Cinema Bloodrayne 3: the third reich

Bloodrayne 3: the third reich

Bloodrayne 3 poteva essere un Bastardi senza gloria con vampiri e invece si rivela un pasticcio senza capo nè coda .

Avevamo lasciato anni fa la vampira Rayne (pardon damphira, mezza umana e mezza creatura della notte) nel selvaggio west, in quello che era l’episodio più pazzo, ma anche emotivamente più forte con un massacro finale che univa il classicismo horror (Dracula in primis) con lo spaghetti western.

Ancor prima Rayne (interpretata per la prima e unica volta dalla rossa Kristanna Locken, ex Terminator 3) si muoveva in uno scenario medioevale da masquerade vampirica nel capitolo più sanguinoso, ma anche più riuscito, che avrebbe potuto (e non l’ha fatto) mettere in pace i fan del personaggio. Bloodrayne nasce come come videogame e quello che gli appassionati non hanno mai perdonato al regista Uwe Boll e di avere tradito il concetto primo della saga, l’ambientazione, la seconda guerra mondiale, con nazisti e vampiri in prima fila a combattere per le sorti del mondo. Quindi per il terzo film niente Medioevo, niente selvaggio West, Rayne scende ad affilare le lame in un mondo incancrenito dal dominio hitleriano. Peccato che arrivati a questo capitolo il fiato sia davvero corto e, se il film inizia in maniera egregia con un camion di ebrei deportati verso un campo di concentramento, le premesse vengono tradite per colpa di una storia farraginosa e una regia non molto ispirata senza i grandi guizzi delle opere bolliane più sciagurate (il virtuosismo ballistico per esempio di un Alone in the dark). Bloodrayne 3 è molto sanguinoso, ma anche gratuito, le scene nascono e muoiono con una sciattezza disarmante soprattutto nei momenti erotici (la scena lesbo in sauna, ma anche quella sul treno che cita il coito tra le sbarre del primo capitolo), senza avere un senso, se non quello voyeuristico da porno soft di terz’ordine, con personaggi ridotti, anche nel quotidiano, a macchiette incolori. Uwe Boll avvicina il personaggio sì alle sue origini, ma così facendo se ne disinteressa: non c’è più quella voglia di contaminazione di generi che poteva esserci alla base del secondo capitolo, ma solo un desiderio di realismo inappagato che stride fortemente con tutta la concezione soprannaturale della vicenda. D’altronde è chiaro fin dalle prime scene di repertorio come le ambizioni di Boll siano state alte, ma quello che poteva essere un Bastardi senza gloria con vampiri diventa un pasticcio senza capo nè coda sciatto sul piano storico e deludente su quello exploitation. Ritorna per la terza volta nella serie il veterano Michael Parè negli inediti panni di un comandante nazista, ma il personaggio forse più interessante è il Mengele di Clint Howard, performance folle, ma mal sfruttata. Come in Bloodrayne 2 Natassia Malthe risulta estremamente bella, ma assolutamente fuori parte, penalizzata pure dal’essere stata privata dei due tratti distintivi del personaggio di Rayne, le lame retraibili e i capelli rosso carota. Intanto come ai bei tempi del nostro cinema bis, quello di Mattei e Fragasso, insieme a questo film si sono girate altre due pellicole sempre di Uwe Boll: l’invedibile Bluberella, parodia di questo Bloodrayne con persino lo stesso cast senza però l’attrice protagonista, e lo schockante Auschwitz, probabilmente unico pensiero nella testa del pugile regista mentre girava queso deludente Bloodrayne 3.

Boodrayne 3: the third reich

Regia: Uwe Boll
Interpreti:
Natassia Malthe, Clint Howard, Michael Paré
Durata:
79 min.
Inedito in Italia

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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