Posts Tagged ‘bill moseley’

La casa del diavolo (The Devil’s Reject)

Guardando per anni i prodotti di celluloide provenienti da Hollywood abbiamo acquisito alcune nozioni base sulle cose da fare o da non fare in America quando si sta dalla parte dei cattivi.
La cosa che viene ribadita con più forza è la seguente: mai e poi mai uccidere un poliziotto.

Perché quando si uccide un poliziotto, un servitore dello stato, ci sono sempre parenti e colleghi che non vedono l’ora di vendicarlo.
Infatti, dopo avere visto la scena dell’omicidio al rallentatore del vicesceriffo Wydell ad opera di Otis Firefly, nel primo grandguignolesco film partorito dall’insana mente di Rob Zombie, avevo pensato: “Ragazzi, state facendo uno sbaglio.”

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Silent night, deadly night 3

Ecco a voi il terzo film del famigerato ciclo del “Babbo Natale Killer” incentrato sulla figura del killer psicopatico Ricky Caldwell.
La caratterizzazione del killer natalizio è affidata in questa pellicola al veterano Bill Mosley, che si trova catapultato in un mondo folle creato da sceneggiatori in crisi creativa.

Non si spiegherebbe altrimenti, a fronte di un cast di attori di tutto rispetto (oltre al già citato Mosley, partecipano a questa pagliacciata Samantha Scully, nel ruolo di una ragazza cieca, preda ovvia per il killer natalizio, Richard Beymer nei panni di un medico fuori di testa e Robert Culp, il tenente che da la caccia al babbo natale assassino) l’esile trama costruita attorno al bambinone disturbato che a causa dell’assassinio della famiglia da parte di un balordo travestito da Santa Claus (e le conseguenti sevizie patite nell’istituto cattolico nel quale era stato rinchiuso) si diverte a macchiare di sangue la bianca coltre natalizia.

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La saga di Non aprite quella porta: dal realismo al 3d

Letherface è un’icona dell’horror moderno al pari di Freddy Krueger, Jason Vorhees e Michael Myers, e come i suoi soci, film dopo film, ha perso la forza e il carisma che aveva agli esordi diventando una macchietta del baubau che era.

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Bill Moseley e Stuart Gordon: l’Horror Made in USA

«Preferisco le storie interessanti ai mirabolanti effetti speciali: sono le storie a incollarti allo schermo» (Stuart Gordon).

Classe 1947, aspetto tranquillo e riservato, Stuart Gordon è a oggi uno dei più importanti cineasti del panorama horror internazionale. Insieme a Bill Moseley ha diretto Eater, uno degli episodi di Fear Itself, la serie televisiva targata NBC che ne 2008 ha terrorizzato gli spettatori americani. Nonostante una carriera brillante che li annovera tra i più conosciuti e apprezzati interpreti dell’horror mondiale, tanto Gordon quanto Moseley disarmano per eleganza, gentilezza e disponibilità… Ecco cosa ci hanno raccontato.

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The tortured

Alla fine The tortured appare un po come quei melodrammoni strappalacrime con Amedeo Nazzari che tanto facevano piangere le nostre nonne, solo si è sostituito ai sentimenti, il gusto per il sadismo.

La vita di una coppia di classe medio alta,viene distrutta quando il loro unico figlio di sei anni viene rapito ed ucciso da un serial killer. Ossessionati dalla vendetta, colgono l’occasione per rapire il Killer. Lì nella sicurezza di una casa in mezzo ai boschi cominceranno ad infliggere al maniaco una sequela di torture abominevoli fino all’arrivo della polizia e all’incredibile colpo di scena che ribalterà molte delle nostre certezze. 

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