Anteprime The Last Of Us – focus completo

The Last Of Us – focus completo

Mancano ancora pochi mesi all’uscita di quello che sembra essere il capolavoro survival horror definitivo.

Horror.it vi regala un preziosissimo focus completo che vi aiuterà a combattere la logorante attesa. O forse no…
Cosa accadrebbe se un fungo parassita realmente esistente in natura, capace di controllare il cervello degli insetti fino ad annullarne ogni volontà e usarli come veicoli di diffusione verso il prossimo ospite, infettasse improvvisamente anche la specie umana? Il quesito se lo sono posti quelli della Naughty Dog creando quello che sembra a tutti gli effetti un nuovo capolavoro assoluto. Ci troviamo a Boston, Stati Uniti, venti anni dopo l’inizio di una terribile pandemia che ha spazzato via la civiltà così come la conosciamo.

Siamo a Boston, al di fuori di una delle tante aree di quarantena, dove la vegetazione ha preso il sopravento e si avvinghia aggressivamente sui ruderi dei palazzi in rovina e lungo strade dissestate e in completo abbandono. Siamo a Boston, un angolo di terra dimenticato da Dio. Sull’asfalto completamente lacerato tra le rovine del nostro glorioso passato, Joel ed Ellie cercano di scappare da orde di infetti che bramano la loro carne e il loro sangue: i Runners e i Clickers. I primi, esposti al contagio solo da qualche giorno, presentano ancora tutte le caratteristiche umane, sono sempre all’erta e attaccano i personaggi con grande aggressività, rincorrendoli fin dove la vista permette loro di individuarli. I Clickers sono invece completamente ciechi. Infettati da almeno un anno, la proliferazione del fungo Cordyceps ha orrendamente mutato la loro testa al punto da renderla deforme e grottesca, ma ha permesso loro di sviluppare una prodigiosa sensibilità a ogni tipo di rumore. Un solo morso di un Clicker, badate bene, è in grado di uccidere. Se scappare a gambe levate è la cosa migliore da fare in presenza dei Runner, è vero anche che l’eccessivo rumore allerterà i Clicker, col risultato di averli entrambi alle calcagna senza neanche il tempo di abbozzare uno scontro che il più delle volte risulterà essere impari. Anche tenere la torcia accesa nel buio pesto approfittando della cecità dei Clicker non è un’ottima strategia, dato che i Runner ci vedono benissimo.

Dimenticate ogni vostra precedente esperienza video ludica, in The Last of Us è tutta una questione di sopravvivenza. Pura e semplice. E non bisogna solo temere gli infetti. Uno degli aspetti più importanti, se non il più importante dell’intera produzione, è proprio il rapporto che hanno i protagonisti con il mondo che li circonda e con gli altri sopravvissuti, e le scelte che devono compiere ogni giorno per sopravvivere. Joel è un uomo di circa quarantanni che ha bene presente come fosse il mondo prima del suo precipitoso declino, mentre Ellie, poco più che dodicenne, non ha chiari ricordi di come fosse la vita prima di questa continua ricerca della sopravvivenza. A detta degli sviluppatori infatti, sarà proprio questo uno dei motori principali dell’intera vicenda, che giustificherà il comportamento dei due personaggi fin nel profondo, modificando le loro relazioni con gli altri sopravvissuti e il loro modo di comportarsi. Ciò che infatti ci colpì subito già dal primo trailer, furono, oltre alle parole scambiate tra Joel ed Ellie, sopratutto i loro sguardi, la loro intesa, la comunicazione non verbale, capace di essere efficace e potente tanto quanto una sagace linea di dialogo. I ragazzi di Naughty Dog hanno imbandito una tavola fatta di tensione, di compromessi e di lotta palmo a palmo per la vita. I due protagonisti infatti sembrano più assomigliare al prodotto dei compromessi ai quali sono dovuti scendere per sopravvivere piuttosto che ai classici archetipi dei personaggi di videogiochi, elemento che ovviamente eleva il tono della produzione ad un livello più maturo.

Se avete letto “The Road” di Cormack McCarty sapete bene quanto potrebbe essere difficile provare a sopravvivere in un territorio nel quale provviste, risorse, munizioni o anche solo semplici strumenti e attrezzi siano in costante diminuzione o in totale carenza, trasformando ogni oggetto trovato per strada in un vero e proprio tesoro. Seppure le ambientazioni siano più leggere e meno estreme del suddetto romanzo, il contesto generale rimane praticamente invariato e questo non può non ripercuotersi direttamente sul gameplay del titolo Naughty Dog. Ogni volta che ci troveremo a esplorare qualche area infatti ci verrà indicata a schermo la possibile interazione con un oggetto delle scenario, sia esso una bottiglia, un mattone o anche degli antibiotici trovati nel cassetto di qualche scrivania. Ogni area che andremo ad esplorare offrirà soluzioni diverse e varie, dipendenti non solo dal nostro stile di gioco, ma anche da come più in generale decideremo di affrontare l’umanità sopravvissuta. Evitare un gruppo di nemici distraendoli per poi sgattaiolare via da una finestra, affrontarli a testa bassa accettando i rischi che questo comporta, o cercare di ucciderli uno per uno sarà solo e solamente una nostra decisione, che dovrà essere bilanciata dal fatto che noi non siamo un giustiziere mascherato o un eroe di altri tempi, ma un uomo comune che deve sopravvivere in un mondo difficile. Proprio per questo, ogni colpo ricevuto, ogni proiettile che spariamo ed ogni mossa compiuta dovrà essere ponderata molto attentamente, perché avrà sicuramente delle conseguenze. Sarà molto più semplice avventarsi su qualche nemico armato di un sasso piuttosto che di un tubo, e finirlo con una cruenza che solo ad uno sguardo superficiale potrà sembrare gratuita, perché in fondo non si tratta altro che di sfogare la propria rabbia verso un esistenza sempre in bilico e sulla corda. Per mantenere il focus su quanto sia difficile sopravvivere in condizioni così estreme, è bene ricordare che la nostra vita non si rigenererà automaticamente, costringendoci a trovare specifiche medicine o particolari bendaggi per le nostre eventuali ferite. È probabilmente questo – assieme a una premessa narrativa di prim’ordine e dannatamente intrigante – l’aspetto che più colpisce di The Last of Us. Si ha sempre la netta consapevolezza di essere completamente isolati, quasi senza speranza, obbligati a sopravvivere e lottare coi denti per ogni centimetro conquistato, potendo contare unicamente sugli unici personaggi che ci stanno accanto, e accrescendo così quel senso di fratellanza e protezione reciproca che è amore per la vita in un modo che è solo morte e disperazione. Orrenda trasfigurazione e folle animalità. 

The Last Of Us raggiungerà i nostri scaffali fra qualche mese e noi non possiamo fare altro che attendere e riporre grandi speranze nel titolo, che forse più di tutti, darà al genere survival-horror una completa e finale dose di maturità.

About Giovanni Lorecchio
Famiglia modesta, lui un po’ meno. Un folle, dilaniato da miliardi di idee ma con pochi mezzi per realizzarle. Grande appassionato di cortometraggi in computer grafica e di colonne sonore, ama particolarmente l’accostamento horror/sci-fi. Odia il brutto cinema e si dedica alla composizioni di colonne sonore di genere.

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Comments

Posted On
set 24, 2013
Posted By
Livio

rosico parecchio… purtroppo non c’è per xbox e manco per pc -_-

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