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La Casa Muda: Paura Reale in Tempo Reale

Pochi attori e non professionisti, seimila dollari di budget complessivo e quattro estenuanti giorni di riprese non stop.

Settantotto minuti di quello che punta a essere il piano sequenza più terrificante della storia del cinema, oltretutto girato con una semplice fotocamera ad alta definizione. Gustavo Hernandez è uruguaiano, esordiente, e la sua grande scommessa si chiama La Casa Muda.

Sinossi ufficiale: Laura (Florencia Colucci) e suo padre (Gustavo Alonso) si insediano in un cottage assai isolato per dargli una sistemata nell’attesa che il proprietario (Abel Tripaldi) la metta in vendita, e passano lì la prima notte con l’intenzione di iniziare i lavori la mattina seguente. Tutto sembra andare secondo programmi almeno finchè Laura sente un suono che sembra provenire dall’esterno e diventa incredibilmente più forte ai piani superiori della casa. Così Wilson sale per controllare mentre la figlia resta da solo al piano terra, nell’attesa del ritorno del padre…
Ovviamente ispirato a un episodio di cronaca nera realmente accaduto in un piccolo villaggio uruguaiano nel 1944 – “sul luogo del misfatto furono ritrovati dei corpi mutilati e parecchie Polaroid dell’accaduto” ricorda il regista – , il plot di La Casa Muda si concentra sui settantotto minuti immediatamente successivi a quanto raccontatoci dalla sinossi. Settantotto minuti da incubo che iniziano nel momento in cui Laura sembra essersi convinta ad abbandonare una casa che ormai sa essere custode di un segreto terribile che potrebbe mettere a repentaglio la propria vita. Pochi attori e non professionisti, seimila dollari di budget complessivo e quattro estenuanti giorni di riprese non stop: è tra le coordinate di questo spirito orgogliosamente da battaglia che viene custodito il cuore di La Casa Muda. “La scelta della fotocamera ci ha permesso di battere incredibilmente i costi: basti pensare che per l’intera pellicola sono state necessari solamente due fari e qualche light tubes” afferma il regista parlando del lavoro del direttore della fotografia Pedro Luque, apprezzatissimo all’ultima edizione del festival di Cannes

Ma i perché di questo tipo di scelta radicale non sono da cercare in un mero tentativo di abbattere i costi, e niente a che vedere con sterili esercizi di stile e sfide impossibili” precisa poi Hernandez “Abbiamo pensato che quella fosse semplicemente la via più onesta per esprimere quello che volevo raccontare, in questo caso le mie paure più intime, facendo affidamento al linguaggio cinematografico. Lo spunto del rumore proveniente dalla soffitta è un qualcosa che arriva dalla mia infanzia, ed è forse l’episodio più terrificante della mia vita. Per ricreare quella sensazione di paura reale in tempo reale ho necessariamente dovuto abbattere alcune delle naturali barriere che esistono tra cinema e spettatore: nessun montaggio né elisioni“; sceneggiato dal regista stesso e dall’esordiente Oscar Estevez, secondo la critica festivaliera La Casa Muda ha mostrato il fianco proprio per quanto riguarda la tenuta narrativa dei suoi settantotto tesissimi minuti. Fuori dal circuito dei festival la pellicola ha iniziato a fare capolino anche sul mercato europeo – a marzo sarà nelle sale francesi – quindi mai disperare per un’eventuale distribuzione tricolore, soprattutto se l’hype che si porta dietro si trasformerà in presenze al botteghino.
httpv://www.youtube.com/watch?v=-QKUpZXviIw

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About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

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