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John Dies at the End: il Ritorno di Don Coscarelli

E’ una droga che assicura incredibili esperienze extracorporee, e i suoi consumatori sono in grado di viaggiare nello spazio e nel tempo. Ma alcuni di essi, al loro ritorno, non sono più umani.

Sette anni dopo l’ultima apparizione sul  piccolo schermo – Incident On and Off a Mountain Road, Masters of Horror – e dieci dopo l’ultima, eccezionale esperienza cinematografica – Bubba Ho-Tep – fa ufficialmente il suo ritorno in sala Don Coscarelli (Phantasm) con un adattamento tra horror, commedia e bizzarro che promette molto, molto bene…

Sinossi ufficiale: è una droga che assicura incredibili esperienze extracorporee. Nelle strade la chiamano Soy Sauce, e i suoi consumatori sono in grado di viaggiare nello spazio e nel tempo. Ma alcuni di essi, al loro ritorno, non sono più umani. Improvvisamente, una silenziosa ma massiccia invasione sembra aver scelto come proprio obbiettivo la Terra, e la razza umana ha urgente bisogno di un eroe. Ma il meglio che riuscirà a ottenere saranno John e David, una coppia di universitari perditempo la cui maggior impresa è quella di riuscire a mantenere un lavoro. Riusciranno questi due ad arrestare l’ondata di orrore in arrivo da un’altra dimensione e salvare l’umanità? No, non ci riusciranno.

Strana genesi quella di John Dies at the End, pellicola nata dalle ceneri ancora calde di quello che per anni è stato l’attesissimo e tribolatissimo sequel di Bubba Ho-Tep, quel Bubba Nosferatu rimasto per anni nei sogni di Coscarelli e dei fan e recentemente passato con ufficialità (?) a miglior vita senza aver mai visto la luce. Una pellicola che avrebbe goduto, tra gli altri, della presenza nel cast di un fuoriclasse assoluto come Paul Giamatti (La Versione di Barney, Cinderella Man). Rimasto con il cerino acceso in mano e la voglia insoddisfatta di collaborare col buon vecchio Don, Giamatti ha colto l’occasione offertagli dall’interessamento del regista per un eventuale adattamento del romanzo di David Wong John Dies at the End proponendosi come produttore del tutto. “Ho deciso di abbandonare definitivamente Bubba Nosferatu nel momento in cui mi sono reso conto di quanti problemi ci trovassimo di fronte” racconta Coscarelli “Ma immediatamente illustrai a Paul quest’altra idea, un adattamento di un romanzo che mi era piaciuto parecchio e di cui avevo iniziato a scrivere la sceneggiatura. A lui piacque immediatamente, e fmmo d’accordo sul fatto che la sua realizzazione non avrebbe presentato tanti problemi quanto quella di Nosferatu“. Curiosa valutazione, considerato che il nuovo progetto avrebbe previsto mostri e salti spaziali e dimensionali. “E’ una sceneggiatura piena zeppa di bizzarrie” continua il regista ” Oltretutto, ci siamo ritrovati a far convivere l’impostazione da horror comedy che tanto ci piace  senza però esagerare e snaturare alcune caratteristiche esclusivamente thrilling dei personaggi e delle situazioni“.

Mentre per quanto riguarda la nutrita componente mostruosa, il regista sembra avere le idee chiare e saldamente ancorate alla vecchia scuola dell’effettistica speciale: “Niente è ancora riuscito a superare il mio amore per i cari vecchi mostri di gomma, nè niente di più emozionante del vedere un bravo attore al lavoro ricoperto da qualche chilo di trucco prostetico. Tutto ciò che si dice sui prodigi dell’effettistica digitale è assolutamente vero, ma il vero problema è quando se ne abusa. Nella mia pellicola non manca, ma è sempre subordinata al mio amore per la tradizione pratica“. Tornando a Giamatti, oltre che nei panni di produttore il nostro apparirà anche in un piccolo cammeo, mentre il ruolo del protagonista è stato affidato all’esordiente Chase Williamson, che sarà affiancato da Rob Mayes (The American Mall), Clancy Brown (Highlander) e Doug Jones (Hellboy, Hellboy II). Presentata all’annuale edizione del Sundance Film Festival nella sezione dedicata alle pellicole di genere ottenendo reazioni entusiastiche.

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About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

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