
Un rito andato male catapulta due coppie all’interno di un incubo. Soli in una casa in mezzo al nulla, dovranno vedersela con presenze oscure e con quella che sembra essere la fine del mondo.
Parlare di Stitch, scritto e diretto dal misterioso debuttante Ajai, non è cosa facile. Non perchè il film sia particolarmente controverso o apra chissà quali discussioni filosofiche, ma per il semplice fatto che è uno dei film più “incasinati” che mi siano capitati di vedere negli ultimi tempi. La storia alla base di Stitch narra di una coppia (Ed Furlong e Shawna Waldron) che si reca in una casa sperduta nel deserto per compiere un rito magico in compagnia del guru Pirino (!!!) e della di lui compagna, che dovrebbe aiutarli a superare lo shock per la perdita della figlia dopo un incidente d’auto. Il rito non andrà a buon fine e si scatenerà un vero e proprio inferno intorno a loro, bloccati in mezzo al nulla e assediati da demoni e presenze oscure.


Un’infermiera psicopatica dall’oscuro passato seduce ed uccide gli adulteri. Un film per allupati più che per gli amanti dell’horror.
Lontanamente ispirato a “From Beyond”, l’esordio di Blair Erickson mette tanta carne al fuoco finendo col fare confusione. Un horror sci-fi che regala comunque spunti interessanti.
Una commedia horror che viaggia a metà tra Project X e Paranormal Activity. Un film divertente. E questo basta.
Una coppia si trasferisce in una casa conosciuta nel vicinato come “House of Blood”. Inizieranno ad accadere cose strane… Una divertente horror-comedy che con poche trovate riesce a strappare qualche risata.





