Editoria Malapunta: un giorno sull’Isola

Malapunta: un giorno sull’Isola

In occasione dell’uscita del romanzo Malapunta di Morgan Perdinka, i ragazzacci di Edizioni XII hanno raccolto una sterminata quantità di domande da parte dei lettori per Danilo Arona...

Il viaggio verso le oscure rive di Malapunta ha avuto origine dal sicuro porto delle Edizioni XII, e ora approda qui su Horror.it. Ma lasciamo la parola a Danilo e a chi ha posto le domande. Buon viaggio…

28) Giacomo Cacciatore: Dove va Morgan in vacanza, se ci va?

A Montebuio, dova va dal 1962. Morgan è come il mio amico Gian Maria Panizza, che in vacanza va solo a Triora da quando è al mondo. Ma a Montebuio non lo vedono mai. Eppure lui è lì, dalle parti della colonia abbandonata.

 

29) Giacomo Cacciatore: Come si comporta Morgan con i critici letterari?

Li ha tollerati. Non ha potuto fare diversamente, per amore di Cassandra Marsalis, sua agente e amante. Ma l’argomento non gli interessava. A me sì, invece. Una buona e intelligente critica, che per essere tale non dev’essere per forza “a favore”, è sempre ben accetta. Se poi sta alla base di un utile dibattito, è ancor più gradita.

 

30) Miriam Mastrovito: Non è questa la prima volta in cui le strade battute da Morgan Perdinka e Danilo Arona si incrociano (mi riferisco a “L’estate di Montebuio”). Casualità, sincronicità o… il concreto indizio che dietro lo scrittore suicida possa celarsi un “Richard Bachman” italiano?

In Italia non ce ne accorgemmo, perché i primi Bachman in Italia uscirono in “Urania” senza una riga biografica sull’autore. Mentre in America King, scoperto nel gioco all’uscita di “Thinner”, fece morire il suo Alter Ego di “cancro dello pseudonimo” (tra l’altro esisteva persino una foto di Richard…). Questo è un libro di un autore già morto nel suo universo parallelo accanto a questo e da noi presente forse in forma Eggregorica (un forse d’obbligo…). E’ ovvio che sono partito da un fake che è pure un mio specchio drammaturgico ne “L’estate di Montebuio”, meno ovvio che i suoi pseudobiblia elencati alla fine del libro edito da Gargoyle comincino a “esistere” con tutti i paradossi del caso.

 

31) Miriam Mastrovito: Susanna Raule nella prefazione al romanzo succitato ha definito la tua “letteratura quantica”. Quanto ti riconosci in questa definizione?

Susanna è persona di finissima intelligenza. E la sua prefazione è talmente “dentro” il romanzo che potrebbe farne parte. La teoria dei campi unificati applicata alla letteratura si porta dietro casistiche bizzarre. Prefazioni, postfazioni e ringraziamenti che non sono “staccati” dal corpus, ma stanno dentro il corpus. Scrittori che interagiscono e scrivono delle stesse cose senza saperlo. Idee che si fanno corpo (collettivo) da un capo all’altro del pianeta – il nostro amico Gianfranco Nerozzi ne avrebbe da raccontare al proposito (è noto un suo intervento su Thriller Magazine in cui reagiva, a ragione, ad alcune assurde accuse su un presunto plagio nei confronti di Dan Brown, e così disse il Nero: «Esistono sintonie, ci sono sinergie, storie che aleggiano. Sapori, atmosfere, che sembrano vivere di vita propria. Gli autori non fanno altro che carpirle, assorbirle, digerirle, mescolandole a emozioni e sentimenti, per farle entrare negli universi paralleli dei loro romanzi. E’ una magia  che si espande. Un magma comune cui tutti possono e devono attingere»). Che voglio dire, anzi, che vogliamo dire? Che la mia letteratura (ma non solo la mia), a dispetto dell’autore, forse è in grado di bucare il nostro reale e di arrivare da un’altra parte – il processo inverso che si è verificato per “Malapunta”. Alla base del tutto c’è un concetto “virale” della creatività. E, se consideriamo che Perdinka ha scritto “Malapunta” molto tempo prima di “Lost”, ci toccherebbe tirare in ballo anche la faccenda del Meme. Richard Dawkins, quello lì…

