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H2: Parla Zombie

Al contrario di ciò che è successo in passato, questa volta è stato tutto molto divertente“.

Dopo le prime dichiarazioni della produzione, era quasi naturale che arrivasse il turno del principale responsabile e padre unico della nuova incarnazione di Michael Myers; dalle colonne di BloodyDisgusting.com, la prima intervista a Rob Zombie targata H2 .

A che punto siete con lo sviluppo della pellicola?

Siamo in piena fase di montaggio: sempre che non si debba tornare sul set per uno di quei soliti e frequenti imprevisti, i lavori dovrebbero concludersi piuttosto velocemente.

Perchè proprio la Georgia come location per le riprese?

Tolta la questione delle minori spese di produzione, il che interessa sopratutto a chi ha finanziato il progetto, la Georgia si è rivelata la location ideale per gli esterni cui avevamo bisogno: tutti gli altri luoghi candidati erano ancora in pieno inverno e ricoperti di neve…

Ritrovandoti più o meno a sorpresa a lavorare sul secondo capitolo della nuova serie, qual’è stato lo spirito con cui ti sei messo all’opera? Quanto ha influito il successo del primo episodio sulla nuova sceneggiatura?
Si può tranquillamente affermare che non ha influito in alcun modo, non avendo mai pensato all’eventualità di girare anche il secondo capitolo: non ho tenuto conto nè delle reazioni positive, nè di quelle negative. Non credo sia una questione di superbia, ha piuttosto a che fare con la necessità di appoggiarsi a basi ben più solide di quelle che possono essere singole opinioni soggettive. COsì come non saprei fare un confronto tra il nuovo Micheal Myers e quello originale: ovviamente ho visto migliaia di volte tutti ed otto i capitoli della serie, ed ognuno di essi è un piccolo passo in un’evidente evoluzione del personaggio, siluppato secondo un preciso punto di vista. Quello che ho cercato di fare è stato trascinarlo fuori dal cono d’ombra in cui si è sempre nascosto, trasformarlo in qualcosa di più evoluto di una maschera, trasferirlo in una condizione che fosse il più reale possibile. Penso che renderlo più umano possa renderlo anche più pauroso. Dopotutto la sua vecchia caratterizzazione è stata sfruttata fino all’osso, era necessario qualcosa di nuovo.
Cosa puoi dirci riguardo alle polemiche riguardanti determinate scelte estetiche – questa volta i puristi sono inorriditi di fronte all’immagine di un Micheal barbuto – ed il contestato affaire Daeg Fearch?
Al contrario di ciò che è successo in passato, questa volta è stato tutto molto divertente. E’ affascinante vedere secondo quali dinamiche rumors e polemiche nascano, si gonfino e scoppino senza alcun intervento dei diretti interessati, ma tutto secondo la vecchia tradizione del sentito dire. Brufolosi quattordicenni del Wisconsin che pensano di sapere chissà quali segreti riguardo allo sviluppo della pellicola semplicemente per un indefinito sentito dire. Chiunque dia vita ad una nuova chiacchiera ritiene di aver colto nel segno per il semplice fatto di non ottenere una risposta diretta dal sottoscritto, quasi fossi in dovere di rispondere a qualsiasi nuova stupidata venga messa in giro sul conto di un mio progetto. Parecchi anni fa, molto prima che iniziassi a girare film, sono giunto alla conclusione che non si può fare contenti tutti. Ad un certo punto della carriera con i White Zombie sembrava che qualsiasi cosa facessimo non avesse alcuna qualità, che le cose passate fossero sempre e comunque migliori di quelle presenti salvo poi, una volta registrato un nuovo disco, rivalutare tutto ciò che fino a pochi giorni prima sembrava facesse schifo. E fare il regista è esponenzialmente peggio che fare il musicista: spesso è un vero e proprio azzardo. E dover sostituire Daeg è stata una scelta dolorosa ma necessaria. Non avrei voluto farlo, ma Daeg non è più un ragazzino, ora sembra un diciottene, alto, robusto, dalla voce profonda. Non sarebbe andato d’accordo con una sceneggiatura in cui avrebbe dovuto interpretare Michael da bambino. Ho sperato che potesse funzionare comunque, ma non c’era alcuna possibilità. La cosa ridicola è che in molti pensano sempre che dietro a determinate scelte ci sia chissà qualche piano malvagio od incoffessabile segreto, quando invece spesso e volentieri il tutto si riduce a scelte dolorose, doverose ma che non avresti mai voluto fare.

