Cinema The Monkey’s Paw

The Monkey’s Paw

monkey 1La zampa di scimmia torna a colpire senza pietà, anche in tempi di crisi.

Cosa fareste se qualcuno o qualcosa vi desse la possibilità di esprimere tre desideri? Ognuno ha sicuramente una personale risposta a questa domanda: ricchezza, salute, immortalità, Megan Fox e molte altre cose, impossibili o realizzabili solo con impegno, fatica e tenacia. Forse tutti, o quasi, ci prenderemmo una scorciatoia, se possibile, un modo veloce per arrivare dove vogliamo, magari cavandoci dalle scarpe qualche sassolino che ci disturba particolarmente e tanti saluti al piacere della sfida e alla soddisfazione dell’avercela fatta per meriti propri.

Questioni morali serie e dai risvolti interessanti, si potrebbero perdere ore a discuterne. Oppure si potrebbe semplicemente optare per la visione di The Monkey’s Paw, che propone la sua personale idea cupa, nera e malvagia di una lampada di Aladino in versione moncherino scimmiesco, dove già solo l’estetica dovrebbe essere chiaro monito alla fregatura colossale che coglierà l’ignaro possessore.

monkey 2Figlio dell’omonimo racconto horror di William Wymark Jacobs, pubblicato nel 1902 in Inghilterra, il film del regista Brett Simmons non è un remake dei due precedenti cortometraggi basati sull’opera letteraria e nemmeno del film perduto di Shoedsack del 1933, con la Louise Carter della Madame Butterfly di Gering, ma un adattamento in chiave moderna liberamente ispirato, sebbene gli elementi principali siano rimasti, ovviamente, inalterati. Così, dall’Inghilterra si passa agli States, più precisamente in una New Orleans che ancora porta le ferite causate da Katrina. Qui, Jake riceve in regalo da un ex collega un curioso talismano, una zampa di scimmia dai presunti poteri magici, in grado di esaudire tre desideri. La vita del ragazzo non è delle più rosee, a corto di soldi, con una madre malata in ospedale, abbandonato dalla donna che ama, e spinto dalla curiosità decide di esprimere un desiderio. Scoprirà presto che la zampa realizza ciò che viene richiesto, ma esige un prezzo molto alto. Ogni desiderio dona e contemporaneamente toglie, prendendo possesso della vita di chi la utilizza e creando mostri senz’anima.

monkey 3Aggiornata ai tempi moderni, la storia si fa strada nella crisi economica che ha colpito anche gli Stati Uniti, dove i dubbi che riguardano il futuro di aziende e persone sono pane quotidiano per una classe lavorativa vessata e colpita in modo significativo. La fabbrica dove lavora il protagonista versa in una situazione delicata e la mancanza di prospettive che attanaglia lui e i colleghi è la base su cui poggia il potere della zampa: maggior denaro, una posizione economica migliore, un figlio che non si riesce a vedere, desideri che rappresentano i fallimenti di una vita. Ma invece di provare a porvi rimedio in modo adeguato, sacrificandosi, compiendo scelte magari difficili, riconoscendo i propri errori e accettando che la realtà è quella che è ma può cambiare solo se ci si impegna a farlo, si sceglie la scorciatoia. In questo caso, una zampa di scimmia che realizza desideri nel modo più beffardo possibile. Il protagonista è un fallito non perché incapace, ma perché non vuole prendere in mano la sua vita, incede per inerzia, desiderando ciò che non ha perché considera ingiusta la sua situazione. In questo senso, il film funziona alla perfezione e leggendo il racconto breve alla quale è ispirato lo si potrebbe considerare un what if. Cosa sarebbe successo se i coniugi White avessero aperto la porta al figlio resuscitato dal desiderio? La risposta di Simmons è brutale e senza compromessi e dal secondo desiderio di Jake in avanti, la storia devia nettamente su binari più horror, con qualche sterzata splatter che male non fa. Tra Pupi Avati e Stephen King, The Monkey’s Paw accantona l’originalità per costruire una storia solida, diretta e onesta, senza perdersi in fronzoli, scene o dialoghi inutili, puntando dritto al sodo in una discesa infernale verso una conclusione convulsa e non chiusa, come a dire che in fondo l’uomo cercherà sempre la strada più facile pensando di essere migliore degli altri.

Con una buona regia e un discreto cast, su tutti il poliedrico Stephen Lang (Morte di un commesso viaggiatore, Avatar, Un giorno questo dolore ti sarà utile), il film di Simmons si fa apprezzare per la semplicità e la discreta qualità della messa in scena, che punta sicuramente più all’atmosfera, come certi film delle decadi passate. In definitiva, Monkey’s Paw non è l’indimenticabile nuovo tassello dell’horror moderno, ma comunque è un discreto passatempo per una serata tra amici. Perché dopotutto non si può vivere di solo pane e Psycho.

The Monkey's Paw - VOTO: 3/5

Anno: 2013 - Nazione: USA - Durata: 90 min.
Regia di: Brett Simmons
Scritto da: Macon Blair, Adam Meyer, Justin Smith
Cast: Stephen Lang - C.J. Thomason - Corbin Bleu - Michelle Pierce -
Uscita in Italia: Inedito - Disponibile in DVD:
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