Cinema Day of the dead

Day of the dead

L’alba dei morti viventi di Zack Snyder è un cult che si confronta con il capolavoro di Romero senza la pretesa di superarlo, ma anzi lo attualizza, lo cannibalizza come i suoi stessi zombi, facendolo diventare materiale diverso dal prototipo e comunque un film sempre bellissimo.

Il miracolo poteva ripetersi con Day of the dead di Steve Miner, ma così non è stato. I sentori della bufala c’erano già tutti: problemi di produzione, ritardi con l’uscita, l’idea di farlo morire persino nel limbo dei film finiti e mai distribuiti e, dulcis in fundo, James Dudelson tra i produttori. Se non conoscete questo losco figuro che gira di solito in coppia con un’altra regista-produttrice, Ana Clavel, segnate subito il suo nome nel libro nero dei vostri incubi cinematografici più terribili.

Infatti Dudelson da piccolo deve avere subito uno sgarro fortissimo da George A. Romero sennò non si spiegherebbe il suo forzato odio verso questo regista, disprezzo, avversione che sfociano nel violentare i classici romeriani con seguiti così inutili da vantare il premio dei peggiori film di sempre. Perle come Creepshow 3 o Day of the dead 2 sono insulti all’intelligenza dello spettatore, film stilisticamente così sciatti da sembrare diretti da un bambino scemo. Esagero? Se lo pensate non avete dovuto sudare le proverbiali sette camice per arrivare alla fine di questi film.

Eppure un dubbio, una speranza che Day of the dead remake fosse bello o almeno decente c’era, soprattutto grazie al nome del regista Miner, che in passato aveva regalato cult come Venerdì 13 parte 2 o Warlock. Certo la stella di Miner con gli anni si è un po’ offuscata, ma film come Halloween H20 o Lake placid avevano dalla loro comunque una regia sempre notevole. Purtroppo Day of the dead è un brutto film, non solo alla luce del capolavoro romeriano del 1985, ma in senso assoluto nella storia del cinema zombesco. Il plot del film banalizza tutto quello che di buono c’era nel prototipo, nella prima parte (la migliore) non è neanche un remake, sembra un prequel del film di Snyder, poi, per catturare quei due o te miliardi di fan che si sentono giustamente presi per il culo, ci mettono uno zombi intelligente e buono che spara alla cazzo, un dottore pazzo, un bunker. Nient’altro. Dell’idea di un ultimo avamposto di uomini sotto terra mentre in superficie c’è l’apocalisse dei morti viventi, ormai dominatori del pianeta terra, non c’è traccia.

Come scomparsa è la critica politica contro le dittature, contro gli stati di polizia, contro i governi militari che usano più violenza alla violenza. Ma se Dawn of the dead di Snyder aveva dalla parte sua anche una sceneggiatura ben fatta, pur spettacolarizzando l’impianto politico potentissimo di Zombi, qui invece c’è solo un terribile vuoto pneumatico che muove personaggi come marionette sceme, rifà in peggio scene già viste e ha la pretesa di portare gli stessi temi di Romero in una sorta di bigino per studenti svogliati.

Miner gira benissimo, questo sì. La prima parte è buona, a tratti ottima, riesce a dare l’idea di pericolo imminente, i morti viventi fanno cose da non credere tanto sono iperveloci, ma sembra sempre di vedere un film alla Kevin Williamson dove Dawson Creek incontra l’horror. Non un’idea originale, splatter sotto il livello di guardia, niente sbudellamenti, omicidi quasi fuori scena, ma per lo meno il film risulta stupido sì, ma ben fatto. Poi da metà pellicola il vero inferno: scene da Cretinetti anni 20 con gli zombi velocizzati col fast foward, personaggi clonati dal film di Snyder tipo fotocopiatrice, mai più di 5 zombi in scena, uno dei finali più ridicoli che si ricordi da Raiders of the living dead di Samuel M. Sherman.

In questo pasticcio Vigh Rhames, già nel cast di Dawn of the dead remake, sbandierato come protagonista, fa poco più di un cammeo grottesco, Mena Suvari non si può guardare tutta smorfie e urli da macho marine, il resto è poco più di spazzatura da telefilm giovanile. Poi neanche si riesce a capire se sono morti viventi o infetti. Un disastro che poteva essere un buon film. Detestabile.

Day of the dead

Regia: Steve Miner
Interpreti: Mena Suvari, Vig Rhames, Christa Campbell, Nick Cannon, Laura Giosh
Durata: 90 min

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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