Venduto come il “capitolo apocrifo che i benpensanti non avrebbero mai accettato”, il film si rivela subito uno specchietto per le allodole.La casa 7 – The Horror Show non ha niente a che vedere con la saga de La casa di Raimi. Venduto come il “capitolo apocrifo che i benpensanti non avrebbero mai accettato”, il film si rivela subito uno specchietto per le allodole. Ha poco a che fare, anche, con la saga di Chi è sepolto in quella casa? di Stephen Miner. Era il lontano 1989 e il regista David Blyth decise di tagliare la corda a metà delle riprese, lasciando l’abominio che stava creando nelle mani di James Isaac, futuro regista di Jason X.
Cunningham dice addio alla sua creatura nel peggior modo possibile, con una pellicola troppo distante dalla sua poetica e un villain cyborg ma scarno e deboleJason Woorhees è come una maledizione. Puoi provare a debellarlo tutte le volte che vuoi, ma tornerà sempre a tormentarti. A quasi 10 anni di distanza dal già di per se dubbio Jason va all’inferno (1993), infatti, Sean Cunningham continua inesorabilmente a produrre il goffo franchise derivato dal suo primo film Venerdì 13 (1980), di certo non uno dei migliori film horror della storia del cinema, ma a suo modo onesto e, in un certo senso, coerente con la linea cinematografica degli anni Ottanta, affidando a James Isaac la regia di Jason X.