J-Horror Dream Home

Dream Home

Quale brutalità avrebbe il coraggio di schiaffarci sul muso il buon Pang ora, quattro anni e qualche qualche ulteriore chilometro di discesa negli inferi dopo?

2007: Hong Kong è un immenso alveare. Infiniti allineamento di termitai spacciati per quartieri che,  benché scossi dalle prime avvisaglie della crisi della new economy, forse non erano ancora in grado di prevedere l’arrivo di quegli spietati venti di recessione che ne avrebbero spazzato le strade, svuotandole.

La giovane Lai-Sheung Cheng lavora come una pazza per recuperare ciò che le è stato strappato dalle mani quand’era ancora adolescente: un appartamento con vista sul mare, come quello in cui ha passato l’intera infanzia  a fianco del padre e dell’amato nonno. Ma il mercato è un Moloch vorace e mai sazio, e per Lai-Sheung Cheng sembra che i soldi per concludere definitivamente l’accordo non bastino mai. E quando a un passo dalla definitiva fumata bianca il suo sogno si infrange in mille pezzi, la donna trova un’altra via per dare sfogo alla gelida sistematicità con cui aveva lucidamente progettato il proprio futuro…

Sarà forse eccessivo intravedere nella pellicola di Ho-Cheung Pang indiscutibili stimmate da horror profondamente politico, metaforizzazione tanto più graficamente brutale quanto meno ipocrita di una realtà fattasi spietato ingranaggio cannibale, tritacarne di sogni e aspirazioni dei singoli, tomba del futuro di ognuno. Ma è innegabile quanto, abituati come siamo a spunti narrativi sempre più vuoti standardizzati e convenzionali, sia una piacevole ventata d’aria fresca l’assistere a un dipanarsi degli eventi che nasce e si sviluppa intorno a un soggetto così drammaticamente attuale e allo stesso tempo poco considerato in ambito horror. Perché poi lo scopo chiarissimo della pellicola di Pang non è certo quello di farsi alfiere di un certo tipo di profonda analisi della realtà, quanto quello di essere un film dell’orrore con i piedi ben piantati nel reale e nella modernità, ed è tutt’altro che dir poco. Condotto per mano dalla raffinata grammatica filmica  del suo regista, Dream Home è un film che racchiude il proprio brutale cuore gore in un involto narrativo essenziale, solido ed elegante, in una struttura che, giocando con il flashback,  stempera bene la quasi ieratica risolutezza con cui la Lai-Sheung Cheng dell’ottima Josie Ho (Poker King) lastrica di sangue la propria strada verso la vendetta alternandola con stralci della sua innocente fanciullezza e del suo costruttivo e speranzoso recente passato, immersa in una Hong Kong scintillante e alienata mai così capace di rendere pazzi i propri figli.

Un cuore nerissimo che quando batte scatena violentissimi terremoti gore ferini e tecnicamente ineccepibili punteggiati di schegge di CGI, spietate scene di brutalità particolareggiata e volutamente dilatata capace quasi subito di sfondare il muro della sopportabilità, non appena trascina sulla strada dell’implacabile assassina anche una giovane donna incinta. Ma a riportare entro i canoni della credibilità quella che rischierebbe di essere una mattanza riconducibile più a un sicario più che a una paziente centralinista, Pang unisce all’insieme una manciata di situazioni al limite tra il comico e il surreale, spiazzanti momenti capaci oltretutto di interrompere almeno per qualche istante la stretta morsa che comprime lo spettatore all’altezza dello stomaco per buona parte della sua ora e mezza. Ed eravamo nel 2007: quale brutalità avrebbe il coraggio di schiaffarci sul muso il buon Pang ora, quattro anni e qualche qualche ulteriore chilometro di discesa negli inferi dopo?

Dream Home

(Hong Kong, 2007)
Regia: Ho-Cheung Pang
Sceneggiatura: Ho-Cheung Pang
Interpreti: Josie Ho, Michelle Ye, Eason Chan, Norman Chu
Durata: 96 min.
Distribuzione: Network Releasing

About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

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Comments

Posted On
apr 26, 2011
Posted By
Andrea Lanza

Grande recensione e ottimo film

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