Cinema World War Z: parlano Marc Forster e Brad Pitt

World War Z: parlano Marc Forster e Brad Pitt

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Il regista e la star dell’attesissimo zombie-kolossal targato Paramount ci svelano particolari situazioni dietro la realizzazione di World War Z. E intanto vengono mostrate delle scene inedite che noi vi raccontiamo!

La Paramount ha proiettato per la stampa alcune scene di World War Z dove hanno partecipato anche Brad Pitt e il regista Marc Forster. Horror.it vi regala un reportage completo dell’evento con la trascrizione completa e dettagliata delle scene mostrate e delle risposte che il regista ha fornito alla stampa.

ATTENZIONE: molto del materiale contenuto in questo articolo potrebbe svelare importanti risvolti della trama di World War Z. Il rischio spoiler è elevato. Zombie avvisato mezzo salvato…

WORLD WAR Z

Brad Pitt e Marc Forster arrivano all’appuntamento con la stampa con qualche minuto di ritardo, ma il biondo attore si toglie immediatamente dagli impicci rivelando scherzosamente: “non è stata colpa nostra”. Prima di far parlare le scene e lo stesso attore a prendere la parola e a presentare il materiale: “ho deciso di girare World War Z perché ero davvero interessato a un film politico, usando il motivo degli zombie come una sorta di cavallo di Troia per chiedere: ‘Che cosa accadrebbe a livello socio-politico se ci fosse una pandemia come questa? Chi sarebbe in cima? Quali sarebbero i paesi potenti e quali sarebbe i più vulnerabili? Volevamo esplorare questo, ma era davvero troppo. Ci siamo impantanati, c’era troppo da spiegare. Sventrava il divertimento che questi film dovrebbero avere. Il romanzo di Max [Brooks] è incentrato su zombie lenti. Abbiamo scelto di essere più dinamici, e abbiamo voluto basare tutto questo sulla scienza. Quindi ci siamo chiesti: ‘e se li facessimo muovere come delle formiche? O uno sciame di api? O uccelli o un banco di pesci che vengono inseguiti?’ Una delle prime domande che ci siamo posti è stata appunto come rappresentare gli zombie e come farlo in modo diverso, più reale e diverso dal solito approccio morto-ambulante, perché sono stati rappresentati così tante volte e sono stati fatti dannatamente bene”.

Quando le luci in sala si spengono, sullo schermo viene proiettato in 3D il secondo trailer ufficiale del film (che noi vi abbiamo mostrato QUI), e le reazioni sono state più che favorevoli. Un collega d’oltreoceano ci dice infatti: “Il trailer  convertito in 3D è stato molto più che sorprendente.  Un ottimo risultato per una post-conversione come in questo caso. Quando gli zombie si ammassano su quel muro in Israele o quando vengono sbalzati fuori dalla fusoliera dell’aereo, è come se ti venissero davvero addosso! Di solito, quando si post-converte optano sempre sull’effetto pop-up sacrificando la qualità dei momenti più tranquilli del film – ma tutto nel trailer sembrava funzionare abbastanza bene in termini di 3D.”

Dopo la visione del trailer, vengono proiettate diverse scene tratte dai primi due segmenti del lungometraggio. Di seguito la trascrizione completa:

