Fantasmi Dead Silence

Dead Silence

Per la sua prima direzione post-Saw Wan deve aver deciso di giocare le proprie carte su un tavolo che a prima vista sembra conoscere più che bene.

A quanto pare, dopo aver diviso nettamente pubblico e critica, l’orgia di sangue e lacrime dei famigerati torture porn deve aver stufato anche uno dei suoi principali creatori, quel James Wan co-responsabile della nascita della fortunata saga de L’Enigmista. Quale miglior terapia disintossicante quindi che tornare al vecchio, classico schema horror, tutto  atmosfere sinistre e nebbioline, scricchiolii e boogeymen? In questo senso quella di Wan e del cosceneggiatore Leigh Whannell (Saw, Saw II, Saw III) è senza dubbio una scelta apprezzata e condivisibile, a onor del vero in parte motivata dell’ evidente crisi di idee e incassi dei vari Hostel e compagnia macellante. Con Dead Silence, sarà vera gloria?

Jamie (Ryan Kwanten) è un giovane sposino che, appena dopo aver ricevuto in regalo Billy, un inquietante e misterioso pupazzo, ritrova la propria moglie brutalmente assassinata. Unico indiziato dell’omicidio dal locale ispettore di polizia, darà il via ad una personale indagine alla scoperta della verità che, partita proprio dal burattino Billy, lo porterà a percorrere un viaggio a ritroso nella storia del suo paese natale e della sua famiglia, sul quale da più di cinquant’ anni grava la mortale maledizione di Mary Shaw, una ventriloqua accusata di omicidio, giustiziata e mutilata della lingua parecchi anni prima dai suoi stessi concittadini. Sepolta insieme a decine dei suoi amati burattini, Mary diede presto il via alla sua tremenda vendetta, uccidendo e privando della lingua chiunque urlasse alla sua apparizione.

Per la sua prima direzione post-Saw Wan deve aver deciso di giocare le proprie carte su un tavolo che a prima vista sembra conoscere più che bene, quello stesso tavolo sul quale la storica Hammer, esplicita fonte d’ispirazione del regista, ha calato i suoi assi migliori: pellicole eleganti e impeccabili, tanto essenziali quanto paurose, strettamente legate ai più classici e immortali archetipi del terrore. Nella pellicola di Wan, il ruolo degli infami spetta alla vendicativa Mary e ai suoi burattini che, capitanati da Billy e distinti per foggia, colore e connotati, sono il vero motore di tutta la pellicola. Attorno a loro il regista ha girato quelli che sono indubbiamente i momenti migliori del lavoro: la sempre più ostile natura di Billy è esplicata attraverso episodi calibrati alla perfezione, tesi e angoscianti al punto giusto, così come l’efficace e progressiva apparizione delle temuta Mary Shaw, che corre parallela alla tappe dell’indagine del coraggioso Jamie. Un sottile senso di angoscia mantenuto costante dalle più che felici scelte di John Leonetti alla fotografia: la vicenda è stradominata dai colori freddi; grigi e azzurri definiscono protagonisti che ricordano più le salme di un obitorio che individui dotati di sana e robusta costituzione: a conti fatti, il perchè sarà presto evidente…  I problemi iniziano a fare capolino non appena ci si rende conto che il tutto è spietatamente affogato in un mare di approssimazione: sin dalle prime battute si ha la netta impressione che la narrazione corra troppo velocemente, a causa di una sceneggiatura incompleta e frettolosa, priva di un pur minima quanto necessaria successione logica,  come se il susseguirsi degli eventi non fosse che un prescindibile contorno alle scene più calde ed efficaci, sapientemente disseminate per tutta la lunghezza del film.

Il tutto è ulteriormente accentuato da una infelice caratterizzazione dei personaggi principali: se da una parte la figura di Mary Shaw è suggestiva, paurosa e ben delineata (nota di merito per il make up del team diretto da David LeRoy Anderson) il protagonista Jamie, interpretato da un bamboccesco Ryan Kwanten (Summerland) soffre della quantomai diffusa sindrome da bidimensionalità, è il detective Jim Lipton (Donnie Wahlberg) con la sua ossessione per il rasoio elettrico a far assumere al tutto toni grotteschi e totalmente fuori luogo… La storia procende quindi tra continui alti e bassi, e il dopotutto inatteso colpo di scena finale perde gran parte del suo effetto sorpresa proprio perchè privo di un’adeguata preparazione. Ai titoli di coda, quello che resta è una fastidiosa sensazione di incompletezza e insoddisfazione, e l’impressione che con un minimo di cura in più il risultato sarebbe stato decisamente più felice, visti i non rari episodi validi della pellicola, non sufficienti però a togliere all’ insieme un amaro retrogusto di occasione malamente sprecata.

Dead Silence (USA 2007)

Regia: James Wan
Sceneggiatura: James Wan, Leigh Wannell
Interpreti: Ryan Kwanten, Amber Valletta, Donnie Wahlberg, Judith Roberts, Michael Fairman
Durata: 90 min.
Distribuzione: Universal Pictures

About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo!

Altri articoli:

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.

Horror Community

[captain-sign-up text="Partecipa al gioco"]

Focus on

Categorie degli articoli

ebook gratis


    Ai lettori di Horror.it, regaliamo una ghost story inedita di Andrea G. Colombo. Buona lettura!
  • RSS
  • Twitter
  • Facebook
%d blogger cliccano Mi Piace per questo: