Cinema Blood Story (Let me in)

Blood Story (Let me in)

L’orrore soprannaturale (quanto mai marginale) e una creatura sanguinaria diventano una sorta di “deus ex machina” per sopravvivere al dramma reale.

La remake-mania non risparmia neppure Lasciami Entrare. A due anni dal gioiellino svedese di Tomas Alfredson, rivive sullo schermo (in salsa stelle & strisce senza troppe variazioni, nomi e titolo a parte) la dolce e disperata amicizia tra il timido dodicenne Owen e la coetanea Abby, solitaria ragazzina con un lato assai oscuro.

Non è una novità che agli americani piaccia impossessarsi dei classici del j-horror per ricrearli in versione “made in U.S.A.”. Più recente è l’interesse per i prodotti europei, sbocciato con Rec (divenuto poi Quarantena) e destinato a proseguire, tanto per citarne un paio, con Profondo Rosso (ahinoi) e Martyrs.
In mezzo, uscito lo scorso autunno e diretto da Matt Reeves (Cloverfield), ecco Blood Story (Let Me In), replica fedele del meraviglioso Lasciami Entrare (Låt Den Rätte Komma In), datato 2008.
Per chi non lo sapesse, o l’avesse dimenticato, la sopraccitata pellicola svedese era un adattamento dell’omonimo romanzo di John Ajvide Lindqvist, che narrava la dura esistenza dell’introverso dodicenne Oskar, vittima della prepotenza dei bulli e della trascuratezza della madre. A scuoterlo da questa condizione, l’incontro con Eli, funerea ragazzina semi-segregata nell’appartamento adiacente a quello del protagonista.
L’anima gelida della ragazza, speculare al ghiacciato e nevoso scenario svedese, affascinava Oskar al punto da farne nascere una viscerale amicizia. Il lieto fine era però compromesso da un particolare che avrebbe reso assai più complicato il loro idillio: la vera natura di Eli, quella di una belva bisognosa di prede…

Si trattava di un film da mostrare nelle scuole (di cinema e non), come brillantissima prova a favore del fatto che l’horror non fa per forza di cose genere “a sè”, e che la rinascita del genere non può non passare (anche) da sperimentazioni “crossover” diluendo e mimetizzando il fattore-orrore in contenitori drammatici (così che possa fruirne anche la nonna!). Secondo le alte sfere dell’industria cinematografica, però, un film svedese, capolavoro o meno,  non può raggiungere facilmente una vecchina dell’Oklahoma o un taglialegna del Quebec, così eccoci.
Let Me In è ambientato nel New Mexico, Oskar è diventato Owen (Kodi Smit-McPhee, The Road) e Eli Abby (Chloe Moretz, Kick Ass), ma la trama è identica.

Se partite da questo remake (ma fatevi un favore e recuperate il suo illustrissimo predecessore!) siate pronti a rimanere piacevolmente spiazzati da un racconto che attraversa e impreziosisce temi diversi: vampiri, si, ma anche e soprattutto amicizia, amore, cercare di sfuggire alla propria natura o trovare chi ci aiuta a sopportarne le sofferenze.
L’orrore soprannaturale (quanto mai marginale) e una creatura sanguinaria diventano una sorta di “deus ex machina” per sopravvivere al dramma reale.
In tutto questo, Reeves non dimentica di riportare fedelmente le poche ma indimenticabili situazioni ematiche dell’originale, nè le impacciate e meravigliose conversazioni tra Owen ed Abby che, in un crescendo di intimità, rivelano l’animo tormentato (ma per differenti motivi) di entrambi.
A proposito, bravi i due giovanissimi attori protagonisti, così come quelli di contorno.

Piena soddisfazione per voi, dunque, neofiti del progetto.
Al contrario, qualora aveste già visto ed apprezzato Lasciami Entrare, vi ritroverete di fronte ad un prodotto bello e inutile: bello perchè ci ritroverete il ritmo, la tensione e le emozioni dell’originale, inutile perchè non offre nulla di meglio o di differente.
Ma con tutti i remake mediocri che compaiono, come si fa a sputare su uno così bello?

httpv://www.youtube.com/watch?v=s63CJSvKtdY

Blood Story (Let Me In)

Regia di: Matt Reeves
Scritto da:
Matt Reeves, John Ajvide Lindqvist
Interpreti:
Kodi Smit-McPhee, Chloe Moretz, Richard Jenkins
Durata:
116 min.

About Luca Zanovello

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Comments

Posted On
set 20, 2011
Posted By
Simona Bonanni

Una cosa su tutte… il titolo “Bloody Story” nun se po’ sentì…

Posted On
set 29, 2011
Posted By
clarilux

su una cosa siamo concordi: il film svedese e’ un gioiellino ….. ma c’era proprio bisogno di un remake?

Posted On
ott 12, 2011
Posted By
Luca Zanovello

credo abbiate entrambi ragione! il fatto dell’inutilità del remake infatti l’ho ripreso: bello, ma a che serve? :)

grazie per la lettura!

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