Editoria ABRAHAM LINCOLN, CACCIATORE DI VAMPIRI – Seth Grahame-Smith

ABRAHAM LINCOLN, CACCIATORE DI VAMPIRI – Seth Grahame-Smith

Anche l’editoria è vittima delle mode. Una delle più gettonate negli ultimi tempi è la riscrittura di classici in chiave horror.

Prendi un’opera famosa, riscrivila magari con un linguaggio più allettante e moderno,  e infilaci qualche improbabile mostro. Il romanzo è fatto.

Di questo “sotto-genere”  Seth Grahame-Smith è stato uno dei padri fondatori grazie al suo “Orgoglio e pregiudizio e zombie”, sorta di mock novel del famoso capolavoro di Jane Austen, e che nonostante l’inevitabile successo mondiale avrà sicuramente fatto rivoltare l’autrice nella tomba.

E mentre ormai nelle librerie questo tipo di romanzo imperversa, il nostro Seth, già autore per la Marvel e per MTV, nonché della sceneggiatura del “Dark Shadows” di Tim Burton, arriva a scomodare l’arcinoto Presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln e a riscrivere la sua biografia (e quindi un pezzo di storia americana tout-court) in chiave vampiresca (altro argomento, i vampiri, che si sa, tira molto).

Ne sentivate il bisogno, vero? E allora ecco a voi “Abraham Lincoln, cacciatori di vampiri”, uscito in lingua originale nel 2010 e da noi solo quest’anno per la casa editrice NORD, complice anche il film che ne è stato tratto e che sarà nei cinema a partire dal mese prossimo.

L’idea di base di questo romanzo non è da strapparsi i capelli per originalità, ovvio, ma parrebbe garantire, quanto meno sulla carta,  un po’ di quel divertimento “a cervello spento” che non è sempre necessario disdegnare.

Eppure, ahimé, come suol dirsi… Houston, abbiamo un problema. Perchè un libro così dovrebbe scorrere. Dovrebbe invogliarti a divorare una pagina dopo l’altra. Colpa invece anche di uno stile che vuole sembrare  a tutti i costi realistico dell’epoca, con una costante, quasi pedissequa alternanza tra brani di diario lincolniano e trasposizioni dell’autore, il romanzo è per tre quarti un noioso trattatello che non lascia spazio né allo scanzonato divertimento né tanto meno all’introspezione psicologica. L’ultimo quarto, rappresentato dall’incipit e dal colpo di scena finale (di cui ovviamente non vi parlo per non togliervi l’unica sorpresa) hanno se non altro un sapore più spigliato e moderno, ma non sono ovviamente sufficienti a far decollare tutto il romanzo.

L’unica cosa insomma che distingue “Abraham Lincoln, cacciatori di vampiri” da un qualsiasi insopportabile saggio storico è appunto la presenza dei succhiasangue, qui in veste metaforica, simbolo degli antichi valori aristocratici e decisamente fuori moda che la nuova giovane America (o almeno la parte repubblicana di essa) vuol spazzar via in nome dell’Uguaglianza e della Libertà; i cattivi/approfittatori/mascalzoni che ogni società e generazione conosce, e che in quanto concettualmente immortali non lasciano mai veramente e definitivamente trionfare la Giustizia e il Bene. Certo, qualcuno potrà pensare che sono solo una scusa per far vendere un libro, e credo che sarà difficile dargli completamente torto.

Paradossalmente però, ho la sensazione che se come romanzo “Abraham Lincoln cacciatore di vampiri” non sia niente di entusiasmante, come sceneggiatura offra invece la possibilità di trasformarsi in quel film rocambolesco e divertente che tutti ci aspettiamo. Sulla pellicola ci sarà forse la possibilità di salvare i personaggi e le situazioni da quella piattezza da “resoconto del commercialista” che affligge il libro, dandoci in pasto frattaglie, colpi di scena e sangue. Per accertarcene dobbiamo aspettare Luglio: un pessimo mese per i vampiri, ma noi non perdiamo le speranze.

Abra Lincoln, cacciatore di vampiriham - VOTO: 3/5

Anno: 2012 - Nazione: Italia - Pagine: 368 - Prezzo: € 14,90
Autore: Seth Grahame-Smith
Edito da: NORD
Traduttore:
Data di uscita in Italia: - Disponibile in eBook:

 

About Simona Bonanni
Simona da piccola aveva paura dei vampiri, oggi non ne può più fare a meno, a costo di incappare in libri e film di discutibile qualità. Artisticamente onnivora, è attratta da tutto ciò che è strano, oscuro e singolare. Divora pagine in gran quantità, scrive, fotografa, crea e dà molto credito a tutto quello che le passa per la testa. Ma l’unico che l’ascolta è il suo gigantesco gatto nero.

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