Chucky - La bambola assassina La Bambola Assassina 3 (Child’s Play 3)

La Bambola Assassina 3 (Child’s Play 3)

La Universal impose al suo creatore Don Mancini di mettere il cantiere lo script del terzo episodio prima ancora che il secondo esordisse nelle sale.

Sono passati otto anni dal massacro perpetrato ai danni della sua famiglia adottiva da parte di Chucky, innocuo bambolotto posseduta dall’anima del serial killer Charles Lee Ray, e Andy è diventato un adolescente ribelle e ombroso scomodamente costretto nei rigidi ranghi di una scuola militare.

Otto anni che sembrano sufficienti agli avidi capoccioni della Play Pals Toy Company per rimettere in produzione i bambolotti Good Guys, convinti che l’onda lunga dello scandalo si sia ormai mitigata. Ma ciò che nessuno può prevedere è che sarà sufficiente rimettere in funzione la catena di montaggio per risvegliare e dare nuova forma allo spietato spirito del serial killer, sempre più determinato a trovare un corpo più ospitale e chiudere una volta per tutti i conti col giovane Andy.

Obbligato dal successo del primo capitolo della serie a dare un doppio seguito alle malefatte del bambolotto più crudele dell’horror – la Universal impose al suo creatore Don Mancini di mettere il cantiere lo script del terzo episodio prima ancora che il secondo esordisse nelle sale -, probabile che lo sceneggiatore e padre unico di Chucky, nel 1991 si sia trovato ad un punto di stallo creativo non indifferente, prosciugato da una doppietta di pellicole in tre anni (1988 e 1990) capace di metterlo presto nella scomoda condizione di cavare il sangue dalle rape di un franchise a corto di fiato per costituzione e ancora lontano dalle pur paracule intuizioni capaci di allungarne ulteriormente la vita. Così il buon Don, dopo due massacri in famiglia consecutivi, decide di risparmiare i probabilmente pochi familiari superstiti del nostro Andy e lo trasferisce di forza all’interno di un’accademia militare: un cambio di location che, a conti fatti, rappresenta l’unico vero elemento di innovazione rispetto alla vecchia formula.

Certo ci sarebbe anche un nuovo regista, quel Jack Bender capace nel ventennio successivo di riproporsi con profitto in un gran numero di serie tv di successo – Lost, Carnivale, The Sopranos, Alias – ma in questo caso il lavoro del nostro si riduce al mestiere più conservativo, limitato com’è al solito uso/abuso della soggettiva di Chucky e ai piani medi in modo da limitare il più possibili complicazioni per quanto riguarda la resa complessiva dell’animatronic di Tipo Bello – infelice traduzione dell’originale Good Guy –  che, non a caso, in figura intera in movimento si vedrà un paio di volte in tutta la pellicola e con risultati non certo esaltanti, mentre per quanto riguarda i movimenti del volto l’effettistica vide l’introduzione di una blanda computer graphic. Un Chucky inevitabilmente sempre uguale a se stesso, cultore del movimento a scatti e dell’omicidio all’arma bianca, villain le cui fragili spalle plastiche dovrebbero reggere tutto l’onore di un’impalcatura narrativa allegramente contraddittoria e, ancora peggio, terribilmente noiosa, appena ravvivata dalla leggera e indolore vena sarcastica di cui è innervata la figura del suo protagonista e da un paio di personaggi dalla costruzione frettolosa e raffazzonata, il Tyler di Jeremy Sylvers su tutti, che con un po’ più di cura avrebbero potuto dare un po’ più di freschezza alla vicenda. Quello che consegue è un fragile pretesto narrativo che faccia da sfondo agli omicidi del nostro e che accompagni lo spettatore alla prevedibile resa dei conti finale, unico momento  dove l’ECG abbandona giusto per un’attimo la piattezza cui è stato condannato per tutta la pellicola.

httpv://www.youtube.com/watch?v=s9GNZdjMCAM

La Bambola Assassina 3 - VOTO: 1/5

Anno: 1991 - Nazione: USA - Durata: 90 min.
Regia di: Jack Bender
Scritto da: Don Mancini
Cast: Justin Whalin - Perrey Reeves - Jeremy Sylvers - Travis Fine - Dean Jacobson
Uscita in Italia: 1992 - Disponibile in DVD:

About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

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