Ecco a voi il terzo film del famigerato ciclo del “Babbo Natale Killer” incentrato sulla figura del killer psicopatico Ricky Caldwell.
La caratterizzazione del killer natalizio è affidata in questa pellicola al veterano Bill Mosley, che si trova catapultato in un mondo folle creato da sceneggiatori in crisi creativa.
Non si spiegherebbe altrimenti, a fronte di un cast di attori di tutto rispetto (oltre al già citato Mosley, partecipano a questa pagliacciata Samantha Scully, nel ruolo di una ragazza cieca, preda ovvia per il killer natalizio, Richard Beymer nei panni di un medico fuori di testa e Robert Culp, il tenente che da la caccia al babbo natale assassino) l’esile trama costruita attorno al bambinone disturbato che a causa dell’assassinio della famiglia da parte di un balordo travestito da Santa Claus (e le conseguenti sevizie patite nell’istituto cattolico nel quale era stato rinchiuso) si diverte a macchiare di sangue la bianca coltre natalizia.
Ricky Caldwell, in questa pellicola, si risveglia dopo sei anni di coma, dopo che il dottor Dr. Newbury lo ha utilizzato come cavia per i suoi test sulla telepatia. Infatti come si può comunicare con un assassino in coma? Ma semplice, coinvolgendo nella sperimentazione una giovane ragazza cieca, Laura, ma dotata di poteri ESP, che potrà quindi entrare “nella mente del serial killer”).
Quando poi la ragazza si mette in viaggio per andare a raggiungere la nonna, assieme al proprio fratello Chris e alla sua ragazza Jerri, in una bizzarra citazione di Cappuccetto Rosso, il babbo natale psicopatico si mette sulle sue tracce, seminando i consueti cadaveri sulla sua strada.
La particolarità è che l’intervento di ricostruzione celebrale a cui è stato sottoposto Ricky non ha riguardato la calotta cranica, sostituita da un bizzarro contenitore in vetro dotato di dispositivi elettronici di supporto che lo fanno assomigliare agli alieni di “Mars attack”.
In questa sagra dell’assurdo, capite come sia giocoforza che l’elemento horror sia messo in secondo piano: da tenere presente che nessuno, nel film, si sogna di colpire alla testa il killer, quando invece sarebbe la cosa più logica da farsi!
Un serial killer disabile: non fa tanta paura, non trovate? Ok, anche gli zombie erano lenti, ma loro almeno erano in tanti!
Per carità, ci sono film anche peggiori, ma perchè ostinarsi a volersi fare del male?
Poco sangue, poca violenza, una mancanza sconcertante di stile e vigore uniti a un ritmo lento e a una tensione assenta, con alcuni stranianti tentativi di umorismo che lasciano l’amaro in bocca: infatti non era male l’idea di esplorare il tema psichico, per non ripetersi in una slasher consueto.
Purtroppo tale tentativo diventa per il regista Monte Hellman un passo falso, in una carriera tutto sommato ragguardevole: degno di nota è il fatto che Hellman e il produttori esecutivi Richard Gladstein e Ronna Wallace saranno anche i produttori esecutivi del film culto di Tarantino “Le iene” nel 1992.
About Giuliano Fiocco
Ha visto nascere Horror.it, e l’ha accudito per lungo tempo assieme ad Andrea. Adesso la vita gli lascia poco tempo per le passioni, ma in un angolo oscuro del cuore rimane in agguato la voglia di scrivere. Ha scritto un romanzo, da cui è stato tratto un film, in fase di produzione.