Cinema L’ESORCISTA – LA GENESI

L’ESORCISTA – LA GENESI

l-esorcista-la-genesiIl maestro dell’action Renny Harlin dirige nel 2004 il prequel L’esorcista – La genesi, un horror di grande potenza visiva

C’era un epoca, nel cinema horror (e non solo) americano, in cui andavano particolarmente di moda i sequel (L’esorcista, Non aprite quella porta, Halloween, Venerdì 13, Nightmare e molti altri ancora). Poi, quando non si è più potuti andare avanti (per evitare di ripetersi all’infinito), si è deciso di guardare indietro: nascono così i prequel, cioè film che raccontano gli antefatti del primo capitolo della saga. Con risultati alterni. Nel 2004, toccò proprio a uno dei più grandi horror della storia, L’esorcista, essere oggetto di un discreto prequel: L’esorcista – La genesi (titolo originale: Exorcist: The Beginning), diretto da Renny Harlin, regista finlandese molto attivo a Hollywood, autore di action-movie di culto (Cliffhanger, 58 minuti per morire) ma anche di un paio di horror (Prison e Nightmare 4 – Il non risveglio).

L’ultimo capitolo della saga risaliva ormai al 1990, quanto William Peter Blatty diresse L’esorcista 3, pellicola collegata solo marginalmente all’originale ma in realtà unico vero sequel “autorizzato” dallo scrittore in quanto tratto dal suo romanzo Legion. La nascita de L’esorcista – La genesi fu abbastanza travagliata: inizialmente il film fu girato da Paul Schrader, ma la produzione (Morgan Creek) non fu soddisfatta del lavoro e sostituì il regista con Renny Harlin, che lo rigirò sostituendo anche buona parte del cast. Il lavoro di Schrader fu comunque portato a termine in seguito e distribuito col titolo Dominion: Prequel to the Exorcist, con una trama identica e alcune scene uguali (una sorta di “film gemello”, insomma). Ad ogni modo, il prequel ufficiale è quello di Harlin, che non ha riscosso però un gran successo: eppure, secondo chi scrive, L’esorcista – La genesi è un buon film, un horror sicuramente non eccellente ma meritevole di una rivalutazione. La sceneggiatura (scritta da Alexi Hawley su un soggetto di William Wisher Jr. e Caleb Carr) è a volte un po’ dispersiva (probabilmente anche a causa delle suddette vicende produttive), e il film prosegue un po’ a sbalzi, decollando solo negli ultimi 40 minuti. In compenso, tutta la vicenda è caratterizzata da scene e inquadrature di grandissima potenza visiva, e alcuni momenti riescono a offrire ancora brividi agli spettatori.

stellan_skarsgard_ne_l_esorcista_la_genesiIl film riprende la figura di Padre Lankaster Merrin, protagonista centrale de L’esorcista e presente anche nel secondo capitolo (interpretato, in entrambi i film, da Max von Sydow). L’esorcista – La genesi vuole raccontare la storia di Padre Merrin, il suo primo esorcismo e come ha avuto inizio la sua lotta contro il Male (ricollegandosi in parte a quanto narrato in L’esorcista 2 – L’eretico). Una delle scelte più azzeccate è stata quella di affidare il ruolo a Stellan Skarsgård, che è svedese come von Sydow e ne condivide anche una certa somiglianza. Bravissimo attore, intenso ed espressivo, è attivo in numerosi film americani ed europei (ricordiamo gli eccellenti Angeli e demoni e Ronin), e dà vita a un giovane Padre Merrin tormentato e dalla fede incerta. Skarsgård è affiancato dalla polacca Izabella Scorupco (la dottoressa Sarah), celebre per il ruolo di bond-girl in Goldeneye, e dal britannico James D’Arcy, poco conosciuto ma efficace nel ruolo di Padre Francis.

vlcsnap-2013-06-01-18h32m54s62La vicenda ha inizio nel 1949 al Cairo: Lankaster Merrin, dopo aver vissuto gli orrori della guerra, ha lasciato l’Europa fuggendo in Africa. Spogliatosi della tonaca, svolge ora il lavoro di archeologo: viene avvicinato da un collezionista che lo incarica di recarsi in una regione del Kenya, dove è stata scoperta un’antichissima chiesa sepolta, e di recuperare una misteriosa statuetta. Iniziati i lavori, si verificano però fatti inquietanti: eventi paranormali, persone impazzite e un bambino che sembra posseduto da un’entità demoniaca. I Turkana, gli abitanti del posto, hanno paura di quel luogo perché lo ritengono maledetto. E a ragione, come scopre Padre Merrin: la chiesa fu costruita secoli prima su ordine del Vaticano per imprigionare un antico demone, quello raffigurato dalla statuetta (Pazuzu, come sappiamo da L’esorcista 2 – L’eretico). Aprendo la chiesa, il demone è tornato libero: impossessandosi, apparentemente, del bambino, ma in realtà di Sarah (la dottoressa che aiuta Merrin negli scavi). Il giovane sacerdote ritrova dunque la fede per combattere le forze del Male e deve effettuare il suo primo esorcismo.

