Cinema Musica per le nostre horrorecchie

Musica per le nostre horrorecchie

Le colonne sonore del passato rivivono nei sottogeneri della scena elettronica contemporanea come fonte di ispirazione e mondo di sonorità in continua evoluzione

Una buona parte della riuscita di un horror è nell’atmosfera che viene creata e ciò avviene, non ci sarebbe bisogno di dirlo, soprattutto grazie alle musiche composte per la colonna sonora di un film: lo sapevano i grandi maestri del passato come Argento o Carpenter che,per le proprie opere, hanno scelto delle composizioni (o prodotto nel caso di Carpenter) che sono ormai da trent’anni associate al mondo del cinema di paura e hanno stravolto per sempre l’immaginario di un genere. Sembra scontato dirlo ma, solo per fare alcuni nomi, non esisterebbe un Profondo Rosso senza il rock progressivo dei Goblin e le composizioni del jazzista Giorgio Gaslini e nemmeno L’uccello dalle piume di cristallo avrebbe quel retrogusto perverso senza il tocco magistrale di Ennio Morricone; lo stesso si dica per l’incedere ansiogeno del tema portante della colonna sonora di Halloween firmato dallo stesso regista.

Quest’universo musicale che sembrava finito nei primi anni ’80 ha comunque influenzato il background di musicisti e produttori e sin dall’inizio del 2000 si è iniziato a guardare al passato con un occhio a volte nostalgico, a volte rispettoso, a volte semplicemente come ispirazione per un mondo di suggestioni ormai scomparse. E’ accaduta la stessa cosa anche nel cinema in cui un Tarantino ha portato sotto gli occhi e le orecchie di tutti le musiche e un modo di fare film del passato che ora dettano la moda; una scelta simile ma per tutt’altro genere di cinema è stata invece operata da Sofia Coppola nel suo primo lungometraggio “Il giardino delle vergini suicide”, dramma a tinte vintage fatto di eteree figure e ricordi sbiaditi reso musicalmente alla perfezione dai francesi Air. Ultimo, ma non meno importante, è il recupero di certe sensazioni e sonorità di un film ormai cult del 2011, “Drive” di Nicolas Winding Refn, in cui il synth e l’italo disco dei primi anni ’80 rivive negli atteggiamenti e nel look da eroe solitario stiloso del protagonista Ryan Gosling.

Qualcosa insomma è nell’aria, si respira ovunque voglia di passato, si ripescano suoni che sembravano perduti e nel mondo di internet, di myspace, soundcloud e della diffusione della musica sotto mille forme nella scena elettronica alternativa iniziano a proliferare molteplici sottogeneri che hanno in comune il rivolgersi al passato e tra questi non manca, ormai da qualche anno, quello rivolto all’immaginario horror. Nel mondo degli esperti viene chiamato Horrorwave quel sottogenere che guarda alle colonne sonore dei film dell’orrore/thriller del passato, rendendone omaggio e declinando nelle sfaccettature possibili quel mondo di suoni terrificanti. La musica elettronica aveva già visto qualcosa di simile anni fa, nel periodo in cui i produttori francesi dettavano legge in discoteca e non solo, il duo dei Justice prendeva il brano portante della colonna sonora del Tenebre argentiano e lo rileggeva in chiave techno-dance, superando quello che aveva fatto Thomas Bangalter (una delle metà dei Daft Punk) nelle sue composizioni electro-acid per il controverso film “Irréversible” del 2002.

I nomi che vanno ricordati per questa ondata horrorwave non sono molti (almeno finora), e uno fra tutti è quello di Umberto: tra il 2009 e il 2012 per l’etichetta americana Not Not Fun il produttore Matt Hill (questo il nome dietro al progetto) rilascia alcuni dischi, alcuni solo su vinile in poche copie, che nei suoni e nelle intenzioni si rifanno esplicitamente ai nostrani Goblin e Moroder in versione decisamente più elettronica. Il richiamo a quel mondo è chiaro fin dalle cover dei dischi (vedere quella di “Prophecy of the black widow”) e non si può non gongolare di fronte ad un omaggio del genere. La stessa etichetta in questi anni ha prodotto un altro musicista, Xander Harris (nome preso in prestito da un personaggio della serie tv Buffy), il quale nei suoi due dischi Urban Gothic e Chrysalid sembra comporre dei piccoli temi adatti ad un moderno film horror, piccoli flash terrificanti le cui sonorità ricordano questa volta i primi synth di John Carpenter.

Dalla Francia arriva invece il progetto Zombie Zombie che già nel 2010 si faceva vedere in giro con l’ep Zombie Zombie plays John Carpenter in cui i temi del grande regista venivano ripresi in chiave electro-rock e che ha continuato nei successivi dischi a omaggiare quelle atmosfere. L’italiano Guglielmo Bottìn, in arte Bottin, è un produttore di musica elettronica di una certa fama nel suo ambito e ha spinto questo richiamo alla musica dell’orrore su un versante più ballabile: Horror Disco è appunto il titolo del suo corposo album in cui i ritmi si fanno più scanzonati e sembra quasi scherzare con i suoni terrificanti del nostro passato.

Una menzione a parte merita invece il sottogenere musicale definito Witch-house, prettamente americano, lontano dalle sonorità del cinema di quegli anni, ma che nelle intenzioni si rivolge ad un mondo oscuro del passato: nell’iconografia, nei nomi scelti (Salem, Modern Witch, Pwin ▲ ▲ Teaks, GR†LLGR†LL) e nella produzione (alcuni di questi dischi sono incisi su supporto analogico, poche musicassette fatte in casa distribuite durante i live) questi gruppi rimandano ad un immaginario stregonesco in cui voci demoniache e suoni diabolici si sposano a ritmi lontanamente hip-hop , ambient e darkwave. Tra i nomi citati quello dei Pwin ▲ ▲ Teaks, che non solo nel nome si riferiscono alla serie tv di David Lynch, recuperando in musica le visioni oscure del mondo di Laura Palmer come nel disco “Inside the Black Lodge” (qualcuno ha parlato della loggia nera?).

In conclusione gli amanti dell’horror possono godere in questi anni di una rinascita e ripresa di suoni e suggestioni del passato mai così vivo, omaggi e rivisitazioni si alternano a nuove creazioni soprattutto nella scena elettronica sperimentale, quindi chiudete gli occhi, alzate il volume e abbiate paura!

 

Discografia consigliata:

 

Umberto “From the grave”

httpv://www.youtube.com/watch?v=xBgxzkBKBzk

Umberto “Prophecy of the black widow”

httpv://www.youtube.com/watch?v=8BfAUWb3CO8

Bottin “Horror Disco”

httpv://www.youtube.com/watch?v=6nK5NtW3KPE

Xander Harris “Urban Gothic”

httpv://www.youtube.com/watch?v=ehh3moxQFmo

Zombie Zombie “Zombie Zombie plays John Carpenter”

httpv://www.youtube.com/watch?v=fWZjdKC72hw

Modern Witch “Unknown domain”

httpv://www.youtube.com/watch?v=H-ya1oIykUk

 

About Alessandro Cruciani
Cresciuto nella provincia di Viterbo a pane e film, tra notti horror e combattimenti alla Van Damme, ha coltivato questa passione arrivando a creare gruppi di folli appassionati di cinema su facebook e a collaborare con alcune recensioni su www.bizzarrocinema.it e wwww.horror.it. Al di fuori del lavoro ama leggere, ascoltare musica e divorare serie tv.

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