Cinema Hunger games: La ragazza di fuoco

Hunger games: La ragazza di fuoco

MV5BMTAyMjQ3OTAxMzNeQTJeQWpwZ15BbWU4MDU0NzA1MzAx._V1_SX214_La ghiandaia imitatrice spalanca le ali, il film no.

Ritrovati i loro cari e il loro distretto, Katniss e Peeta si preparano al tour e alla gloria che li attende a ogni stazione. Partita suo malgrado e sotto la minaccia del Presidente Snow, che la scopre innamorata di Gale, Katniss si accorge molto presto di aver acceso la speranza nel cuore della gente di Panem. Accolta come un’eroina piuttosto che una star, Katniss morde il freno ma il ricatto di Snow la costringe a giocare il suo ruolo e a distrarre il popolo dai problemi reali. Temeraria e sfrontata, Katniss cresce tuttavia in fascino e ascendente. Allarmato dal suo credito, Snow decide di diffamarlo, a ogni costo, con ogni mezzo. L’incarico viene affidato a Plutarch Heavensbee, stratega volontario che ha sostituito il ‘dimissionario’ Seneca Crane. L’idea è quella di indire un’edizione straordinaria dei giochi in cui concorreranno i vincitori delle edizioni precedenti. Katniss e Peeta, di nuovo uniti e di nuovo in gara, emergono su un’isola tropicale, circondata da un campo di forza e piena di insidie. Stabilite rapidamente alleanze e ostilità, i due ragazzi cercano di sopravvivere. Ma questa volta Katniss e Peeta non sono soli. 

Hunger games: la ragazza di fuoco è stato un successo in tutto il mondo fin dalla prima settimana d’uscita, forte anche del richiamo dei tanti fan che attendevano, da un anno, l’uscita di questo secondo capitolo. Chi scrive non è ragazzino da troppo tempo: non ascolta i One direction, non sbava per Selena Gomez, non si masturba forsennatamente davanti a Miley Cyrus vestita da operaia, ma è comunque andato al cinema a vedere questo film. Questo dovrebbe scagionarlo dall’essere un hipster, malgrado la maglietta con le frasi di Zombi 3 che sfoggia con vanto, e dal prendere sottogamba qualsiasi blockbuster infiamma le sale, sia che sia un Titanic o uno Zalone in tempi di crisi. E’ però anche leggittimo, essendo al di fuori dal sacro fuoco dei fan adoranti, esprimere un’opinione che non sia invalidata da passioni letterarie o cotte per attrici/idol. Diciamo subito che il passaggio di regia, dal Gary Rose dell’interessante Pleasantville al Francis Lawrence di I am a leged con Will Smith, è sicuramente un valore alla riuscita della pellicola, finalmente gratificata da un ritmo maggiore nella messa in scena
spettacolare e da quelle due o tre intuizioni visive che ti permettono di non sentirti uno spettatore (solo) di bocca buona.