vlcsnap-2013-06-01-18h34m15s107L’inizio del film è da antologia: in un tempo e un luogo non precisati, un uomo stremato e con una croce in mano cammina in mezzo a cadaveri squartati su cui banchettano i corvi; l’inquadratura si allarga e arretra velocemente, mostrando una distesa infinita di corpi crocifissi a testa in giù. Uno scenario apocalittico che mette i brividi, e lascia presagire il meglio per il proseguo della storia. Come accennato in precedenza, la vicenda procede però in maniera altalenante, in quanto la regia divaga un po’ e concede ampio spazio ai flashback in cui Merrin ricorda gli orrori della guerra, per spiegare la sua perdita della fede ma forse anche, in maniera pretenziosa, per fare un paragone filosofico fra il Male di Pazuzu e il male della storia: non a caso, in seguito assisteremo anche a una cruenta battaglia fra la popolazione locale e i soldati inglesi. Pian piano, però, il film decolla, e il bambino (apparentemente) posseduto dà origine ad alcune scene angoscianti, come il tentato esorcismo/sacrificio in ospedale, che proseguono in un climax ascendente fino al lungo finale nei sotterranei della chiesa, in pieno stile “esorcista” (compreso il make-up di Sarah posseduta, che ricorda molto quello di Regan nel capitolo originale).

vlcsnap-2013-06-01-18h34m19s138L’esorcista – La genesi va “gustato” come un accostamento paratattico di quadri orrorifici, collegati fra loro solo dal Male sprigionatosi: il Turkana in preda a una possessione durante gli scavi, il bambino sbranato dalle iene, il neonato ricoperto di vermi, l’uomo con la faccia in decomposizione, oppure la lugubre sequenza in manicomio dove Skarsgård assiste al suicidio del professore impazzito/posseduto. Assistiamo poi a scene apocalittiche quali lo sciame di mosche, la tempesta di sabbia e l’uomo squartato e appeso in chiesa (con tanto di dettaglio sul corvo che scava nel bulbo oculare). Dunque, violenza a volontà con un’esibizione del sangue dal sapore quasi “pulp”.

Il film può vantare, inoltre, una grande cura nelle inquadrature e nella fotografia (affidata infatti a Vittorio Storaro, grande maestro italiano molto attivo anche negli USA): sono valorizzati in maniera perfetta sia gli esterni (immensi paesaggi desertici, un lugubre cimitero, il sito archeologico), sia gli interni (in particolare, la chiesa e il sotterraneo da cui si è sprigionato il demone Pazuzu).

Le musiche di Trevor Rabin, dai suoni inquietanti e ancestrali, contribuiscono alla costruzione dell’atmosfera, ma non rimangono di certo impresse quanto il celeberrimo tema de L’esorcista, firmato da Mike Oldfield.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=xiursNkBMZU

L'ESORCISTA - LA GENESI - VOTO: 4/5

Anno: 2004 - Nazione: USA - Durata: 118 min.
Regia di: Renny Harlin
Scritto da: Alexi Hawley
Cast: Stellan Skarsgård - Izabella Scorupco - James D’Arcy - -
Uscita in Italia: 2004 - Disponibile in DVD: SI

About Davide Comotti
Davide Comotti. Bergamasco, classe 1985, dimostra interesse per il cinema fin da piccolo. Nel 2004, si iscrive al corso di laurea in Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Bergamo (laurea che conseguirà nel 2008): durante gli studi universitari, ha modo di approfondire la sua passione tramite esami di storia, critica e tecniche del cinema e laboratori di critica e regia cinematografica. Diventa cultore sia del cinema d’autore (Antonioni, Visconti, Damiani, Herzog), sia soprattutto del cinema di genere italiano (Fulci, Corbucci, Di Leo, Lenzi, Sollima, solo per citare i principali) e del cinema indipendente di Roger A. Fratter. Appassionato e studioso di film horror, thriller, polizieschi e western (soprattutto italiani), si occupa inoltre dell’analisi di film rari e di problemi legati alla tradizione e alle differenti versioni di tali film. Nel 2010, ha collaborato alla nona edizione del Festival Internazionale del Cinema d’Arte di Bergamo. Scrive su "La Rivista Eterea" (larivistaeterea.wordpress.com), ciaocinema.it, lascatoladelleidee.it. Ha curato la rubrica cinematografica della rivista Bergamo Up e del sito di Bergamo Magazine. Ha scritto inoltre alcuni articoli sui siti sognihorror.com e nocturno.it. Ha scritto due libri: Un regista amico dei filmakers. Il cinema e le donne di Roger A. Fratter (edizioni Il Foglio Letterario) e, insieme a Vittorio Salerno, Professione regista e scrittore (edizioni BookSprint). Contatto: davidecomotti85@gmail.com

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Comments

Posted On
set 30, 2013
Posted By
VittorioRotondaro

Ottima scenografia, così come la fotografia e le inquadrature. Mi aspettavo un pò di più dalla trama soprattutto dal finale nel sotterraneo.

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