La casa da sempre è un posto accogliente, simbolo di distensione, appagamento, rifugio contro i pericoli del mondo. Non stupisce perciò che il cinema horror se ne sia appropriato, capovolgendo questo concetto in una dimensione di terrore e spaesamento. Casa quindi non come simbolo dell’istituzione familiare, ma come luogo luttuoso, violento, spaventoso. Casa come rifugio per demoni sotterranei, per le nostre paure più ataviche diventate realtà. Da sempre il cinema della paura elesse come suo scenario delle dimore maledette, fin dagli albori del cinema in bianco e nero, retaggio di una certa letteratura gotica inglese, ma forse solo con Evil dead ebbe la sua massima espressione.
“A un certo punto si è dovuto decidere se fare una pellicola di genere o un film drammatico. E’ in quel momento che ci siamo chiesti se fosse il caso di aggiungere la dicitura tratto da una storia vera.”
A dieci anni dalla presentazione al mondo del suo esordio registico Cabin Fever, Eli Roth è tornato sul luogo del delitto, il Toronto International Film Festival, per parlare della sua ultima fatica, Aftershock, che l’ha visto nei panni di produttore, sceneggiatore e interprete principale.
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Tre giovani amici della periferia romana, dove tutto scorre come da copione, si ritrovano tra le mani le chiavi di una bella villa in campagna appartenente allo strano e facoltoso Marchese Lanzi, fuori per il fine settimana per un raduno d’auto d’epoca. I tre non resistono alla tentazione di passare due giorni indisturbati nel lusso, ma qualcosa nella cantina comprometterà inaspettatamente i loro goliardici progetti.
Con la scomparsa nel 2007 di Bruno Mattei è morto un eroe, nel senso più evocativo del termine: impugnava la macchina da presa come un cavaliere errante brandiva la spada, pronto a sferrare un attacco.
Nonostante il suo cognome in tedesco significhi “spavento”, Maximilian Schreck (in italiano letteralmente Massimo Spavento!) non è uno pseudonimo, ma il vero nome di uno degli attori più inquietanti e misteriosi della storia del cinema.
Un discreto horror penalizzato da uno sviluppo inconcludente. Un gruppo di giovani turisti amanti del pericolo decide di regalarsi una vacanza a Pripjat la città ucraina divenuta fantasma dopo l’esplosione del reattore della centrale atomica di Chernobyl che nel 1986 terrorizzò il mondo. Accompagnati su un vecchio autobus da un agente del posto, Uri, iniziano ad esplorare gli edifici abbandonati constatando la presenza di animali pericolosi. Quando però il mezzo non sarà più in grado di ripartire altre presenze si manifesteranno in modo minaccioso.