Cinema The factory

The factory

Thriller di routine assurdo e scorretto.

Il detective Mike Fletcher insieme alla sua partner Kelsey Walker, danno la caccia ad un serial killer che si aggira per le strade di Buffalo e che ha come obiettivo giovani prostitute. Quando la figlia adolescente di Fletcher scompare, il detective scopre che il killer l’ha rapita, scambiandola per una prostituta. Fletcher diventerà ossessivo, e non utilizzerà più i metodi tradizionali da poliziotto, ma cercherà ad ogni costo e con qualsiasi mezzo, di salvare la figlia e prendere il serial killer.

Non lasciatevi ingannare dalle prime, buone, sequenze: The factory è opera che peggiora minuto dopo minuto, soprattutto a livello narrativo, arrivando a toccare, nel finale, vertici di cretineria inaspettata. E’ tutta mancanza di rispetto verso lo spettatore, il prenderlo per scimunito, il cercare di buttare tutto il deja vu nel sensazionalistico, nella caciara, nel facile bu bu settete arraffa soldi del cinema horror più basso. Cosa imperdonabile per un film che ha la parvenza di una produzione ricca, girata con professionalità e dai nomi di un certo richiamo nel cast, ma che fa a cazzotti con il più infimo B movie per i risultati finali. Almeno in un qualsiasi diretto in video, pronto pronto per la seconda serata di Italia uno, si può perdonare, dietro la scusa del basso budget e dalle becere ambizioni, tutti i buchi narrativi in un genere come il thriller che dovrebbe fare invece della logica il suo vanto.

Di questo però devono esserselo accorti anche i produttori, visto che scopriamo, imdb alla mano, che The factory è stato ultimato nel 2008 per restare congelato per molto tempo nei cassetti della Dark castle, casa di produzione famosa per successi horror come Il mistero della casa sulla collina, Gothika e 13 fantasmi. Proprio nel 2008 la Dark castle decide di buttarsi anche in film di tutt’altro genere come il Rock n rolla di Guy Ritchie: motivo di questo parziale cambio di rotta è stato probabilmente il flop dell’ambizioso I segni del male di Stephen Hopkins,  e con esso la paura di fallire con un’altra opera malriuscita dello stesso genere. Ecco però che The factory nel 2012 rispunta fuori in qualche apparizione festivaliera locale arrivando presto a fare bella mostra di sè negli scaffali delle videoteche americane, indolore e scambiabile con tanti prodotti straight to video. Nel disastro ci cade anche il buon John Cusack in quella che è forse la sua peggiore performance di sempre. Ad affiancarlo la bella, ma petulante Jennifer Carpenter, in vacanza dal serial Dexter e ben lontana dai suoi esordi horror con L’esorcismo di Emily Rose. The factory inizia, come detto molto bene, con un omicidio abbastanza cruento di un transessuale (impalato al muro con un attizzatoio e presto smembrato come pasto per famelici cani), ma non riesce a mantenere, pur se la regia dell’attore Morgan O’Neill è discreta, l’aria malata per tutta la durata del film.

Eppure l’idea di un serial killer che rapisce prostitute per trasformarle in  amorevoli madri non era male, per lo meno lo spunto era originale, ma finisce presto nel prevedibile più assoluto soprattutto quando la scenegiatura si riempie di evidenti buchi narrativi. Anche la risoluzione del caso, così scema, risulta nella sua assurdità abbastanza prevedibile in un epilogo che non può che deludere ogni tipo di spettatore. L’unico colpo d’ala del film è far catturare la figlia minorenne del protagonista perchè abbigliata in maniera equivoca (minigonna e trucco pesante anche con un tempo da lupi) seguendo il vecchio detto popolare “Le ragazze di oggi vanno in giro vestite da mignotte”.Incredibile, ma divertente in un film che per il resto segna l’encefalogramma piatto. Per ora in Italia The factory non sembra debba uscire, ma voi che leggete siete stati avvertiti di starne alla larga.

The factory - VOTO: 1/5

Anno: 2012 - Nazione: USA - Durata: 90 min.
Regia di: Morgan O'Neill
Scritto da: Morgan O'Neill, Paul Leyden
Cast: John Cusack - Jennifer Carpenter - Ksenia Solo - Mae Whitman - Dallas Roberts
Uscita in Italia: no - Disponibile in DVD: no

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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