Gerry Lane e la sua famiglia sono bloccati nel traffico. Poche battute per caratterizzare più che impostare la personalità del nucleo familiare. Ma qualcosa non va, alcuni poliziotti corrono in mezzo alle automobili ferme nel traffico impugnando le loro pistole. Una moto della polizia sfreccia accanto al finestrino di Lane spazzando via lo specchietto retrovisore della sua macchina. Quando Gerry scende per cercare di capire cosa sta succedendo arriva un secondo poliziotto in moto che lo esorta a rientrare in macchina. Il protagonista obbedisce ma appena chiude lo sportello un camion della spazzatura arriva a tutta velocità investendo e schiacciando il poliziotto. Il gigantesco mezzo inizia una vera e propria aratura nel traffico.  Da lì si vede il caos totale e di come la città sia ormai completamente assediata dagli zombie. Il terrore si espande rapidamente mentre le creature apparentemente inarrestabili cominciano a far fuori la gente urlante e la schiaccia nei veicoli comportandosi come degli animali selvatici. Durante la fuga con la sua famiglia, Lane scorge un passante mentre viene morso. Il ragazzo cade a terra ma dopo appena dodici secondi è di nuovo in piedi completamente trasformato. Il processo è velocissimo e sembra non lasciare alcuna speranza in chi viene infettato. La diffusione si preannuncia rapida. Bellissima, di grande impatto visivo ed emotivo la scelta di usare un giocattolo per bambini, caduto in terra, che effettua una sorta di conto alla rovescia, in maniera del tutto innocente e divertente, che riflette gli oscuri 12 secondi necessari al virus di propagarsi nell’organismo ospite e prenderne il controllo.

La scena successiva vede Lane e la sua famiglia stabilirsi sulla portaerei vista nei trailer, mentre un suo superiore lo aiuta a capire che cosa sta succedendo nel mondo. Il Generale gli svela anche che la velocità di diffusione della “malattia” è talmenta alta che decimerà la popolazione mondiale nel giro di pochi giorni e che hanno bisogno del suo aiuto (Lane è un esperto in malattie e fa parte dell’organizzazione delle Nazioni Unite). La sua missione è quella di andare in giro per il mondo per trovare il paziente zero. Se non accetta la missione, la sua famiglia sarà riportata sulla terra ferma. Questa scena sembra svelare il cuore pulsante del film e cioè quella della corsa contro il tempo per trovare la località dove la pandemia avuto inizio e capire se esiste realmente qualcosa in grado di fermarla.

Stacco. Ritroviamo Lane in Israele. Il protagonista è alla guida di una jeep e intrattiene una discussione con un collega delle Nazioni Unite dove per la prima volta viene usata la parola zombie. Infatti il collega di Lane afferma di aver trovato dei documenti in cui si parlava appunto di una possibile minaccia “zombie”. Lane apprende dal collega anche il concetto del decimo uomo – in cui ogni idea, non importa quanto apparentemente folle, deve essere considerata anche quando nove persona che appartengono alle autorità l’hanno esclusa.  La città è in isolamento completo, ma sta ancora ammettendo i sopravvissuti. Intanto tra le mure della città israeliana si sparge la voce che la pandemia è partita dalla Cina.

WORLD WAR ZLa sequenza che viene proiettata è la ormai famosa scena del muro che viene preso d’assalto dagli zombie. Poi lo sciame comincia a rompere il muro e Lane viene portato rapidamente verso l’interno della città. Chi ha visto la scena, in 3D, afferma di non aver mai visto nulla del genere fino ad ora e che la resa sul schermo è di una potenza inaudita e nell’insieme tutta fuorché ridicola. La scena dopo è di altissima tensione: Lane corre, accompagnato da un gruppo di soldati Israeliani attraverso i tunnel e le catacombe, verso un elicottero in attesa, quando all’improvviso uno zombie afferra una soldatessa e le morde la mano! Lane, che ha già visto quando tempo impiega a diffondersi il virus, non ci pensa due volte e ZACK! le taglia di trancio la mano! La soldatessa è sotto shock ma il tempo passa e lei è ancora un essere umano. Forse si ha la prova certa di come si possa fermare il contagio dopo essere appena morsi. Forse… Il filmato si fa concitante e sullo schermo vengono mostrate altre scene montate quasi come in un trailer e nel finale anche una versione estesa ambientata nell’aereo vista nel secondo trailer.

Quando si accendo le luci il regista Marc Forster è salito sul palco per rispondere alle domande dei giornalisti presenti. Di seguito le domande più interessanti:

DOMANDA: Quanto manca al completamento del film?

MARC FORSTER: Due settimane, tra montaggio e conversione 3D.

D: Questi zombie come possono essere uccisi?

