IL PAESE STREGATO – Sergio Bissoli

Interessante esperimento editoriale quello che la Hypnos Edizioni ci presenta con questo volume.

Un’antologia che raccoglie allo stesso tempo le opere e l’autobiografia di un autore poco conosciuto (se non a una ristretta cerchia di amatori) e tutt’ora vivente, con l’intenzione di illustrare a tutto tondo un universo creativo che ha indubbiamente  tratti degni di nota.

Quello che ne emerge è il ritratto, artistico e umano, di un appassionato che ha faticosamente coltivato il suo bisogno di scrivere, il suo estro artistico, il suo interesse per la magia, l’occultisimo e l’horror, in un contesto sociale e in un periodo storico in cui dimostrare attrazione per certi argomenti era tabù, e reperire i relativi materiali  un’impresa.

I racconti di Sergio Bissoli, che potremmo definire di genere horror rurale, sono piacevolmente intrisi di paesaggi cupi, minacciosi, gravidi di presagi e atmosfere nebbiose, in cui serpeggiano superstizione, misteri impalpabili ed ossessioni che nel loro piccolo ricordano qualcosa dei mondi di Lovecraft, pur senza la componente cosmogonica dei Grandi Antichi e il terrore atavico che ne scaturisce. Sono più che altro brevi composizioni (tralasciando il romanzo  “La ragazza del paese stregato”) che hanno il respiro malinconico di certe giornate d’inverno, e che trasmettono il disagio di percepire presenze e segnali da un mondo altro che pur tuttavia non assume mai forme palesemente violente e sanguinose, anzi resta sempre ben celato dietro una facciata di ovvia e tranquilla quotidianità.

La produzione bissolina è fortemente condizionata dal vissuto dell’autore: leggere le sue opere e poi la sua autobiografia, scritta in uno stile estremamente colloquiale, senza una precisa organizzazione se non il labile scheletro cronologico, fa risaltare in modo lampante come Bissoli, incapace di fuggire veramente da una provincia gretta, bigotta e arretrata, ossessionato dalle donne e dal sesso, affascinato dalla magia e dall’occulto, sempre alla ricerca di una soddisfazione interiore che non trova, abbia riversato tutte le sue tensioni in un mondo immaginario fatto di donne-streghe, luoghi contadini o paesani dai tratti noti ma connotati con nomi esotici,  un mondo per altro sempre  pervaso anche da una sottile sensazione di frustrazione, sconfitta e incompletezza, una sorta di grigiore esistenziale e metafisico che attanaglia tutti i suoi protagonisti (non a caso la sua narrazione è prevalentemente in prima persona).

Forse alcuni racconti sono un po’ ripetitivi. Forse si può apprezzare la genuinità della scrittura di Bissoli, un po’ meno il tono di leggero autocompiacimento con il quale l’autore a volte si crogiola nel suo stato di Artista. Ma può indubbiamente essere  un personaggio da valutare per delle letture piacevoli, specialmente se prese a dosi omeopatiche. E’ chiaro che un costo di copertina più moderato invoglierebbe un numero maggiore di lettori alla scoperta.

L’AUTORE

Sergio Bissoli nasce a Verona nel 1946, ma risiede per gran parte della sua vita nel borgo di Cerea, dove abita tuttora. Cultore della letteratura nera, e da sempre impegnato  in ricerche sul gotico italiano, ha al suo attivo  una discreta produzione letteraria, nonché due volumi fotografici,  “Case nel tempo” e “Vita di donne”. Ha anche curato tre volumi dedicati alla collana “I Racconti di Dracula”.

 

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