Cinema Bloodline

Bloodline

Bloodline è uno dei pochi piaceri della vita che, insieme al calcio, difficilmente dividerete con la ragazza aristocratica che amate.

La giovane giornalista freelance Sara, insieme all’operatore Marco, arriva sul set dell’ultimo film di Klaus Kinki, re del porno sperimentale, per girare un backstage da mandare in onda come ricatto per non essere licenziati. Ben presto, Sara si rende conto che si tratta dello stesso luogo in cui, da bambina, è stata costretta ad assistere all’uccisione della sua sorellina per mano di un pericolosissimo serial killer chiamato il Chirurgo.

Molte volte bisogna essere come serpenti, togliersi la pelle del critico togato, dimenticare l’occhio della madre, il montaggio analogico, per tornare un po’ bambini senza paura della polizia s’incazza o delle benedette tettone di Giovannona coscialunga. E’ indubbio che davanti a un film come Bloodline di Edoardo Tagliavini saltino all’occhio i difetti più evidenti: cattiva recitazione, storia confusa e personaggi abbozzati poco o niente. Ecco allora che Bloodline, secondo la noiosa lettura di un recensore snob, potrebbe diventare materia poco interessante per i palati fini, ma così facendo dimenticheremmo una cosa sotterranea forse, ma notevolissima, vale a dire che Bloodline è un divertentissimo e ammirevole luna park degli orrori.

Il bravo Tagliavini gira in maniera mirabile, forse più della reale qualità della sua pellicola, riesce a donare suspence alle scene di paura, ha un tocco nervoso e schizzato nel girare i momenti d’azione, ma soprattutto non si accontenta di regalare un compitino banalmente ben confezionato, ma ci mette della non richiesta (e apprezzabile) passione. Anche il reparto make up ed effetti speciali a opera del veterano Sergio Stivaletti è degno di nota: quando vediamo del vecchio lattice simulare la pelle strappata a morsi da uno zombi ci scende giù una lacrimuccia da “fanculo la computer grafica”. Abbiamo detto zombi? Eh sì perchè a circa metà il film diventa una cosa delirante: fantasmi, morti viventi, il gotico polselliano che invade il piattume da torture porn che la vicenda richiedeva. Ed è questo il colpo d’ala, un po’ alla Tarantino/Rodriguez, che risveglia un’aria da solito prodotto indipendente un po’ sadico: qui si applaude tanto da spellarsi le mani mentre le ganasce si spalancano in un ebete “wow”.

Poesia da fumettacci dello squalo, quelli a base di tette e sangue, stesso livello di demenza divina, uno dei pochi piaceri della vita che, insieme al calcio, sarà difficile da dividere con la ragazza aristocratica che amate. Si cita il classico degenere Il boia scarlatto (ma il referente potrebbe pure essere l’inedito e miticizzato Paura di Luigi Russo) con una troupe nelle mani di un sadico, un goffo e muscoloso mostro che fa fuori i malcapitati attori per i motivi più sciroccati. Musiche mediocri e invasive di Simonetti, lontane dai fasti d’oro di Dario Argento e dei suoi Goblin, e l’imperdonabile errore di essere moralisti nel girare un finto backstage di una pellicola hard senza tette o culi. Se l’attrice protagonista Francesca Faiella se la cava egregiamente, il resto del cast purtroppo oscilla tra il disastroso e il disastrato. Sono i limiti di un’opera che sa pure prendersi in giro con dialoghi così scemi da non potere essere casuali (“Ora dovrei dire qualcosa di empatico, ma non mi viene niente”) e situazioni tanto smaccatamente grottesche da essere intelligente parodia sotterranea di un genere. Bloodline lo si ama soprattutto per i suoi pregi, ma perchè no anche per i suoi difetti, vedere interpreti avere la stessa faccia quando fanno gli attori hard o gli eroi ammazzazombi non ha prezzo, roba da rendere vana anche Mastercard!

Bloodline

Regia: Edo Tagliavini
Interpreti: Monica Citarda, Francesca Faiella, Marco Benevento, Paolo Ricci, Fabio Rizzuto, Virgilio Olivari, Valentina Del Rio, Elena Ravaioli, Bruno Valente, Francesco Malcom
Origine: Italia, 2010
Distribuzione: Distribuzione Indipendente
Durata: 90 min.
Uscita al cinema: 9 Dicembre 2012

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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