Intendiamoci, non sono uno che si beve tutto di King commentando “Ah, fantastico”.
All’uomo del Maine non ho ad esempio perdonato, ad esempio, Insomnia, trovandolo in più punti stucchevole, pedante e noioso. Per dire, insomma, che non sono un kinghiano sfegatato e acritico. Inoltre da anni covo il malizioso sospetto che la premiata ditta sia una sorta di King & Co. a più mani, non accettando forse più per segreto livore che un uomo solo riesca a scrivere così “tanto” e quasi sempre così “bene”.



Esiste già un precedente con l’identico titolo e trama, tutto sommato, non così lontana da questo secondo film americano del regista inglese Nick Hamm, già autore un paio d’anni fa del claustrofobico The Hole.
Non è vero che luccica tutto l’horror che arriva dall’Asia. Soprattutto non è vero che Phone è terrorizzante quanto The Ring come fu annunciato dai trailers.







