Guilty of Romance

Quando la vita che vivi ti va troppo stretta, allora, è ora di cambiarla.

Quando la vita che vivi ti va troppo stretta, allora, è ora di cambiarla. Lo sa bene la timida Izumi, moglie di uno scrittore famoso, sempre troppo preso dal proprio lavoro per curarsi dei desideri e delle esigenze di chi vive solo in sua funzione. Ma lo sanno anche Mitzuko, professionale docente di letteratura di giorno e sfrenata lussuriosa di notte e Miki, intuitiva detective con amante al seguito. Tre donne (incomplete) che popolano il mondo femminile del nuovo film di Shion Sono, affermato regista giapponese lanciato nel 1992 con The Room.

L’amore, lo sappiamo, non si può comprare ma il sesso si. Per questo a Maruyama – cho esiste un distretto esclusivamente dedicato ai love hotel. E proprio qui, alle soglie del XXI secolo, un inquietante mistero unisce il destino di tre donne diverse eppure complementari. Un serial killer ha smembrato il corpo di una donna e l’ha ricomposto con pezzi di manichini per popolare “il Castello”, una squallida stanza per il sesso occasionale. E così la detective Miki è costretta ad unire tutti gli indizi a sua disposizione per scovare l’identità dell’omicida.
Nel frattempo la timida Izumi trova prima un lavoro in un supermercato come venditrice di salsicce poi come modella per delle foto e dei filmati pornografici. Il giorno del suo 30esimo compleanno la donna, aggirandosi per le strade di Maruyama – cho conosce Mitzuko, una donna intrigante ma pericolosa, che le diventa amica e le illustra i segreti del sesso. Izumi, dunque, decide di continuare a recitare la parte della moglie innamorata e premurosa (quale è davvero) e, contemporaneamente, di dare libero sfogo alla propria libido guadagnando soldi facili vendendo il proprio corpo. In un vorticoso intrigo di sesso, sudore, pioggia e dolore, le vite delle tre donne si incroceranno, vivranno un’esistenza parallela, si sovrapporranno e, infine, una avrà la meglio sulle altre. Almeno in apparenza.

L’intero universo di Guilty of Romance gira attorno al sesso. Il sesso come piacere fisico, certo, ma anche come metafora della liberazione dell’individuo. Shion voleva dimostrare quanto potesse essere nociva una vita sedentaria fatta di cicliche routine quotidiane e di comportamenti imposti dalla società. E, per dimostrarlo, ha curato in modo maniacale ogni aspetto della sua pellicola: il ritmo della narrazione (anzi, delle narrazioni), l’alternanza di presente e passato, la scelta delle ambientazioni, il bilanciamento dei colori della fotografia e le tinte usate per il make up delle protagoniste. Ma il vortice di disperazione e dolore, di amore incondizionato e di odio totale, di amicizia e di rivalità, non può non coinvolgere lo spettatore: stretto nella stessa morsa assassina che strangola i personaggi, finisce per sentirsi completamente inutile e, perché no, incompleto.

Figlio della stessa società che uccide le anime degli individui vietandogli di essere, semplicemente, se stessi, Shion utilizza un umorismo grottesco per raccontare il dramma di un’umanità che chiede aiuto e che non riceve soccorso. Una tragedia personale (?) descritta con tinte noir, ritmi del thriller e colori dell’horror (impossibile non riconoscere, infatti, la citazione di Profondo Rosso). E così, girando attorno a Il castello di Kafka, Guilty of Romance indaga sulla doppia vita delle persone che, a causa delle loro debolezze, sono costrette a vivere di rinunce o limitazioni. È chiaro, dunque, che Shion vuole spronarci ad ammettere che tutti noi abbiamo un “castello” da abbattere e che, volendo, possiamo farlo… Finché siamo ancora in tempo.

 

 

 

 

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