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Quello che non funziona, purtroppo, è la storia che risulta troppo superficiale, troppo bambinesca e di corto respiro: basti pensare che ogni intrigo ordito viene risolto negli ultimi 5 minuti. E’ imperdonabile tra l’altro, in una produzione costata la bellezza di 130 milioni di dollari, buttare via in una sciattezza narrativa così disarmante tanti personaggi, il non saperli come gestire e perciò dimenticarsene strada facendo. Se il modello degli Hunger games è il Battle royale di Kinji Fukasaku si perde di mira, almeno in questo secondo capitolo, il bersaglio: è suicida sprecare intere sequenze a presentare i temibilissimi avversari dell’eroina Katniss Everdeen se poi non li metti mai in scena. E’ una regola basilare che ogni film, anche il più cialtronissimo action con Chuck Norris, conosce: se crei un personaggio, che non è semplice contorno, devi farlo agire, pena lo scontento del pubblico. E’ come se, per farvi capire, Spielberg, nel girare Lo squalo, avesse deciso di non mettere mai in scena il pescione gigante. Nel film di Lawrence si perde un sacco di tempo a mostrare i futuri avversari della protagonista (tra i quali una ferocissima donna dai denti affilati) e poi, ad azione avvenuta, li si elimina fuoricampo senza alcuna logica drammaturgica. E’ anche vero che il  rischio di seguito/remake era troppo forte e si sente l’esigenza di spostare l’asse della narrazione dall’eliminazione dei vari avversari ai pericoli dell’isola, in una scelta della sceneggiatura furbescamente vicina al serial Lost con tanto di fumo portatore di morte. In quasi due ore e mezzo è vero che non ci si annoia mai, anche se lo schema è lo stesso del primo film con una prima parte di presentazione e una seconda più adrenalica, ma resta sempre il retrogusto di telefilm lussuoso. Certo sarebbe assurdo aspettarsi da La ragazza di fuoco anche un accenno timido allo splatter, al sangue, alla violenza più minima, e non è di questo che ci lamentiamo. D’altronde anche un regista come David Slade, famoso per il violento 30 giorni di notte, ha dovuto chinare il capo alla logica esangue dei teen horror con il terzo capitolo di Twilight, Eclipse, girando però un’opera, con i limiti del genere, anche buona. Solo che, in questo caso, a dare davvero fastidio è la concezione così snob e settoriale di sequel: un  tempo i capitoli 2 o 3 vivevano una vita propria ed erano o film a se stanti o comunque che spiegavano con calma, a spettatori nuovi o vecchi,  cosa era successo in precedenza.

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Qui invece tutto è già iniziato e quando finisce non ha un vero epilogo ma un semplice TO BE CONTINUED, alla prossima puntata, roba che pensi “Ma che cazzo sono al cinema o davanti ad una fiction?”. E’ purtroppo lo sfacelo di uno spettacolo fatto e rivolto ai suoi fan, i lettori della scrittrice Suzanne Collins, le ragazzine alla ricerca di un nuovo Twilight che soddisfi la loro fame romantica di triangoli a tre, e se ne strabatte i cosidetti di essere davvero cinema. Dispiace quindi che in questo action non action si buttino via talenti, dal regista ai suoi attori, in particolar modo la bella Jennifer Lawrence che abbiamo amato e apprezzato nel folle  e commovente Il lato positivo. In un cast particolarmente ricco troviamo comunque volti noti come Donald Sutherland, Woody Harrelson, Philip Seymour Hoffman e, soprattutto, un estroso Stanley Tucci nei panni dell’abbronzato presentatore tv Caesar Flickerman. Tutti in parte ed eccessivamente troppo bravi per un film di disarmante basso profilo cinematografico. Inutile poi scomodare umori rivoluzionari e cercare di trovare chiavi di lettura politiche alla vicenda perchè lo spessore di questi temi è pari, forse soltanto, a Topolino e Pippo a Cuba. Hunger games 2 è d’altronde figlio di una certa sottocultura televisiva che ha abbracciato anche la letturatura, di salotti politici indistinguibili da quelli di Uomini e donne con la De Filippi, di freak mostruosi che chiedono in ginocchio la bellezza interiore per mostrare poi i muscoli, di tante frasi messe a caso “Rivoluzione” “Fascismo” “Libertà” per essere alternativi, di bigini letti con la speranza nessuno si accorga che sono solo riassunti, delle fiction da prime time meglio che il cinema. Non siamo qui a discutere se La ragazza di fuoco funzionasse in romanzo, ma, al cinema, senza dubbio no.

Huger games: La ragazza di fuoco - VOTO: 1/5

Anno: 2013 - Nazione: USA - Durata: 153 min.
Regia di: Francis Lawrence
Scritto da: Simon Beaufoy e Michael Arndt (da un libro di Suzanne Collins)
Cast: Jennifer Lawrence - Woody Harreson - Donald Sutherland - Philip Seymour Hoffman - Lenny Kravitz
Uscita in Italia: 27 Novembre 2013 - Disponibile in DVD:

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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