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L’Ora Nera (The Darkest Hour 3D): Aggiornamento

Dalla Russia con orrore. Arriva finalmente “The Darkest Hour 3D”, fanta horror girato interamente a Mosca.

Finalmente, si diceva, poiché l’uscita nelle sale americane era prevista originariamente per Aprile ma la straordinaria coltre di fumo, calata durante le riprese sulla capitale Russa nell’Estate 2010, ha fatto slittare la “Prima” al prossimo Natale.

La storia è presto detta: cinque ragazzi statunitensi in vacanza al Cremlino e dintorni si trovano coinvolti in una devastante invasione aliena che li porterà ad una strenua lotta per la sopravvivenza.  Sembra passata un’era geologica da Il Dottor Živago (David Lean 1965) quando Hollywood si trovava costretta a “mascherare” Helsinky per rendere credibili le ambientazioni moscovite dei suoi set. Solo con il dignitoso poliziesco Danko (Walter Hill 1988) una troupe Americana fu autorizzata a riprendere in Piazza Rossa. Un’epoca stava terminando e dopo mezzo secolo di tensioni e chiusure (anche artistiche ovviamente) le due superpotenze cominciavano a esplorarsi ed accettarsi vicendevolmente.

Sono passati più di vent’anni e oggi Russia e Stati Uniti sono giganti acciaccati e claudicanti che si tengono a braccetto mantenendo una sorta di diffidenza e riverente timore reciproco. Capita così che The Darkest Hour nasca grazie alla produzione del facoltoso oligarca della pellicola Timur Bekmambetov e alla regia di Chris Gorak. Il primo è una celebrità assoluta in patria grazie alla direzione de I Guardiani Della Notte (2004) e I Guardiani del Giorno (2006), primi due episodi tratti dalla omonima trilogia di Sergej Luk’janenko; dalle nostre parti è conosciuto come regista dell’adrenalinico Wanted (2007) e per The Arena (2001), remake de La Rivolta delle Gladiatrici, peplum di Steve Carver del 1974.Bekmambetov possiede inoltre una sua casa di produzione, la Bazelevs, con la quale ha dato vita, parallelamente a The Darkest Hour, al claustrofobico fanta thriller Apollo 18 (Gonzalo Lopez Gallego 2011). Il secondo è un talentuoso giovane cineasta al suo secondo lungometraggio. Art Director per mostri sacri come Fincher, Gilliam e fratelli Coen, si cimenta poi dietro la macchina da presa per il folgorante esordio Right at Your Door, opera a basso budget, molto apprezzata al Sundance 1996. Per la sua battaglia contro gli alieni Gorak arruola cinque enfant prodige tra cui spiccano Emile Hirsch e Max Minghella, eccelsi rispettivamente in Into the Wild (Sean Penn 2007) e The Social Network (David Fincher 2010).  Certo le premesse per il successo ci sono tutte: la liaison intrigante Gorak-Bekmambetov, un cast di attori giovani ma più che affidabili, una maxi produzione da 40 milioni di dollari, l’ ausilio del 3D ed un suggestivo immaginario fantascientifico come non lo si vedeva dai tempi de Le Dernier Combat (Luc Besson 1983).

Eppure vedendo il teaser qualcosa non torna, si ha la sensazione terribile che il “pacco” (natalizio in questo caso) sia lì, pronto ad esplodere come un piano terroristico studiato al minimo dettaglio. Fruste e lazzi energetici, alieni invisibili e quindi per definizione non mostruosi, zero splatter e soliti eroi giovani, baldi e strafighi. Qualcuno sostiene che la seconda opera di un artista è la più difficile. Saprà Chris Gorak riconfermarsi? Basterà la supervisione di quel visionario ipercinetico di Bekmambetov? Verrà evitato il rischio di rifarsi troppo sfacciatamente a Independence Day (Roland Emmerich 1996) o a La Guerra dei Mondi (Steven Spielberg 2005)? Le risposte a questi interrogativi le avremo il 23 Dicembre con l’uscita in contemporanea in Russia e negli States e pochi giorni dopo, il 20 Gennaio con l’uscita nelle sale Italiane. Buona visione.

About stefano paiuzza
Appassionato d'horror da tempi recenti ma affascinato dalla paura da sempre. Ama in particolar modo il cinema europeo ed extra hollywoodiano in genere. Sogna una carriera come critico cinematografico e nel frattempo si diletta tra letture specifiche e visioni trasversali. Lavora a stretto contatto con la follia o forse è la follia a lavorare su di lui. Se fosse un regista sarebbe Winding Refn, uno scrittore Philip Roth, un animale una tartaruga. Ha pronto uno script per un corto ma non lo ha mai fatto leggere. Citazione preferita: "La dittatura è dentro di te" Manuel Agnelli.

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