Cinema Pulse 2 afterlife

Pulse 2 afterlife

Questo secondo capitolo di The Pulse, remake di un horror giapponese di grande fama, risulta migliore del predecessore.

Il mondo è ormai distrutto: per la terra vagano vivi in cerca di salvezza e morti nella disperata utopia di stare con i propri cari. In mezzo a suicidi e apparizioni spettrali un padre e una figlia cercheranno di scappare, ma non  hanno fatto i conti con la madre della piccola che li seguirà ovunque.

Incredibilmente questo secondo capitolo di The Pulse, remake di un horror giapponese di grande fama, risulta migliore del predecessore. Basta universitari col vizio di curiosare troppo, basta una eccessiva semplificazione di temi immensamente filosofici: qui il regista senza tanti fronzoli ci pone nel centro dell’orrore, una terra devastata e desertica dove i pochi uomini sopravvissuti coesistono con i fantasmi dei loro amati. Il regista Joel Soisson non cerca un approccio effettistico ma procede lentamente in contrasto netto con la mania hollywoodiana degli horror dal ritmo sincopato e dal montaggio tarantolato. La storia poi, asservita da un ottimo cast, assesta il relativo colpo di scena nella prima mezz’ora per concentrarsi poi, nella stessa maniera del prototipo kurosawaiano, soprattutto sui sentimenti, quelli dei vivi legati agli affetto terreni e quelli dei morti mossi dal ricordo di un affetto che non sparisce nell’ultimo alito dell’esistenza. Il film non lesina nei particolari truculenti, pur non vivendo una particolare dimensione sadica: un uomo divora un gatto, un fantasma prova a suicidarsi prima tagliandosi le vene e poi conficcandosi delle forbici nel petto e nel bulbo oculare.Pulse 2 è un horror romantico che si interroga sul significato della vita e della morte, un film sull’abbandono, sull’inaridimento dei sentimenti che non ha paura di sporcarsi in un finale doloroso sofferente e dalla flebile speranza in un incerto lieto fine. C’è anche l’intelligenza in questo sequel di giocare e assimilare i concetti del prototipo per riproporli in chiave nuova e persino sorprendente: sia d’esempio che qui i sopravvissuti non si chiudono in stanze vuote per salvarsi, ma indossando abiti rossi possono muoversi tra le macerie della città senza paura di essere uccisi. Una sottigliezza non banale che arriva a capovolgere in maniera geniale uno dei concetto principali del Pulse giapponese: noi non dobbiamo più varcare porte perché le porte stesse siamo noi. Intanto è già in cantiere Pulse 3;speriamo sia allo stesso livello di questo.

Pulse 2: afterlife

Regia: Joel Soisson
Cast: Jamie Bamber, Noureen DeWulf. Jamie Bamber, Laura Cayouette
Durata: 90 min.

 

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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