Editoria L’ALBA DI TALULLA – Glen Duncan

L’ALBA DI TALULLA – Glen Duncan

Glen Duncan torna a “graffiare” con il secondo volume della sua trilogia sui licantropi, ed è già in procinto di bissare il successo ottenuto con “L’ultimo lupo mannaro”, di cui ci siamo già a suo tempo occupati.

“L’alba di Talulla” è infatti un degno, se non migliore, prosieguo del precedente romanzo, e, come già si era potuto intuire, vi si scopre che il mostro è tutt’altro che in via d’estinzione.

Mentre la lotta tra licantropi, vampiri e uomini (cattivi) si fa inevitabilmente più aspra e serrata,  la donna lupo Talulla Demetriou esplora i confini tra la sua umanità e la sua bestialità, incamminandosi in un percorso di crescita eroico e singolare.

In verità, la qualità di questa ennesima produzione horror incentrata sul revival dei cliché più tradizionali (licantropi, vampiri e scienziati pazzi) è più che altro dovuta alle notevoli doti letterarie dell’autore, capace di maneggiare una trama che sembra quasi riecheggiare “Underworld”, infarcendola di spessore culturale, riflessioni filosofiche, pathos e liricismi talvolta un po’ ai limiti dell’ostentanzione, ma pur sempre con consumata maestria.

Non a caso le parti di questo romanzo che si leggono con più gusto sono quelle più intime, frutto del tentativo (già iniziato da Anne Rice con i suoi vampiri decine di anni fa) di rendere il mostro non tanto un malefico antagonista dell’umanità quanto semplicemente un riflesso del suo lato oscuro, e come tale capace di provare sentimenti, di qualsivoglia natura, a scapito della solita brutalità cieca e ottusa che ci rendeva così sicuri del ruolo buono, pulito e vincente degli eroi.

Duncan sguazza volentieri negli aspetti più sordidi della sua storia, fatti di frattaglie e sangue ma anche di sesso esplicito  (quest’ultimo ormai – e ahimé – componente imprescindibile di qualsiasi libro che voglia vendere) e allo stesso tempo gode nell’elevare i suoi personaggi a una sensibilità fuori misura, manifestando un gusto peculiare per il dettaglio estremo e drammatico.

Fuori da questa precisa componente stilistica, da questa visione un po’ “maledetta” della vita, di stampo tipicamente neoromantico, la concatenazione degli eventi è tutto sommato poca cosa, nel senso che ricalca gli andamenti classici del genere: vari colpi di scena ben dislocati, apparente sconfitta del protagonista con conseguente rivincita, salti spazio-temporali, pause, ripresa dell’avventura: niente di nuovo sotto il sole, insomma, anzi, al lettore allenato certe situazioni appariranno talvolta perfino troppo artificiose, per quanto efficaci. Ma in un preciso momento storico in cui chiunque sembra poter scrivere un libro, dà una certa soddisfazione poter leggere un romanzo che scorre e funziona senza dover essere linguisticamente povero e banale.

L’alba di Talulla è infine diventato un radioso mattino di sole, che scalda il pelo e sconfigge i vampiri (che anche in questo libro fanno la figura dei barbosi aristocratici incartapecoriti). Adesso non ci resta che aspettare il gran finale.

L'alba di Talulla - VOTO: 3,5/5

Anno: 2012 - Nazione: Italia - Pagine: 537 - Prezzo: € 16,90
Autore: Glen Duncan
Edito da: ISBN
Traduttore: Tomaso Biancardi
Data di uscita in Italia: Aprile 2012 - Disponibile in eBook:

About Simona Bonanni
Simona da piccola aveva paura dei vampiri, oggi non ne può più fare a meno, a costo di incappare in libri e film di discutibile qualità. Artisticamente onnivora, è attratta da tutto ciò che è strano, oscuro e singolare. Divora pagine in gran quantità, scrive, fotografa, crea e dà molto credito a tutto quello che le passa per la testa. Ma l’unico che l’ascolta è il suo gigantesco gatto nero.

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