MF: Se gli spari nelle ginocchia, loro cadranno a terra ma continueranno ad avvicinarsi a te strisciando. Quindi si, è meglio se gli si spara in testa.

D: Potresti svelarci perché il finale è stato prima riscritto e poi girato ex-novo? E’ vero che non soddisfava nessuno?

MF: Non soddisfava me. Quello che avete sentito, letto… tutte cazzate. Non mi piaceva il finale, l’ho mostrato allo studio e ho detto loro ciò che ne pensavo. Ci hanno concesso di tornare e di rigirare il finale che volevo.

D: Un finale migliore?

MF: Si, un finale migliore. Anche se io preferisco dire più potente. Funziona alla grande e lavora in favore della storia che abbiamo e vogliamo continuare. Siamo davvero felici del risultato. E’ un finale diverso e lo preferisco. E’ più potente e funziona perfettamente per questa storia. Non l’avevo mai fatto prima con un altro mio film. Tuttavia molti registi che ammiro, da Bergman a Fellini, hanno sempre girato, riguardato le scene in sala di montaggio, rigirato. E’ un processo in cui vai avanti e torni indietro.

D: Nel filmato che ci hai mostrato non abbiamo quasi mai visto uno zombie da solo…

MF: L’idea per i nostri zombie è venuta dalla natura. Li chiamiamo zombie e subito pensiamo al mostro classico. No, questo è quello che accadrebbe nella realtà. La frenesia, il panico all’inizio. Se nel 1970 George A. Romero  aveva voluto muovere una critica al consumismo, io userò lo zombie, anzi gli zombie, come metafora della sovrappopolazione e delle meno risorse.

D: Quando è ambientato il film? Si svolgerà nell’arco di giorni o mesi?

MF: E’ abbastanza compresso. Parliamo comunque di qualche giorno…

D: Da quanto abbiamo visto dopo il morso ci si impiega circa otto secondi a trasformarsi…

MF: Dodici secondi.

D: Dodici secondi. Quindi non credo tu abbia girato le classiche scene dove quello che viene morso viene circondato dagli amici e giù lacrimoni…

MF: In sostanza, come abbiamo visto nel filmato, alcune persone si trasformano più velocemente di altri. Ma c’è anche l’idea del virus che muta, si evolve e Lane scopre in un primo momento che si tratta di 12 secondi, ma poi si reca in un altro luogo in cui ci vuole più tempo. Quindi cerca di capirne il perché. Ne abbiamo discusso a lungo e ho deciso che per motivi drammatici, doveva accadere in 12 secondi. Vedrete nel film, che in diverse parti del mondo, a volte ci vuole un po’ di più di tempo, è stato una cosa che abbiamo scelto per il nostro tipo di narrazione drammatica.

D: Che peso ha avuto Max Brooks, l’autore del romanzo, nella lavorazione del film?

MF: Ho incontrato Max un paio di volte. Abbiamo parlato del libro e di cosa lui avrebbe voluto vedere al cinema. Non ha visto ancora il film completo, ma gli ho mostrato gran parte del girato e Max… beh Max ci ha dato la sua benedizione.

D: Nel film ci saranno altri personaggi tratti dal romanzo?

MF: Si. Assolutamente.

D: Da quello che abbiamo visto sembrate trattare il tema dell’infezione in maniera molto reale. Avete avuto qualche consulenza particolare?

MF: Si, un team di esperti del CDC (Centro Di Controllo Delle Malattie ndr) ci ha accompagnati nella realizzazione degli zombie e mostrato come avverrebbe il contagio in proporzioni mondiali.

D: Quanti attori hai usato per mostrare la diffusione dell’epidemia?

MF: Per alcune scene abbiamo girato con più di cento comparse zombie. Molte volte abbiamo truccato in maniera definitiva le 50 persone iniziali, alle altre 50 è stato applicato un trucco da sfondo. Il make-up richiede un sacco di tempo!

