Cinema The Raven (2012)

The Raven (2012)

Al di sotto delle aspettative l’ultima fatica di James McTeigue, già regista di “V Per Vendetta”: un ritratto scontato e una narrazione troppo a briglia sciolta per poter risultare credibile.

“Il 7 Ottobre 1849 Edgar Allan Poe fu trovato in fin di vita su una panchina di un parco a Baltimora, Maryland. I suoi ultimi giorni restano un mistero”. Così, senza troppa fantasia, si apre “The Raven”, film del 2012, diretto da quel James McTeigue che , sette anni orsono, ci aveva regalato “V per Vendetta”, controverso gioiellino filmico a cavallo tra box office, retorica e talento puro.

“The Raven” parte dall’intenzione di essere omaggio al grande Edgar Allan, costruendo una fantasiosa ipotesi sulle cause della sua morte, che restano, a tutt’oggi, sconosciute. Il prodotto finale non può considerarsi riuscito: nonostante alcuni buoni momenti,  la fotografia impeccabile (a opera di Danny Ruhlmann), l’ambientazione che non fa una grinza e una regia abile sebbene a tratti molto autocompiaciuta, il plot è un volo pindarico troppo sfilacciato per poter risultare credibile.

A Baltimora, un killer commette i suoi delitti a imitazione di quelli delle tales di Poe e sfida apertamente lo scrittore non solo a dargli la caccia, ma a comunicare con lui tramite dei racconti che pubblicherà sul “Patriot”, il giornale per il quale il genio del terrore, in piena crisi creativa e dedito all’alcool, è ridotto a redigere recensioni. La posta in gioco è molto alta: il folle tiene in ostaggio Emily Hamilton (l’incantevole Alice Eve), la donna che Edgar ama, ricambiato e, com’è ovvio che sia, la ucciderà se lo scrittore non si dimostrerà sufficientemente abile nel ritrovarla.

Dunque, un copycat dei delitti creati dalla mente di Poe, che per di più, lo sfida: una sorta di “CSI” in epoca ottocentesca, con assurdi accenni di torture porn stile “Saw” in un guazzabuglio che lascia francamente perplessi. La tematica del serial killer d’epoca è ormai troppo sfruttata, il film vorrebbe rimandare a punte altissime come “From Hell” ma non ne possiede un decimo della forza; l’insieme, è troppo addomesticato e manca della giusta ferocia, fatta eccezione per alcuni passaggi efficaci. John Cusack, al quale è affidato il non facile ruolo di Poe, risulta fuori parte, nel passare dal monocorde al sopra le righe nel giro di pochi minuti, e non possiede la giusta espressività. Fece assai meglio, seppur solo come sporadica presenza, il Ben Chaplin / spettro di Poe nel pessimo “Twixt” di Francis Ford Coppola, prestando al personaggio un volto e un’attorialità assai più adatti.

Lo scrittore di Boston è qui ritratto al culmine della crisi: la raffigurazione che ne risulta è contaminata da troppi stereotipi, l’intenzionale omaggio non è sufficientemente sincero e appassionato bensì riflette la luce ipocrita della solita operazione da botteghino. Non basta infarcire il film di citazioni dai suoi racconti per riuscire a spacciarlo come un accorato homage: l’impressione che ne deriva è quella di un “Poe for dummies”, una ricostruzione di fantasia impacchettata in modo attraente ma del tutto priva d’anima.

Poe collabora con la polizia, in special modo con l’ispettore Fields (Luke Evans): la caccia al killer non riesce ad avvincere, in una narrazione standardizzata, priva di forti scossoni. Tutti i personaggi sono poco più che abbozzati: il padre di Emily, il ricco Capitano Hamilton (un buon Brendan Gleeson),  il quale dapprima osteggia a più non posso la relazione, per poi diventare improvvisamente solidale con Poe durante le ricerche della figlia, così, di punto in bianco; inoltre, il personaggio di Fields è troppo a tutto tondo, sebbene presentasse spunti che potevano essere sfruttati in modo migliore.

Il rapporto a dir poco conflittuale tra Edgar Allan e il caporedattore Maddux (Kevin McNally, noto per la serie di film “Pirati Dei Caraibi”), è reso come una serie di bisticci da osteria e poco altro. Il modo in cui “gli altri” vedono Poe e si relazionano a lui è rappresentato al massimo livello di superficialità, senza la minima intenzione di approfondimento: per un film che vuole dare una personale visione degli ultimi giorni di vita di un personaggio come questo, è una pecca non trascurabile. Inguardabili i titoli di coda, sulle note della pur bellissima “Burn My Shadow” di U.N.K.L.E (con la voce di Ian Atsbury dei The Cult), che però nel contesto stride come le unghie sulla lavagna, e ancor di più la grafica iperdigitalizzata da film di supereroi Marvel.

Credits agghiaccianti a parte, il segmento finale, per quanto non eccelso, resta forse il momento migliore della pellicola, con due o tre sequenze degne di nota. Per il resto, tra “Il Pozzo e Il Pendolo”, molto “Premature Burial” ma soprattutto una raffigurazione dello scrittore degna di un bignami di terza mano, non c’è molto da salvare.

 

The Raven - VOTO: 2.5/5

Anno: 2012 - Nazione: Usa/Ungheria/Spagna - Durata: 110 min.
Regia di: James McTeigue
Scritto da: Ben Livingston e Hannah Shakespeare
Cast: John Cusack - Alice Eve - Luke Evans - Brendan Gleeson -
Uscita in Italia: 23/03/2012 - Disponibile in DVD:

About Chiara Pani
Conosciuta anche come Araknex, tesse inesorabile la sua tela, nutrendosi maniacalmente di horror,musica goth e industrial e saggi di criminologia. Odia la luce del sole e si mormora che possa neutralizzarla, ma l’ interessata smentisce, forse per non rendere noto il suo unico punto debole. L’ horror è per lei territorio ideale, culla nella quale si rifugia, in fuga da un orripilante mondo reale. Degna rappresentante della specie Vedova Nera, è però fervente animalista, unico tratto che la rende (quasi) umana. Avvicinatevi a vostro rischio.

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