 

32)Susanna Raule: Una delle bizzarre leggende metropolitane sulla tecnologia vuole che il comune fax possa funzionare solo in virtù della teoria quantistica.. Nella mia ignoranza, non so se questo sia vero oppure no. Ma se così fosse, potremmo usare un semplice FAX per entrare in contatto con Morgan?

Sul FAX non so che dirti. Suppongo che con Morgan si possa entrare in contatto usando strumenti del processo creativo (computer, ma forse meglio una vecchia macchina da scrivere…) e tentare di percorrere i suoi territori. Non è escluso che si manifesti. Come, non so… La faccenda non è così univoca.

 

33) Gianluca Santini: È evidente che quello di cui si sta parlando non è un normale romanzo. Tra realtà e fantasia, gli squarci che stiamo avendo di “Malapunta” e del suo autore suicida fanno più tendere alla prima opzione, paradossalmente. Il ruolo dei sogni, l’ambientazione isolata e isolana, tipicamente gotica, gli esperimenti, tutto fa pensare a un preponderante risvolto realistico della vicenda. Se quindi possiamo intendere “Malapunta” come una sorta di pseudobiblium, come Morgan Perdinka avvertirebbe i potenziali lettori del suo manoscritto? Quali sarebbero i suoi consigli, le “istruzioni per l’uso”, nell’accostarsi a un volume del genere?

Morgan Perdinka nel 2003 si augurava che lo squarcio prospettivo di futuro che s’intravede nel libro fosse il frutto di pura fantasia. Oggi, in parte, alcuni eventi allora previsti sono già accaduti. E le istruzioni per l’uso sarebbero quelle di allora, credo, e riguarderebbero non tanto il libro, quanto l’uso “sociale” del genere. Da quel che so, era convinto che l’horror non mentisse mai sui destini del mondo. Soprattutto se lo scriveva lui.

 

34) Nicola Lombardi: Prima cosa che mi è saltata in mente, appena ho visto la mappa dell’isola, è stata: sembra un cuore… Non un cuore stilizzato, ovviamente, ma inteso in senso strettamente anatomico. Però, a capovolgerla, ricorda più un cervello… Allora, mi piacerebbe domandare ad Arona: Malapunta, per te, è un luogo del cuore, o piuttosto della mente? E se, come sospetto, si tratta di un topos ibrido, in quale misura vi si bilanciano le due nature? (Se mi mandi a quel paese, ti capisco assolutamente!)

Assolutamente no (per quel paese, intendo). Malapunta è un ovvio luogo della mente (anzi, di più menti – quest’aspetto sarà chiaro solo leggendo il libro), ma personalmente è un luogo del cuore. Chi non vorrebbe vivere su una casa a strapiombo sugli scogli, con la donna della propria vita al fianco, magari facendo lo scrittore (anche questo è un passo de “L’estate di Montebuio”)? Il fatto  è  che – “Malapunta” insegna – certe fantasie sono pericolose.

 

About Andrea G. Colombo
E’ qui praticamente da sempre. Ha dato vita a Horror.it, Horror Mania (la rivista da edicola) e Thriller Mania. E visto che si annoiava, ha pure scritto il romanzo Il Diacono. Si occupa della gestione del sito rinchiuso nel suo antro dal quale non esce quasi mai. Risponde alle mail con tempi geologici.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo!

Altri articoli:

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.

Horror Community

[captain-sign-up text="Partecipa al gioco"]

Focus on

Categorie degli articoli

ebook gratis


    Ai lettori di Horror.it, regaliamo una ghost story inedita di Andrea G. Colombo. Buona lettura!
  • RSS
  • Twitter
  • Facebook
%d blogger cliccano Mi Piace per questo: