Recensione libro Notte eterna – Guillermo Del Toro – Chuck Hogan

Notte eterna – Guillermo Del Toro – Chuck Hogan

Vampiri ed esseri umani convivono dalla notte dei tempi. I primi cacciano, i secondi vengono cacciati.

Se sono molto fortunati, o sfortunati, a seconda del punto di vista, possono essere trasformati.  Sia come sia, l’equilibrio è stabilito e gli umani e i vampiri vivono in dipendenza gli uni dagli altri.  Senza genere umano i succhiasangue verrebbero privati del nutrimento primario e senza succhiasangue gli uomini non sarebbero ciò che sono. Entrambi perpetrano l’illusione della mancata convivenza. Ai vampiri non giova rendere pubblica l’influenza (assoluta) che hanno avuto sulla storia dell’uomo, agli esseri umani fa gioco trasformare la conoscenza dei nemici della luce in un sapere iniziatico. E se qualcosa o qualcuno spezzasse per sempre questo equilibrio?Benvenuti nel volume conclusivo di Nocturna, trilogia vampirica creata da Guillermo Del Toro e Chuck Hogan che catapulta l’umanità nell’incubo di una apocalisse revenantes e più oltre, in un mondo dove la caccia è finita. Una Notte eterna, (questo il titolo italiano dell’opera) avvolge la terra sconvolta e avvelenata da una serie di esplosioni nucleari. Sono passati due anni dalla “battaglia finale” tra uomini e vampiri. I vampiri, diretta discendenza di uno dei sette antichi primigeni, il Padrone, dominano. Gli altri sei, e la loro stirpe, sono stati spazzati via.

Gli uomini sono ridotti a servi per l’organizzazione e a contenitori biologici di sangue. Cibo prodotto in serie in campi di lavoro e fattorie. La lezione dell’olocausto nazista – che il Padrone ha appreso da vicino a cavallo del secondo conflitto mondiale – è stata portata al suo massimo compimento. Sul mondo domina un’unica razza, al contempo vittima della fine del mondo e falange armata al servizio della sua distruzione. La resistenza è affidata a un manipolo di coraggiosi e isolati combattenti. Un epidemiologo e la sua ex collega, un disinfestatore antiratti e l’ex membro di una gang metropolitana. Assieme a loro un essere a metà tra le due specie, destinato ad avere un ruolo cruciale. A metterli insieme un uomo sopravvissuto alla Shoah e alla violenza del Padrone, Abraham Setrakian. Un survivor del ‘900 che ha combattuto gli strigoi tutta la vita solo per vedere compiersi la più temuta delle profezie: il principe della notte ha attaccato l’umanità e ha vinto.

Setrakian ha potuto assistere alla sua ascesa ma non alla costruzione del suo nuovo mondo. Ha combattuto fino all’ultimo per proteggere l’unico antidoto contro il virus “V”, l’Occido Lumen. Un manoscritto antichissimo che spiega l’origine del vampirismo e la vera natura dei non morti. Un manuale per sopravvivere ai vampiri tramandato da un mondo lontano, che parla per allegorie e visioni. Assieme all’Occido Setrakian ha tentato di proteggere anche l’unica persona in grado di decifrarlo. Ha combattuto e ha perso. Doveva perdere. Setrakian era il profeta e «ogni profeta muore prima della sua profezia». «Jonah – sono parole di James Berger contenute in un saggio, After the End, che non vi perdonerete di non aver letto quando l’Apocalisse arriverà – è divorato dalla balena, Daniele entra nella fornace, Isaiah va in paradiso e assaggia i carboni ardenti». Setrakian diventa un’ombra, un fantasma, passando il testimone a un nuovo profeta, portatore di una nuova apocalisse.