D: Nei primi trailer e nel filmato che abbiamo appena visto si respira un’atmosfera più da action che da horror, come invece è il romanzo…

MF: Non avete visto il film, solo qualche minuto. Il film si prenderà una pausa dalle scene di massa e sarà anche molto riflessivo.

D: Uno degli show-TV più famosi ultimamente è The Walking Dead ed è molto violento. Credi che il PG-13 di World War Z possa essere deludente per lo spettatore abituato allo zombie e alla violenza dello show della AMC?

MF: World War Z si avvicina allo zombie in maniera molto differente di The Walking Dead ed io ho progettato il film in maniera molto diversa da uno show-tv. Di sicuro non saremo da meno.

D: Recentemente in un sacco di produzioni del genere, in cinema come in tv e nei romanzi, la parola zombie non viene mai usata. In World War Z adotterai questa tendenza?

MF: World War Z significa La Guerra Mondiale Degli Zombie. Noi parliamo di zombie e li chiamiamo zombie. Come avrete capito sarà tutto molto reale e impostato come se quello che raccontiamo potesse accadere da un momento all’altro. E se succedesse tu quei cosi li chiameresti zombie. Ed è quello che fanno i miei personaggi.

D: Non ci avete mostrato niente del terzo atto. Come mai?

MF: La scena dell’aereo fa parte dell’inizio del terzo atto. Vi basta sapere questo.

brad-pitt-world-war-zNaturalmente nel corso della manifestazione è stato chiesto a Forster di commentare le voci sui problemi che hanno colpito la produzione definita da molti affrettata, la smentita arriva con la seguente risposta: “Non direi che è stata una produzione affrettata, non è il modo giusto per definirla. Stavamo sviluppando la sceneggiatura e quando si sta producendo un film su vasta scala da zero, su queste produzioni non si è mai del tutto preparati, perché si può preparare il film per un anno e ancora farsi venire in mente delle cose. Non c’è mai abbastanza tempo per preparare qualcosa di questa portata. World War Z è un film enorme. E noi siamo arrivati preparati. Abbiamo finito il film in tempo, non siamo andati oltre il calendario e di solito questo significa che le cose non sono fuori controllo. Abbiamo solo riscritto e rigirato il finale, ma tutto il resto ha funzionato. Poi qualcuno ha sempre bisogno di venderle qualche copia della propria rivista o attirare visitatori sul proprio blog”. E conclude: “I film di zombie sembrano diventare popolari nei periodi di cambiamento. E’ avvenuto negli anni settanta, e avviene ora. Stanno cambiando così tante cose nel mondo, e credo che sia uno dei motivi per cui la gente si sente attirata dai film sugli zombie. Quindi di qualsiasi natura sia quel cambiamento, i segnali ci sono, e io sono ottimista: sarà un cambiamento positivo. Ma il cambiamento può essere sempre spaventoso!”

Il film tratto dal best seller “World War Z – La guerra mondiale degli zombie” di Max Brooks, anche autore di“Manuale per sopravvivere agli zombie”, vede neò cast, oltre a Pitt, anche Anthony Mackie, Matthew Fox, Mireille Enos, David Morse e James Badge Dale.

La trama ruota attorno a un impiegato delle Nazioni Unite di nome Gerry Lane (Brad Pitt), che attraversa il mondo in una corsa contro il tempo per fermare l’epidemia zombie che sta rovesciando eserciti e governi e minaccia di decimare l’umanità stessa. Mireille Enos interpreta la moglie di Gerry, Karen Lane.

L’uscita è prevista per il 21 giugno 2013 negli Stati Uniti, il 27 World War Z debutterà sugli schermi italiani.

About Giovanni Lorecchio
Famiglia modesta, lui un po’ meno. Un folle, dilaniato da miliardi di idee ma con pochi mezzi per realizzarle. Grande appassionato di cortometraggi in computer grafica e di colonne sonore, ama particolarmente l’accostamento horror/sci-fi. Odia il brutto cinema e si dedica alla composizioni di colonne sonore di genere.

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