In ogni caso, il volto di Deag appare anche in uno dei primi filmati promozionali. Si parlò addirittura di una versione digitale del volto di Deag inserita nella pellicola…
Questa è un’altro di quei rumors tanto infondati quanto divertenti, come se avessi bisogno di andare ad inventarmi dei problemi del genere…Credo che quella scena con Daeg sia stata inserita nel filmato per errore, spesso chi monta il trailer non ha nulla a che fare con chi gira il film e non è al corrente di quello che succede durante la produzione della pellicola; dovrebbe provenire da una sessione di riprese di prova, insieme ad un paio di make up tests ed altro materiale che non entrerà nel montaggio finale.
Sei soddisfatto delle riprese?
Assolutamente, è stata un’esperienza del tutto differente dal mio primo Halloween , che si è rivelato un incubo sin dal primo giorno di riprese. A volte ci si ritrova a lavorare su progetti come La Casa del Diavolo , dove ogni ripresa funziona perfettamente al primo tentativo, ed altre come Halloween dove tutto è fottutamente complicato e se qualcosa può andare storto, sicuramente lo farà. Questa invece è stata un’esperienza del tutto differente. La difficoltà di H2 sta tutta nella necessità di sviluppare un discorso già iniziato: soprattutto nel caso di Halloween, non avevo alcuna intenzione di ripetere il calssico canovaccio con Michael che, nascosto nell’ombra, inizia ad affettare gente. Il segreto sta tutto nello spingersi oltre, qualsiasi direzione si sia imboccata.
Ci sarà un H3?
Che ci sia o no, io non ne sarò coinvolto. Sono felice di essere tornato a lavorare su Michael per scoprire fin dove sarei riuscito a condurlo, un qualcosa molto simile a quello che successe con La Casa del Diavolo, ma nè il sottoscritto nè la maggior parte di questo cast sembrano interessati ad un terzo capitolo. Per me, quello che è stato fatto è sufficiente. Se qualcuno vorrà cimentarsi con un terzo episodio, sarò ben felice di vedere in che modo svilupperà la storia; dopotutto i produttori, se solo potessero, andrebbero avanti all’infinito con un franchise del genere.
H2 sarà il titolo ufficiale?
Non so dare una risposta, e francamente ci sono alcune questioni in cui preferisco non intromettermi in quanto evidentemente più grandi di me. Il trailer è un altro esempio di questo tipo di problematiche. Voglio dire, quante scene effettive contiene il trailer? C’è un sacco di roba in quel trailer che non apparirà nel film. Preferisco tenermi fuori da diatribe del genere.
Pensi di rimetterti al lavoro su T-Rex una volta concluso questo progetto?

Posso solo augurarmelo, ma non ne ho la certezza. Ogni giorno diventa più difficile mettersi al lavoro su un film, tanto più se è qualcosa di nuovo, che non ha punti di riferimento con il passato. Sembra che tutto debba necessariamente essere un sequel, un prequel, un remake, l’adattamento di una graphic novel o uno show televisivo. Mi sono stati offerti migliaia di progetti, ed ognuno di essi è un remake, un sequel o uno show televisivo. E’ incredibile. Almeno nel caso di H2 non ho dovuto basarmi su nient’altro che non fossero mie idee folli, il che non mi è per nulla pesato, anzi. Vorrei davvero mettermi al lavoro su T-Rex, ma sarà molto dura. Sembra che gli unici progetti degni di essere sviluppati siano i remake, anche di film di cui nessuno ricorda l’esistenza.

About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

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