Cinema Killing Mrs. Tingle

Killing Mrs. Tingle

Williamson sa che per parlare e piacere ai teenagers occorre mettere in primo piano le paure giornaliere, banali magari, ma molto più concrete ed incombenti di un serial killer.

Parlare di Killing Mrs Tingle, black comedy adolescenziale del 1999, equivale giocoforza a parlare del suo creatore Kevin Williamson. Perlopiù sceneggiatore (il film in questione è infatti l’unica sua regia, ad oggi), Williamson meriterebbe molta più considerazione per quello che ha fatto nella sua silenziosa carriera: basterebbe citare Scream e The Faculty per riconoscergli un’ineguagliabile abilità nel narrare storie d’orrore (e non) adolescenziale, fatto di sobborghi americani dove il male si insinua fra i banchi di scuola e le camerette dei teenagers (perennemente a finestra aperta, come insegna il suo più grande successo tv, la serie Dawson’s Creek).

Sono proprio l’high school e le villette del paese di Grandsboro a fare da sfondo alle vicende di Killing Mrs Tingle, commedia nera (o thriller spassoso?) che racconta di come un routinario dissidio scolastico possa – con la sfiga migliore – degenerare tragicamente. Leigh Ann (Katie Holmes, Batman Begins) è a un passo dal diploma, il suo sogno è quello di ottenere una borsa di studio per Harvard, staccarsi da quella piccola ed opprimente realtà provinciale con la speranza, un giorno, di diventare scrittrice. Sarà decisivo l’esito dell’ultimo test di storia, materia insegnata dall’insopportabile e malvagia Mrs. Tingle (Helen Miller, Oscar come Miglior Attrice Protagonista per La Regina), alla quale Leigh Ann proprio non va giù. A mali estremi, estremi rimedi: il bello e ribelle Luke (Barry Watson, Boogeyman) offre alla ragazza un’”anteprima” del test, Leigh Ann tituba ma non ha tempo di decidere perché l’insegnante li coglie sul fatto e minaccia crudeli provvedimenti.

Per salvare faccia, promozione e futuro, Leigh Ann, Luke e l’amica Jo Lynn la sera si recano a casa di Mrs. Tingle, tentando un disperato patteggiamento; di fronte alla fermezza della professoressa,  i tre ragazzi insisteranno. Prima con le buone maniere, poi forzando la mano. Williamson riscalda la ricetta che un anno prima diventò il bellissimo script di The Faculty (con regia di Robert Rodriguez), toglie il fantascientifico e quasi tutta la paura ma mantiene inalterati i cardini del suo credo: le paure ed insicurezze liceali, l’amicizia e ciò che può scioglierla, dialoghi freschi e citazionisti. Attorno a questo nucleo, di volta in volta, la vita offre spunti inusuali. Sangue in Scream e So Cosa Hai Fatto, forme aliene in The Faculty. La tradizione prosegue con il male racchiuso nell’impeccabile tailleur e negli occhi socchiusi a perenne scrutamento della Signora Tingle, ruolo magari non inedito ma reso indimenticabile da un’attrice come la Mirren, maestosa come i numerosi ruoli “regali” che l’hanno condotta spesso in zona-statuetta. Il sequestro e maltrattamento da parte degli studenti è un espediente leggero ma tutto sommato divertente, in una lunga ed esilarante citazione-parodia de L’Esorcista.

Ma non è nella risoluzione della situazione sulla quale Williamson investe (tanto che il finale è di gran lunga la parte più moscia), la vera forza che muove il film sono dialoghi e situazioni comuni giovanili, intelligentemente disegnati: il problema primario non è quello delle implicazioni legali, ma che il loro anno scolastico e l’università siano compromessi. La mente e il cuore dei protagonisti sono quelli di ogni adolescente che si rispetti, dove ogni momento è buono per una gelosia, una cotta e una riflessione su un futuro pericolante (“povera cara, spero diventerai una brava commessa, dice la Tingle”). Williamson sa che per parlare e piacere ai teenagers occorre mettere in primo piano le paure giornaliere, banali magari, ma molto più concrete ed incombenti di un serial killer. Vuole essere il John Hughes del duemila (e talvolta) del brivido e vuole che la gente lo sappia (c’è addirittura un cammeo di Molly Ringwald, fedelissima di Hughes e immortale simbolo dell’adolescente insicura). Parla ad altre generazioni, ma con confidenza ed empatia, affidandosi a volti e locations che non potrebbero funzionare meglio: la dawsoniana Katie Holmes e Barry Watson (consacrato dalla serie Settimo Cielo) sono quasi un’autocitazione. E si, parlare del film significa parlare di chi se l’è inventato.

Perchè il racconto decotestualizzato è sempliciotto e di sangue&strizza c’è poco, perlomeno a livello esplicito. Eppure la commedia in questione è sbarazzina, musicalmente sincronizzata alla radio di un 16enne americano, un tuffo (per chi ancora ne ha la fanciullesca capacità) nel giorno pre-diploma grazie ad un meraviglioso sceneggiatore che, al di là dei generi e delle trame, riesce sempre a solleticare al punto giusto l’audience sbarbata e quella nostalgica. Forse arrivati agli –enta e agli –anta Killing Mrs Tingle sembrerà una commediucola, ma per ora resto grato a Williamson: la Sindrome di Peter Pan per un po’ è salva.

httpv://www.youtube.com/watch?v=pcxNo2XcPrg

Killing Mrs. Tingle

Regia di: Kevin Williamson
Scritto da: Kevin Williamson
Interpreti: Helen Mirren, Katie Holmes, Barry Watson
Anno: 1999
Durata: 91 min.
Disponibile in dvd.

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