Horror senza infamia e senza lode prodotto dalla gloriosa Hammer film.
Oxford, 1974. Il professor Joseph Coupland inizia un esperimento molto particolare. Lo aiutano due suoi studenti, oltre al giovane Brian, che, patito di riprese cinematografiche, è incaricato di filmare tutto. Oggetto dell’esperimento è Jane, una ragazza con manie suicide cui è stata diagnosticata la schizofrenia, ma che crede di essere posseduta da una presenza che chiama Evey. Coupland – che non crede al soprannaturale – mira a far sì che l’energia telecinetica prodotta da Jane si manifesti così da riuscire a rimuoverla, guarendo la ragazza.

Il primo romanzo di Antonio Ferrara, nonostante alcune ingenuità proprie di un autore emergente, consegna al lettore una storia dell’orrore genuina, dai tratti marcatamente italiani. E un colpo di scena finale davvero inaspettato.
Tre racconti che mescolano l’orrore del quotidiano e della dittatura all’orrore paranormale. Fantasmi veri e veri desaparecidos, un femminismo distruttivo e bambini scomparsi che riappaiono, circondati da un silenzio pieno di minaccia.
Una commedia horror che viaggia a metà tra Project X e Paranormal Activity. Un film divertente. E questo basta.




