Cinema Non aprite quella porta – L’inizio

Non aprite quella porta – L’inizio

Peccato che le cose non siano come sembrino e che le persone non siano mai chi dicano di essere…

Erano i lontani anni ’70 quando l’esordiente Tobe Hooper presentò al pubblico una creatura mostruosa e deforme, alienata e alienante, che presto, contro ogni aspettativa, sarebbe entrata a far parte dell’Olimpo dei cosiddetti “nuovi mostri”. Dopo tre sequel e un remake, anche Thomas Hewitt aveva bisogno di un prequel che ne spiegasse, in qualche modo, la sua nascita. E così, Hooper cede i diritti al regista in erba Jonathan Liebesman – che alle spalle aveva, soltanto, il poco riuscito Al calar delle tenebre – per raccontare in chiave moderna, la storia di Letherface.

In Non aprite quella porta – L’inizio, due fratelli, insieme alle rispettive fidanzate, si concedono l’ultimo viaggio prima di arruolarsi per il Vietnam. Lungo la strada, però, vengono inizialmente inseguiti da una motociclista incazzata e poi salvati dallo sceriffo Hoyt. Peccato però che le cose non siano come sembrino e che le persone non siano mai chi dicano di essere. I quattro giovani protagonisti, allora, ritenuti un bottino di caccia, dovranno vedersela con una famiglia di carnivori e sadici psicopatici che non distinguono carne umana da quella animale.

Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che un esordiente come Jonathan Liebesman sarebbe riuscito a realizzare una pellicola tutt’altro che mediocre. Era facile scadere nella banalità davanti all’imponente figura di Letherface, mostro moderno che tutti (o quasi) dovrebbero conoscere. Nato dentro un mattatoio e abbandonato subito dopo, Thomas viene adottato da una  famiglia di squilibrati e cresciuto come un emarginato, un freaks, un capriccio di natura che il mondo “normale” deride. Ecco dunque che il bambino, di fronte alle crudeli risate dei suoi coetanei, indossa una maschera di pelle – in un’inquadratura che ricorda tanto il Michael Myers di Halloween – e diventa cattivo. Presto, senza neanche rendersene conto, inizia ad uccidere chiunque lo contraddica, chiunque lo ostacoli, chiunque pensi che sia una bestia. “Non è ritardato ma solo incompreso” ed è per questo che Thommy, manovrato da uno zio crudele e dispotico, caccia quotidianamente le prede per i loro pasti.

Ma è solo quando impugna una motosega che trova davvero l’estensione del suo braccio, proprio come Freddy Kruger con il guanto artigliato o Sweeney Todd con il suo affilato rasoio. Sarebbe stato facilissimo, dunque, perdere tempo nel mostrare una storia strappalacrime (?) che giustificasse, in qualsiasi modo, la rabbia che trasforma un uomo in un mostro. E invece no, Liebesman non perde tempo ma bombarda lo spettatore di grida, sangue, rottura di ossa sin dalle prime scene, per introdurlo, senza mezzi termini, in un immaginario moderno e spietato. L’untuosa e riuscitissima fotografia di Lukas Ettlin e le sporche e degradanti scenografie di Marco Rubeo, aiutano la regia ad irrompere nell’immaginario comune per mostrare che non c’è speranza. Le frenetiche inquadrature di tagli, squartamenti, volanti pezzi di carne (umana), non lasciano dubbi: è finito il tempo in cui i coraggiosi cuor di leone sconfiggevano i cattivi, quello in cui le final girls si salvavano grazie ai sacrifici altrui, quello in cui lo spettatore tornava a casa in tutta tranquillità. Inutile girarci intorno: dietro ogni maschera di pelle umana, potrebbe nascondersi Thomas Hewitt, alias Letherface.

Non aprite quella porta – L’inizio

Nazione: USA
Anno: 2006
Regia: Jonathan Liebesman
Cast: Jordana Brewster, Taylor Handley, Diora Baird, Matthew Bomer, R. Lee Ermey, Andrew Bryniarski, Lee Tergesen, Terrence Evans, Kathy Lamkin, Marietta Marich, L.A. Calkins, Tim de Zarn, Allison Marich, Marcus H. Nelson, Lew Temple, Cyia Batten
Durata: 100’

 

httpvh://youtu.be/Z7985xpmUb4

About Martina Calcabrini
Ha ereditato l'amore per il cinema horror quando era ancora in fasce. La passione per le creature mostruose, per l'ignoto e per l'oscuro le scorre nelle vene e le permette di affrontare qualsiasi Mostro della notte...

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Comments

[…] Nel 2006 si produce un altro capitolo, questa volta un prequel, girato dal regista sudafricano Jonathan Liebesman. Il film vorrebbe concentrarsi sulle origini di Letherface, ma alla fine non fa altro che risproporre la solita minestra riscaldata con giovani in balia della famiglia di pazzi. In più il film è forse, insieme al quarto capitolo, uno dei peggiori della saga: incapace di raccontare una storia avvincente, si limita a riempire i buchi con una violenza e una brutalità insistita e fastidiosa. Il film incasserà meno del previsto e la saga per l’ennesima volta verrà messa a nanna. […]

Posted On
set 24, 2013
Posted By
VittorioRotondaro

Gran bel film, la trama segue l’andamento degli altri capitoli ma in quanto al realismo e messa a punto delle scene che sono avvincenti e crude quanto basta, nulla da dire! Voto: 8

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