlio unico dell’industriale Nicolas-Joseph. Nonostante l’università di Bruxelles, dove studia legge e filosofia, intraprende ben presto la carriera artistica. Si mette in luce soprattutto come caricaturista, palesando fin dagli esordi un gusto perverso, carnale e spiccatamente blasfemo. Perde la giovane moglie Charlotte, morta nel 1857 dopo avergli dato due figli (di cui uno deceduto in tenera età). Autentico maestro del disegno a matita, genio nel focalizzare sulla carta i vizi e le depravazioni dell’animo umano, trova a Parigi l’ambiente ideale per sfogare la propria vena artistica e la propria sfrenata passione per il sesso femminile.

Nel 1864 incontra Charles Baudelaire, che lo descriverà a Manet come “l’unico vero artista tra tutti i belgi”. Nella capitale francese conosce anche Toulouse-Lautrec, Mirbeau, Gautier, Van Gogh e l’immancabile Huysmans, in una girandola di notti bohémienne che mineranno la sua salute ma propagheranno l’eco del suo talento, facendone rapidamente uno degli illustratori e degli incisori più richiesti. Proprio l’autore di Controcorrente e l’Abisso dirà di lui: “Rops ha cantato lo spirituale della lussuria, il soprannaturale della perversità, l’aldilà del male”.

Illustra, tra gli altri, gli amici Baudelaire e Gautier, Huysmans stesso, Mallarmé. Sono collaborazioni importanti, nonostante la prepotente vena erotica e necrofila gli alieni le simpatie del grande pubblico e dei critici più asserviti alla morale spiccia. Tra le opere bersagliate dai re-censori c’è la Pornocrates (La Signora col maiale) del 1879, che mostra una donna nuda se non per pochi accessori che rimandano al feticismo, bendata, che tiene al guinzaglio un maiale. Di questo quadro, Rops dice: “L’ho dipinto in quattro giorni in una stanza con raso azzurro, in un appartamento surriscaldato, pieno di profumi floreali che mi ha concesso un leggera febbre molto vantaggiosa per la creazione.” Gran parte della critica, oggi, individua nella Pornocrates uno dei momenti cardine per la ridefinizione della donna nella storia dell’arte: un’improvvisa esplosione di arroganza e di spietata lussuria, di inconsapevolezza e di follia, un nudo che sfugge al canone di vereconda bellezza o a qualsiasi simbolismo preesistente e non mostra che una dominatrice cieca che porta a spasso l’emblema della mascolinità: il porco.

Un’altra opera che creerà non pochi grattacapo a Rops è il Martirio, che mostra un Cristo dall’aspetto caprino crocefisso. Una donna nuda, rapita dall’estasi di un orgasmo mentre viene strozzata coi propri capelli, è appoggiata alla croce, e tiene il capo premuto contro il pene eretto del Cristo/Pan, in una sorta di blasfema parodia della Maddalena. Lo sfondo rosso sangue, così carico da richiamare le opere di Munch, sottolinea ulteriormente la natura erotica e viscerale di ogni Passione e di ogni martirio.

La teoria dell’arte di Rops, il suo approccio all’atto creativo, è semplice: “Dipingo quello che sento coi nervi e quello che vedo con gli occhi”. La trasfigurazione è solo apparente, e il surrealismo ante litteram di Rops non ha mai nulla di etereo, e la sua è una spiritualità infernale e rivestita di carne e sangue. Le visioni oniriche che pur fissa su tela e su carta sono generate dalla radice animale del cervello umano, dalle sue pulsioni più brucianti e stomachevoli. I sogni di Rops sono incubi febbrili costruiti intorno alla forma del desiderio: il corpo femminile, mai così gustosamente in bilico tra la pesantezza della carne e il sollievo del desiderio appagato.

La tentazione di San’Antonio (uno dei temi più fecondi di tutta la storia dell’arte) è un apice della sua fantasia e dell’immaginario decadente tutto: il santo fronteggia, sconvolto, la degenerazione della propria fede, che si manifesta in una trinità che vede Cristo esiliato dalla croce, la sua figura mescolata a quella di un Satana beffardo; sulla croce è inchiodata una bellissima donna che sembra inarcare la schiena per offrire il seno e la vagina, la gambe in realtà libere, poste in modo da potersi aprire proprio sul leggio di Sant’Antonio. EROS sostituisce INRI. La scena, con la sua ricercata sporcizia, la sua luce diurna che rivela ogni dettaglio, i suoi amorini con la testa scarnificata e il maiale in posizione speculare rispetto al santo, è in anticipo di decenni sulle visioni infernali che porterà il XX secolo, e sembra prefigurare l’espressionismo cannibale di Otto Dix, il surrealismo più sanguinario che darà origine all’Azionismo viennese, e persino le composizioni fotografiche di Joel-Peter Witkin.

Un anticipatore, Félicien Rops, la cui forza ideativa e la tecnica magistrale non sono minimamente appannate nemmeno oggi, nel tempo delle nefandezze pornografiche che i suoi quadri e le sue illustrazioni vaticinano in modo tanto dirompente. Rops muore nel 1898, a sessantacinque anni, senza mai aver messo piede nel secolo che, dissipando la coltre di moralismo, l’ha consacrato come uno dei massimi geni artistici della sua epoca.

About Ivo Torello
Nato a Genova nel 1974, vive a Ferrara da un paio di anni. Ha lavorato (e talvolta lavora ancora) come curatore editoriale, come grafico e nel mondo della musica. Ha vinto il premio Lovecraft nel 2000 e nel 2003, ha sparso racconti fantahorror in Italia e all’estero e si è tolto la soddisfazione di collaborare – in qualità di illustratore – col National Geographic Channel USA. Ha aspettato il 2012 per inaugurare il ciclo narrativo di Walkley & Milton, di cui ha pubblicato il primo romanzo, “Predatori dall’Abisso”, per le edizioni Hypnos: un sentito omaggio alla fantascienza di Lovecraft, Hodgson, Conan Doyle, con bestie aliene, vecchi libri e brughiere piovose. Attualmente sta lavorando allo scoppiettante seguito, “La Guerra dei Leviatani”, che dovrebbe uscire nel 2013, e sta pubblicando settimanalmente, in forma gratuita, il romanzo erotic-lovecraftiano "Insania" (ivotorelloinsania.blogspot.it).

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