La progenie (The Strain, il libro che apre la saga) aveva tutte le caratteristiche di una fiction catastrofica senza una briciola di happy end (cioè di un’ottima storia catastrofica) e La Caduta (The Fall, il secondo volume) mostrava il dipanarsi di un’apocalisse totale ma non istantanea, capace di riassumere tutte le possibili catastrofi (dalla pandemia al fungo atomico) partorite dalle ansie collettive. The Night Eternal è un racconto post-apocalittico, la materializzazione della prima legge dell’Eschaton (il game over secondo la Bibbia), ovvero la fine non è mai la fine. Il bello comincia dopo. Quando non esistono più codici per interpretare la realtà e le parole per raccontarla devono ancora essere scritte.

«Il discorso postapocalittico – la citazione è ancora di Berger – cerca di dire ciò che non può (letteralmente) essere detto e ciò che non deve essere detto (ciò che è vietato dall’etica, dalla religione o dalle regole sociali)». In questo caso che «l’uomo era stato soppiantato in cima alla catena alimentare», un inconsulto biologico, e che «i ribelli – i caparbi, i potenti e i forti – erano stati distrutti o cambiati, lasciando i sottomessi, gli sconfitti e i paurosi a eseguire gli ordini del Padrone», un tabù culturale. Nessuna superiorità morale del genere umano, né alcuna innata, atavica, spinta al rifiuto dell’abominio conosciuto come vampirismo. Tanti saluti alla proverbiale lotta del Bene contro il Male.

La maggior parte dei sopravvissuti cerca di adattarsi come può al nuovo ordine, di ritagliare il proprio piccolo spazio. Sceglie una sopravvivenza che è solo una condanna procrastinata, fatta da una innumerevole serie di piccole rese. I collaborazionisti vivono, le le vittime innocenti non muoiono. Per restare nel campo metaforico della Shoah, non ci sono rivolte dentro i campi di sterminio, non ci sono rivolte fuori dei campi, cioè nella società civile, e non arrivano né gli alleati né l’armata rossa. Non esistono due fronti in guerra. L’umanità non è mai nemmeno scesa in lotta contro i vampiri. Alla chiamata dell’apocalisse hanno risposto in pochi, spinti da una vocazione personale, da un destino. Combattono per moltissime ragioni, sbagliate per lo più. Perché amano uccidere, per esempio, o perché vorrebbero essere morti. Le loro urla di battaglia ricordano quanto sia breve la distanza che separa le due specie.

«Chi ami o chi difendi è tutto ciò che hai, amico. Per quanto possa essere rovinato. Se mi a madre sembra un brutto Power Ranger porno, me ne fotto, amico. E’ quello che ho. Ho la mia “mama”. Capisci? Non mi arrendo. E non me ne fotte un cazzo. Quando crepo, voglio crepare combattendo quei fottuti».

Uomini e donne le cui esistenze sono divenute presagi. Presagi che il Padrone legge come una sfida, personale quasi, cui deve rispondere. Anche il signore dell’Apocalisse ha la sua Apocalisse. Dopotutto – e non staremo qui a spiegarvi il come e il perché – è allo stesso tempo un presagio, un profeta e un sopravvissuto. Un essere del cielo e una creatura dell’inferno. Nocturna è il suo libro dai sette sigilli.

Notte eterna - VOTO: 4/5

Anno: 2011 - Nazione: Usa - Pagine: 357 - Prezzo: € 17,50
Autore: Guillermo Del Toro-Chuck Hogan
Edito da: Mondadori
Traduttore: G. L. Staffilano
Data di uscita in Italia: maggio 2012 - Disponibile in eBook: disponibile

 

About SelenePascarella
Selene Pascarella è nata a Taranto nel 1977. Si è laureata alla Sapienza di Roma 23 anni dopo, con un tesi dedicata a Mario Bava, Lucio Fulci e i maestri dello spaghetti horror dal titolo "Estetiche di morte nel cinema dell'orrore e del fantastico". Giornalista per professione e per vocazione si occupa di cinema, tv, narrativa di genere e cronaca nera. Nel 2011 ha pubblicato, assieme a Danilo Arona e Giuliano Santoro, il saggio "L'alba degli zombie. Voci dall'apocalisse: il cinema di George Romero" (Gragoyle). Tra il 2012 e il 2013, Maya permettendo, ha curato il format 2.0 DiarioZ_Italia per Multiplayer.it.

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